Sant’Albino di Angers, la storia

Sant’Albino di Angers nacque a Vannes, in Bretagna, intorno al 470 da una famiglia nobile. Albino fu monaco e poi abate per venticinque anni a Tincillac (o Cincillac), da identificarsi con Théhillac, presso Guérande (o a Nantilly, nei pressi di Saumur) dal 504. Per circa venticinque anni Albino resse l’abbazia e la fama delle sue virtù ebbe rapida diffusione tanto che nel 529 fu eletto, per desiderio popolare e nonostante le sue resistenze, vescovo di Angers. Come vescovo, lottò contro i matrimoni incestuosi, frequenti tra i nobili, partecipando attivamente ai Concili d’Orléans del 538 e del 541 mentre si fece rappresentare dall’abate Sapaudo in quello del 549. Il suo energico atteggiamento gli procurò minacce di morte e contrasti con gli altri vescovi, ma trovò il sostegno di San Cesario di Arles Morì il 1° marzo 550 ad Angers e fu sepolto nella chiesa di St. Pierre d’Anger. Nel Martirologio Romano si legge: “Ad Angers nella Gallia lugdunense, ora in Francia, sant’Albino, vescovo, che biasimò con forza i costumi superbi dei potenti e con impegno promosse il III Concilio di Orléans per il rinnovamento della Chiesa”.



Le tradizioni sul santo

Sant’Albino è ricordato come difensore dei poveri e dei prigionieri. Infatti, la tradizione vuole che il santo si sia prodigato per aiutare tutti coloro che erano in difficoltà, anche utilizzando i fondi diocesani per riscattare gli ostaggi dai pirati. Secondo un’altra tradizione, il vescovo si scontrò con il re Childeberto, che aveva imprigionato una donna di nome Etherie. Albino andò a trovarla in prigione e il soldato che cercò di opporsi a lui cadde morto ai suoi piedi, dopo questo episodio il re che permise ad Albino di liberare la donna. Secondo un’altra tradizione Albino accolse san Tugdual di Tréguier, che fuggiva ai suoi nemici, e lo appoggiò presso re Childeberto. Un’altra leggenda racconta che una volta Albino pregò per alcuni uomini imprigionati nella Torre di Angers: improvvisamente una grande pietra crollò dal muro, permettendo loro di fuggire.

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