Il caso di Pamela Mastropietro è al centro del dibattito pubblico e anche politico. L’atroce morte della giovane diciottenne di Macerata, il cui corpo è stato ritrovato a pezzi all’interno di due valigie, coinvolge come sospettato numero uno il pusher Innocent Oseghale, il 29enne fermato con il sospetto di omicidio volontario, occultamento di cadavere e vilipendio. La famiglia della giovane chiedono giustizia ma anche diversi ambienti politici si sono scagliati contro la possibile scarcerazione dell’uomo, con diversi precedenti alle spalle e con il permesso di soggiorno scaduto. Francesco Storace, leader del Movimento Nazionale per la Sovranità (Mns), ha commentato su Twitter: “Nuova autopsia per Pamela. Per liberare il nigeriano diranno che si è suicidata, e che prima di morire si è fatta a pezzi da sola, si è infilata nella valigia e ha chiesto di essere accompagnata al cimitero. Scarceratelo pure: faremo la fila per rendergli il fatto suo. Maledetto”. (Agg. Massimo Balsamo)



I RISULTATI DELLA SECONDA AUTOPSIA

Anche la seconda autopsia compiuta sul corpo di Pamela Mastropietro non ha permesso di fare chiarezza su quanto accaduto alla giovane 18enne romana fatta a pezzi e poi nascosta in due valigie. La ragazza è morta dopo un’overdose o a causa della ferocia umana? A rispondere, pur senza fornire alcuna indicazione utile, come riporta Repubblica.it, è stato il procuratore di Macerata, Giovanni Giorgio, che ha commentato: “I primi esiti degli espletati accertamenti medico-legali non hanno consentito di raggiungere risultati altamente significativi sul piano probatori”. Sui resti del cadavere non sarebbero state trovate tracce di sangue né di urina e secondo gli esperti il corpo di Pamela sarebbe stato sezionato in modo “apparentemente scientifico”. Per la prossima settimana, dunque, sono attesi nuovi accertamenti di laboratorio che potrebbero fare maggiore chiarezza. La domanda cardine dell’intera inquietante vicenda, dunque, resterebbe ad oggi senza una risposta. Così come accaduto per la prima autopsia, anche la seconda non ha fornito alcuna indicazione e questo ha portato a confermare le accuse a carico del nigeriano Innocent Oseghale, dalle quali è escluso l’omicidio proprio per mancanza di prove, mentre resta in piedi il vilipendio di cadavere e l’occultamento. Nel registro degli indagati sarebbe comparso anche un secondo nigeriano, reo secondo gli inquirenti di aver ceduto alla giovane una “modestissima” quantità di eroina. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



IL CASO A CHI L’HA VISTO

La morte di Pamela Mastropietro ha sconvolto la comunità italiana, sollevando in molti casi forti tensioni fra la cittadinanza ed alcuni cittadini nigeriani. Al centro delle indagini c’è ancora Innocent Oseghale, il 29enne fermato con il sospetto di omicidio volontario, occultamento di cadavere e vilipendio. L’uomo è stato infatti incastrato sia grazie alle telecamere presenti sul luogo in cui sono state ritrovate le due valige sia grazie alla testimonianza di un connazionale, che afferma di averlo visto con i due trolley. Gli stessi bagagli in cui è stato ritrovato il corpo di Pamela, barbaramente fatto a pezzi. Il caso di Pamela Mastropietro verrà approfondito all’interno della puntata di Chi l’ha visto di questa sera, mercoledì 7 febbraio 2018, come sempre in onda su Rai 2. Esistono inoltre altre immagini della videosorveglianza che mostrerebbero Oseghale mentre seguiva la 19enne, che in quel momento si trovava in una farmacia, dove ha acquistato una siringa.



Su volere del gip il fermo per l’accusa di omicidio volontario è stata tuttavia tolta nelle ultime ore, in attesa che gli esami tossicologici sul corpo della vittima rivelino la reale causa della morte. Si sospetta infatti che la giovane possa essere morta a causa di un’overdose e che Oseghale possa aver agito quindi in preda al panico. La stessa tesi è mantenuta dall’indagato, sottolinea La Repubblica, che agli occhi degli investigatori potrebbe tuttavia aver agito grazie ad un complice. 

PAMELA MASTROPIETRO, FORTI DUBBI SU UNO SPACCIATORE MISTERIOSO

Al centro del caso di Pamela Mastropietro, la 19enne della provincia di Macerata fatta a pezzi e trovata nei giorni scorsi, non c’è solo il principale indiziato Innocent Oseghale. Gli inquirenti nutrono infatti dei forti sospetti su un secondo uomo, che ha venduto alla ragazza una dose di eroina. Secondo gli investigatori, il sospettato potrebbe aver avuto un ruolo centrale anche nelle fasi successive alla morte della 19enne, ovvero avrebbe aiutato il nigeriano a pulire le prove con la candeggina ed a fare a pezzi il cadavere. Data la forza necessaria per compiere le brutali azioni di smembramento, Oseghale potrebbe non aver agito da solo ed aver richiesto l’aiuto almeno ad un’altra persona, se non a diverse.

Si potrà chiarire meglio quest’ipotesi solo con l’esito degli esami tossicologici, che potrebbero escludere la possibilità che Pamela Mastropietro possa essere morta a causa di un’overdose. In questo caso verrebbe confermata l’accusa di omicidio volontario a carico del nigeriano, come evidenziato nelle prime indagini degli inquirenti. In quest’ultimo caso il 29enne e i suoi eventuali complici dovrebbero inoltre rimanere in carcere fino al processo, mentre nel caso in cui dovesse cadere definitivamente l’acusa di omicidio potrebbero anche ottenere gli arresti domiciliari. Per riuscire a portare a galla la verità, la famiglia della vittima si sta battendo grazie al sostegno di molti cittadini e associazioni, fra cui L’esistenza Ora che in questi giorni ha organizzato la fiaccolata Una luce per Pamela. 

GLI OSCURI COLLEGAMENTI COL CASO TRAINI

Il caso di Pamela Mastropietro presenta ancora molti punti oscuri, aggravati anche dal collegamento, seppur indiretto, con le azioni compiute nelle ultime ore da Luca Traini. L’ex candidato della Lega ha infatti deciso di fare giustizia armato di pistola, sparando contro diverse persone lungo le strade di Macerata. A suo dire le sue azioni sarebbero state mosse dalla vendetta, motivo per cui avrebbe provocato una strage ai danni di alcuni cittadini nigeriani. La famiglia di Pamela ha intanto preso le distanze da Traini, sottolinea Il Secolo XIX, chiedendo al tempo stesso agli inquirenti di accertare chi siano i responsabili della morte della 19enne. Le indagini sono tuttavia rese difficili dall’assenza di diversi organi della vittima, asportati in modo apparentemente chirurgico assieme a diverse porzioni di tessuto. All’appello, evidenzia Il Tempo, mancherebbe infatti il collo della vittima e parte dei suoi organi genitali. Ed è proprio questo uno dei punti che hanno spinto gli inquirenti ad accusare Innocent Oseghale di omicidio volontario, di cui il 29enne non si è riconosciuto responsabile. Secondo la sua versione, il vero responsabile sarebbe invece il connazionale che ha venduto la droga a Pamela. In una seconda deposizione ha infatti sottolineato di essere fuggito dopo aver assistito al malore ed infine la morte della ragazza.