Nuova svolta, in giornata, nel caso dell’omicidio del reporter Jan Kuciak e per il quale era già stato arrestato un terzetto di italiani. A finire in manette erano stati Antonino Vadalà, il fratello Bruno e il cugino, Pietro Catroppa, ma a loro si sono aggiunti altri quattro nomi, anche loro connazionali. Lo ha reso noto, come spiega TgCom24, il capo della polizia della Slovacchia, Tibor Gaspar, nel corso di una conferenza stampa indetta per questo pomeriggio. Insieme ai membri della famiglia Vadalà, ritenuti vicini alla ‘ndrangheta, sono stati arrestati anche Diego Roda, Antonio Roda, Pietro Catroppa entrambi di 54 anni e Pietro Catroppa di 26 anni. Tutte e sette le persone fermate, come spiega il capo della polizia slovacca, risultano “sospettati, con il consenso del procuratore”. La pista delle indagini principale continua ad essere quella della criminalità organizzata, come confermato anche nell’ambito della nuova conferenza stampa che ha riportato le ultime novità sul caso Kuciak. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



I SOSPETTI DELLA DDA

E’ sotto choc la Slovacchia in seguito all’uccisione del giornalista Jan Kuciak e che i sicari volevano maldestramente nascondere. Dopo la notizia dell’arresto dei tre italiani, Antonino Vadalà, il fratello Bruno e il cugino Pietro Catroppa, si è espresso il procuratore di Reggio Gaetano Paci asserendo, come riporta l’agenzia di stampa Ansa come già da tempo la stessa Dda di Reggio Calabria aveva richiamato l’attenzione degli organi di polizia internazionale e della polizia nazionale slovacca al fine di monitorare le attività dei tre calabresi oggi arrestati e ritenuti da tempo i presunti responsabili dell’uccisione del giornalista e della sua compagna. Come spiegato da Paci, “il sospetto era nato focalizzando i movimenti degli arrestati, tutti appartenenti e collegati a famiglie mafiose di Bova Marina e di Africo Nuovo, per l’improvviso esplodere di posizioni di grande valore economico ed imprenditoriale in Slovacchia cui erano divenuti titolari”. Proprio Vadalà è imparentato con il presunto boss dell’omonima cosca Domenico, chiamato “Lupo di notte” la quale fu coinvolta nell’inchiesta, la cosiddetta “Bellu lavuru” relativa agli appalti per l’ammodernamento della statale ionica. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



PISTA PORTA A ‘NDRANGHETA

Antonino Vadalà, il fratello Bruno e il cugino Pietro Catroppa sono i tre italiani arrestati per l’omicidio di Jan Kuciak, il giornalista ucciso in Slovacchia con la fidanzata Martina Kusnirova. Il reporter aveva realizzato un reportage su presunti legami tra la ‘ndrangheta e alcuni esponenti del governo di Bratislava. Antonino Vadalà è un imprenditore calabrese attivo nell’immobiliare, nell’energia e nell’agricoltura attraverso una serie di società che usufruivano di fondi europei e sussidi. A delineare la figura di Antonino Vadalà è il quotidiano Korzar, secondo cui l’imprenditore è il principale sospettato per l’omicidio del giornalista. Nell’inchiesta di Kuciak c’è un riferimento ai collegamenti tra ambienti imprenditoriali e politici slovacchi alla ‘ndrangheta e in particolare al business che Vadalà aveva intenzione di avviare nel 2009 nella zona industriale di Lucenec. L’affare da 70 milioni di euro non è decollato, ma comunque Vadalà era considerato un «imprenditore del settore dell’energia», come disse l’ex ministro dell’Economia Pavol Rusko. Fondamentale per Vadalà il rapporto con Maria Troskova, ex assistente del premier Robert Fico da ieri: era diventata partner nel business del fotovoltaico. Insieme hanno fondato la Gia Management nel 2011, ma Troskova lasciò la compagnia dopo un anno per concentrarsi sull’attività politica. (agg. di Silvana Palazzo)



UNIONE EUROPEA: “CHIARIRE SU MAFIA E FONDI”

Interviene, e anche duramente, il comitato esecutivo in Europa dopo le notizie allarmanti che arrivano dalla Slovacchia sul caso Kuciak: «La Commissione europea ha zero tolleranza nei confronti delle frodi con i fondi europei. Nel caso specifico, abbiamo inviato una lettera alle autorità pagatrici competenti, in Slovacchia, per chiedere informazioni», spiega il portavoce Ue, Alexander Winterstein, ai giornalisti che chiedevano della possibile infiltrazioni della mafia calabrese sull’uso dei fondi agricoli europei in Slovacchia. È proprio su quella inchiesta che il reporter aveva scoperto qualcosa che non è riuscito a portare fino in fondo visto che è stato eliminato fisicamente assieme alla povera fidanzata; «iAbbiamo regole molto chiare sulla gestione dei fondi, e sono principalmente gli Stati membri i responsabili per il loro utilizzo sano e legale. Seguiamo gli avvenimenti, nella prospettiva di una verifica di quanto è accaduto», conclude il rappresentate della Commissione Ue intenta ad indagare ogni possibile infiltrazione mafiosa della ‘ndrangheta o di altri clan criminali nelle vicende europee. (agg. di Niccolò Magnani) 

LE PRIME DIMISSIONI IN SLOVACCHIA

L’ombra della ‘ndrangheta si fa sentire e il caso di omicidio in Slovacchia si allarga sempre più: pare che gli arrestati non siano solo i tre detti, ma ve ne siano almeno altri sette tutti con legami alla famiglia Vadalà, sospettata dal giornale per cui scriveva il giornalista ucciso Jan Kuciak, di essere legata a sua volta alla mafia calabrese. «Una delle piste investigative porta infatti a Bova Marina, in provincia di Reggio Calabria, da dove, secondo la stampa slovacca, diversi elementi legati alla ‘ndrangheta partirono anni fa alla volta dell’est d’Europa e finirono per avere collegamenti cruciali nella politica e nelle istituzioni di Bratislava», si legge nei report Ansa di questa mattina. Alcuni egli arrestati avevano stretti legami con la consigliera del premier e già nelle prossime ore – dopo le dimissioni del Ministro della Cultura nei giorni scorsi – potrebbero arrivare nuove mosse clamorose. Il report aveva forse scoperto i vari business per “drenare” fondi Ue e riciclare poi soldi “sporchi”. Tra questi, come dicevamo qui sotto, anche la bella Maria Troskowa, sospettata di essere l’anello di collegamento tra la famiglia mafiosa calabrese e i palazzi del potere slovacco. (agg. di Niccolò Magnani)

LEGAMI CON L’NDRANGHETA

Importante svolta nell’inchiesta sull’omicidio del giornalista investigativo Jan Kuciak. La polizia slovacca ha arrestato l’imprenditore italiano Antonino Vadalà: lo scrive il quotidiano locale Korzar. Secondo i media slovacchi, la polizia stamattina ha fatto irruzione negli appartamenti di Michalovce e Trebisov, nell’est del Paese, arrestando anche il fratello Bruno e il cugino Pietro Catroppa. Il giornalista aveva scritto nel suo reportage, pubblicato ieri dal suo giornale, proprio della famiglia Vadalà e dei presunti legami con la ‘ndrangheta. L’inchiesta sull’uccisione del report sta facendo cadere anche le prime teste a Bratislava: dopo le dimissioni del ministro della Cultura, sono arrivate quelle di Maria Troskova, ex fotomodella e oggi assistente del premier Robert Fico, e del segretario del consiglio di sicurezza Vilian Jason. Nel reportage ci sono accuse agli uomini di Fico: i due sono indicati come persone vicine a un imprenditore italiano che farebbe parte della ‘ndrangheta. «”Collegare i nostri nomi con un atto deprecabile (l’assassinio del giornalista) come fanno alcuni politici e media è assurdo», hanno commentato i due in una nota congiunta, spiegando di aver deciso di lasciare gli incarichi fino alla conclusione delle indagini.

SLOVACCHIA, GIORNALISTA UCCISO: TRE ITALIANI IN MANETTE

Lo stesso premier slovacco difende i suoi collaboratori dalle accuse di un presunto legame con l’omicidio del giornalista Jan Kuciak. «Non potete connettere le persone con un assassinio premeditato senza presentare una prova rilevante», aveva dichiarato ieri Robert Fico. Ma sono arrivate poi le dimissioni del ministro della Cultura Marek Madaric. Ora l’opposizione vuole la testa del ministro dell’Interno Robert Kalinak e del capo della polizia Tibor Gaspar. Il terremoto politico in Slovacchia è stato scatenato proprio dall’inchiesta della polizia e dalla pubblicazione dell’articolo di Jan Kuciak sugli affari della ‘ndrangheta. Il reporter investigativo si era occupato in particolare di quattro famiglie ritenute nell’orbita della criminalità calabrese, poi aveva indagato sui legami tra la malavita e gli ambienti politici vicini al premier. Per Kuciak i clan in Slovacchia hanno decine di società e sfruttano milioni di euro dai fondi europei grazie a frodi e manipolazioni. Per il quotidiano ceco Mlada fronte Dnes uno degli imprenditori calabresi avrebbe un business nel settore immobiliare anche in Repubblica Ceca, più precisamente a Na Prikope, una delle strade più prestigiose di Praga.