E’ una fresca sera dell’ottobre 1995 quando un uomo, Garold soprannominato Rocky Hyatt, in una cittadina americana, esce di casa per buttare la spazzatura. Mentre apre il cassonetto sente dei rumori, simili al lamento di un bambino. Sposta un po’ di spazzatura e vede un sacchetto, ma non è sicuro di quel che sta accadendo: il sacchetto si muove. Fortunatamente lì vicino c’è una clinica privata e Rocky corre immediatamente a chiamare aiuto: credo ci sia un bambino nella spazzatura, dice. Alcune infermiere escono e prendono in mano quel sacchetto, lo aprono e dentro vedono un neonato. Immediatamente ricoverato, si scopre che è una bambina, grazie a quell’omone che ha sentito la sua vocina tra i rifiuti  fanno appena in tempo a salvarle la vita e la chiamano Mary Grace, Maria Grazia, perché dicono, è stato un miracolo di Dio che si sia potuto salvarla. La notizia fa il giro degli Stati Uniti, mentre le autorità indagano per scoprire i genitori biologici. Si fa avanti solo il padre che ne ottiene la custodia, ma essendo già un padre single, la bambina viene data in adozione.



Ribattezzata Morgan, cresce ignorando cosa le è successo (la madre, sposata, aveva avuto una relazione extraconiugale rimanendo incinta, aveva tenuto nascosta la gravidanza fino a quando ha partorito in casa e quindi ha gettato la neonata nella spazzatura). Inevitabilmente, crescendo, i genitori adottivi le raccontato tutto. Una volta compiuti 18 anni, Morgan si mette in cerca dei genitori biologici e dell’uomo, Rocky, che le ha salvato la vita. Riesce a ritrovare il padre che per vent’anni ha mantenuto lo stesso numero di cellulare nella speranza che un giorno la figlia l’avesse chiamata e un giornalista la mette in contatto con Rock che dopo due anni di vane ricerche si presenta a casa sua. Un momento di grande commozione, specie quando l’uomo regala alla ragazza un angioletto d’oro che il Dipartimento per l’infanzia gli aveva dato a sua volta l’ultima volta che aveva tenuto in braccio la neonata, tre giorni dopo la nascita, per poi scomparire dalla sua vita. “Rocky è il mio angelo custode” ha commentato la ragazza al sito lifenews, “è la persona che ha salvato la mia vita: mi ha detto che non si è trattato di fortuna e basta, lui crede in Dio, è convinto che Dio ha fatto in modo che mi trovasse”. Da allora, Morgan lavora in un centro che si occupa di madri come la sua, in modo da aiutarle a non sbarazzarsi dei figli ma darli in adozione.

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