Il 14 marzo saranno passati 10 anni dalla morte di Chiara Lubich, la grande fondatrice del Movimento dei Focolarini, Serva di Dio e una delle donne di fede più importanti del Novecento. Silvia Lubich (il nome di Chiara lo prese per la sua sconfinata ammirazione per la figura di Santa Chiara di Assisi) il 7 dicembre 1943, si consacrò con voti privati a Dio, scegliendolo come il “Tutto” della sua vita. È l’atto di nascita dell’Opera di Maria, movimento ecclesiale riconosciuto dalla Chiesa Cattolica, meglio conosciuto come dei Movimento dei Focolari (i cui aderenti sono i focolarini, ndr). Una vita dedicata e consacrata a Cristo che oggi viene ricordata dalla trasmissione “A Sua Immagine” con una puntata speciale che vada a ripercorrere tanto gli inizi dell’opera di Lubich che la sua eredità nel decennale della sua morte. Dopo i tragici fatti in Ungheria nel 1956 – la rivoluzione repressa nel sangue dalla dittatura sovietica – Chiara Lubich raccolse l’appello di papa Pio XII, che chiedeva «che il nome di Dio ritornasse nelle piazze, nelle case, nelle fabbriche, nelle scuole», fece così nascere i Volontari di Dio, laici che si impegnano a vivere in modo radicale la spiritualità evangelica dell’unità.



Il Movimento poi dei Focolarini venne approvato da Papa Giovanni Paolo II nel 1990 in maniera definitiva, dopo anni di testimonianza ecumenica in giro per l’Italia e l’Europa con la presenza di Chiara Lubich sempre centrale nel rimandare a Gesù ogni elemento vissuto nella propria vita personale. «Nella Chiesa – lei, donna e laica – ha proposto temi e aperture riprese più tardi dal Vaticano II. Nella società mondializzata ha saputo indicare la via della fraternità universale quando nessuno parlava di avvicinamenti tra civiltà. Ha rispettato la vita e ha cercato il senso del dolore. Ha tracciato una via di santità religiosa e civile praticabile da chiunque, non riservata a pochi eletti», ricordano di lei gli aderenti al Movimento dei Focolari oggi, ricordando la grande eredità lasciata dalla Serva di Dio Chiara Lubich.



IL RAPPORTO CON I PAPI

Così la Lubich ricordava la nascita di quel Movimento che resiste anche oggi, al netto di una società secolarizzata e sempre meno “Cristo-centrica”: «Fecondità e diffusione sproporzionate a ogni forza o genio umano, croci, croci, ma anche frutti, frutti, abbondantissimi frutti. E gli strumenti di Dio in genere hanno una caratteristica: la piccolezza, la debolezza… Mentre lo strumento si muove nelle mani di Dio, egli lo forma con mille e mille accorgimenti dolorosi e gioiosi. Così lo rende sempre più atto al lavoro che deve svolgere. Finché, acquisita una profonda conoscenza di sé e una certa intuizione di Dio, può dire con competenza: io sono nulla, Dio è tutto. Quando l’avventura iniziò a Trento, io non avevo un programma, non sapevo nulla. L’idea del Movimento era in Dio, il progetto in cielo». Chiara Lubich aveva un rapporto molto stretto con tutti i Papi che hanno accompagnato la nascita, la formazione e l’affermarsi del Movimento a livello italiano e mondiale: in particolare, nel suo lungo rapporto e amicizia con Papa Giovanni Paolo II, si fu una completa sintonia sul “Totus Tuus”, il messaggio centrale del papato di Karol Wojtyla.



«Il Santo Padre apprezzava il genio di questa donna. Lei lavorava nella Chiesa e infuocava  il cuore con la carità. Il Santo Padre lo comprendeva bene, intuiva tutto questo ed era vicino a Chiara. Posso dire che la chiamava personalmente per ogni suo onomastico o s’incontrava con lei. Tante volte l’ha accolta in Vaticano e hanno parlato su diversi argomenti, prima di tutto sull’ecumenismo, sul dialogo con le religioni non cristiane. In tutti questi campi Chiara aiutava il Santo Padre con cuore attento e con la sensibilità del genio femminile a lei proprio. D’altra parte lui appoggiava il Movimento,  è stato sempre vicino, in tutte le circostanze era con lei», raccontava in una testimonianza del 2008 il segretario personale di San Giovanni Paolo II. Durante i funerali di Chiara Lubich venne letto davanti ad una folla immensa di persone venute a salutare quella piccola ma grandissima donna di fede un messaggio personale di Papa Benedetto XVI: «Donna di intrepida fede, mite messaggera di speranza e di pace», la definitiva Ratzinger, affidandola a quell’abbraccio eterno che solo Dio può concedere.

LA PUNTATA SPECIALE DI “A SUA IMMAGINE”

In concomitanza con il decimo anniversario della scomparsa di Chiara Lubich, il programma “A Sua Immagine”, in onda oggi 11 marzo alle 10.30 su Rai1, ne ricorderà la figura con uno speciale dal titolo “Credere nell’amore”, trattando delle vicende e della sua spiritualità, oggi diffusa in tutto il mondo. In studio per parlare di una delle donne di fede più importanti del Novecento, ci saranno il teologo Piero Coda, l’imam di Teramo Mustapha Baztami e la focolarina Antonia Testa. Non mancheranno rappresentanti del Movimento fondato dalla Lubich, compreso il presidente dei Focolari Maria Voce: interverranno anche il gruppo internazionale Gen Rosso, una delle band più note della christian-music planetaria, fondato dalla stessa Lubich nel 1966 per testimoniare il cristianesimo anche attraverso la musica. Al termine dello speciale, ci sarà anche un collegamento con tanto di piccola visita alla casa sui Castelli Romani dove la Lubich visse per quasi 40 anni e vi morì l’ormai lontano 14 marzo 2008.