Sono giorni bui, questi, per l’intera città di Macerata che si è trovata a dover fronteggiare non solo la morte ancora misteriosa di Pamela Mastropietro, la 18enne romana ridotta a pezzi e nascosta in due valigie ma anche la successiva ondata di violenza contro gli immigrati da parte di Luca Traini. Si parlerà anche di lui nel corso del nuovo appuntamento con la trasmissione Quarto Grado, che approfondirà il caso, ripercorrendo le tappe salienti, dal ritrovamento macabro della giovane al raid razzista ad opera del 29enne originario di Tolentino e che dovrà ora rispondere di strage aggravata dalla finalità del razzismo. L’uomo, infatti, avrebbe mirato a tutte le persone di colore incontrate sulla sua strada, come reazione alla terribile morte di Pamela. “Quando ho sentito per l’ennesima volta alla radio la storia di Pamela sono andato a casa, ho aperto la cassaforte e ho preso la pistola. Volevo uccidere tutti”: sono state queste le prime parole di Traini, dalle quali non trapela alcun segno di pentimento o di umana pietà. Al suo arrivo in carcere, l’uomo è stato accolto dagli applausi, come spiega l’Huffingtonpost. Il suo folle gesto, in realtà, avrebbe trovato d’accordo anche molte persone fuori dal carcere, per strada e sui social. Alcuni giorni fa il suo avvocato difensore, Giancarlo Giulianielli, sarebbe stato addirittura contattato da un uomo toscano che si è offerto di pagargli le spese legali, così come avvenuto da parte di molti gruppi di estrema destra ai quali lo stesso Traini aderiva. “Sono onorato di aver riscosso tanto consenso. Che diano tutto alle famiglie bisognose. Ma che siano famiglie italiane”, avrebbe replicato l’uomo ora in carcere. Il ministro Andrea Orlando, di contro, nel corso della sua visita ai feriti di Macerata ha definito l’accaduto bollandolo come “il gesto folle di un fascista che ha infangato il tricolore”.



LUCA TRAINI, NELLA SUA MENTE LE SCENE DI UN FILM NEO-NAZI?

Le azioni di Luca Traini avrebbero risvegliato sentimenti condivisi di molti italiani. Con un passato da attivista politico di estrema destra, candidato della Lega Nord, il 29enne aveva deciso di tatuarsi il simbolo nazista per eccellenza sulla tempia. Un altro tatuaggio, invece, campeggia sulle nocche delle sue mani, dove è stata impressa la parola inglese Outcast, ovvero Emarginato. Una situazione, la sua, che si sarebbe aggravata con il passare del tempo. “Siccome si sente orgogliosamente un emarginato tra gli emarginati, dice che il carcere non gli sta stretto. Anzi, lo sente come se fosse casa sua”, ha commentato il suo legale. Dopo aver seminato il panico tra le strade di Macerata, come scrive Il Tempo, Traini avrebbe con orgoglio messo in scena l’atto finale di quella metamorfosi che lo avrebbe fatto diventare una sola cosa con il mito della sua infanzia. Ovvero un giovane Edward Norton in un film sui neo-nazi in cui interpreta proprio un naziskin con una svastica tatuata sul petto, mentre apre il fuoco contro due uomini di colore sorpresi mentre stanno per rubargli l’auto. Luca Traini aveva appena 8 anni quando nelle sale usciva il film “American History X” che, alla luce dei fatti, lo avrebbe ispirato con quella scena di estrema violenza ma che evidentemente, 20 anni dopo, ricordava ancora in modo chiaro.

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