L’eventuale candidatura olimpica di Torino per i Giochi invernali del 2026 tiene banco nel dibattito politico italiano, ma se ne parlerà solo quando ci sarà il nuovo governo. Questa è almeno la linea di Giovanni Malagò, il presidente del Coni. Sempre rispettoso dei ruoli e delle leggi, il numero uno dello sport italiano non commenta le parole di Beppe Grillo, pur non dimenticando lo “schiaffo” di Roma 2024. Il regolamento Cio prevede che sia la città attraverso il Comitato olimpico nazionale, e quindi il Coni nel nostro caso, a candidarsi per le Olimpiadi. Potrebbero esserci però dei colpi di scena, perché potrebbe spuntare la candidatura di Milano. Cosa succede in caso di due candidature? Stando a quanto riportato da Repubblica, il Coni molto probabilmente sceglierebbe il capoluogo lombardo. Lo stesso Malagò ne avrebbe parlato a livello informale in una recente riunione della Lega di Serie A. Milano sarebbe la prescelta, ma molte gare di sci si svolgerebbero in Valtellina e Torino. Quest’ultima città avrebbe comunque il suo spazio, potendo sfruttare gli impianti costruiti per il 2006. Questa è la soluzione auspicata dal Coni. Sempre che decidano candidarsi entrambe le città. (agg. di Silvana Palazzo)



PERCHÉ M5S HA CAMBIATO IDEA

Dopo le parole di Beppe Grillo sulle Olimpiadi 2026 a Torino subito è risaltata l’incongruenza rispetto alla scelta che nel 2016 portò Virginia Raggi a dire no a Roma 2024. In una conferenza stampa che sancì la delusione di tutto il mondo dello sport, in primis del presidente CONI Giovanni Malagò che tanto aveva investito in quel progetto, la sindaca capitolina disse:”Lo abbiamo detto con forza e non abbiamo mai cambiato idea, non ci piacciono le Olimpiadi del mattone. Non ipotechiamo il futuro dell’Italia, quello che si chiede è di assumere altri debiti per tutti gli italiani e non ce la sentiamo: paghiamo ancora quelle del 1960. Abbiamo detto no a giugno 2015 e lo abbiamo ripetuto in campagna elettorale. Ci siamo astenuti da qualsiasi commento durante e Olimpiadi e le paralimpiadi per la tregua olimpica. Oggi diciamo no alle Olimpiadi dello spreco”. Cos’è cambiato da quella valutazione a quella dei Giochi Invernali 2026? Da quanto lascia trapelare il Movimento 5 Stelle, dopo la presa di posizione di Beppe Grillo, soprattutto il contesto. Se nel settembre 2016 la Raggi disse:”Le Olimpiadi sarebbero un affare per i costruttori. La mia valutazione è che queste Olimpiadi non siano sostenibili dal punto di vista economico. Non ci servono altre cattedrali nel deserto”, a Torino la situazione sembra essere differente. Torino 2006 – per quanto ampiamente criticata da Grillo nel 2013 – ha lasciato in eredità una serie di infrastrutture che ad oggi rendono evidentemente più sostenibile il progetto Torino 2026. Senza l’una, insomma, non sarebbe potuta esserci l’altra…(agg. di Dario D’Angelo)



OLIMPIADI 2026 A TORINO: QUANDO GRILLO CRITICAVA TORINO 2006

Dopo l’apertura di Beppe Grillo alla candidatura di Torino alle Olimpiadi del 2026 infiamma la polemica politica sulle dichiarazioni del fondatore del Movimento 5 Stelle. Soltanto pochi anni fa, infatti, il comico genovese si era espresso negativamente sui Giochi Olimpici Invernali ospitati da Torino nel 2006, imputando proprio alla rassegna a cinque cerchi l’indebitamento del Comune. Nel 2013, sul suo blog, Grillo scriveva:”Torino 2006 è stata una disfatta completa con uno sperpero di denaro pubblico colossale. Le uniche opere positive per la popolazione sono state il completamento della autostrada Torino Pinerolo e la metropolitana”. Inoltre in queste ore sono in tanti a ricordare il no di Virginia Raggi alle Olimpiadi 2024 a Roma. Era il 21 settembre 2016 quando in conferenza stampa la sindaca capitolina annunciò:”E’ da irresponsabili dire sì a questa candidatura”. (agg. di Dario D’Angelo)



OLIMPIADI 2026 A TORINO: GRILLO DICE SI’

Olimpiadi 2026 a Torino? Perché no! Parola di Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle intervenuto telefonicamente ad una riunione degli attivisti torinesi che ieri sera si stavano dividendo sull’opportunità di inviare o meno al CIO (Comitato Olimpico Internazionale) entro fine mese la manifestazione d’interesse ad ospitare i Giochi Olimpici Inversali che si terranno tra 8 anni. Come riportato da Repubblica, Grillo ha dichiarato:”Dobbiamo provare a ideare una Olimpiade diversa, una olimpiade sostenibile. Non possiamo perdere l’opportunità di dimostrare che il Movimento sa raccogliere le sfide e provare a gestire cose complicate“. Nella giornata di ieri erano stati la Camera di commercio di Torino e i sindaci delle valli olimpiche a presentare uno studio di prefattibilità per dimostrare che le Olimpiadi potrebbero essere realmente organizzate in Piemonte. La sindaca Appendino, però, aveva risposto a stretto giro con una nota che aveva spento gli entusiasmi:”Non esiste alcun dossier della città di Torino per la candidatura alle Olimpiadi 2026, né tantomeno quello presentato oggi dalla Camera di Commercio deve essere attribuito alla Città. La presentazione dell’eventuale modello di Olimpiadi non può che avvenire nella fase di dialogo, step successivo alla scelta o meno di manifestazione di interesse“.

L’APERTURA DELLA APPENDINO DOPO LE PAROLE DI GRILLO

Fatto sta che la posizione della sindaca Chiara Appendino si è ammorbidita – e parecchio – sul dossier Olimpiadi 2026 a Torino dopo le parole di Beppe Grillo. La prima cittadina M5s, alla riunione con gli attivisti ha di fatto annunciato che la lettera di manifestazione d’interesse al CIO verrà effettivamente spedita:”La lettera sarà un modo per aprire il dibattito e proporre un modello sostenibile. Con la manifestazione d’interesse potremo sfidare le città che propongono modelli di consumo del suolo, di colate di cemento e di debito. Dobbiamo proporre una Olimpiade che non credi debito pubblico per gli enti locali. Il motto di Torino 2026 dev’essere sostenibilità economia e ambientale“. Da capire adesso come si svilupperà anche il dibattito politico. Il no di Virginia Raggi e del Movimento 5 stelle alle Olimpiadi di Roma 2024 è ancora fresco…