Nella giornata che ha segnato una svolta nelle indagini sull’omicidio della giovane Pamela Mastropietro, con la confessione di Innocente Oseghale (incastrato anche da una intercettazione carpita durante un colloquio in carcere) e che ore è il principale indiziato del brutale assassinio, ci sono delle novità anche in relazione a quelli che potrebbero essere stati due dei suoi complici. Il Tribunale del Riesame di Macerata ha infatti respinto il ricorso presentato dai legali di Awelima Lucky e Lucky Desmond circa una loro scarcerazione: insomma, i due ragazzi restano in carcere a Montacuto (Ancona) dato che su di loro continuano a pesare pesanti indizi per concorso in omicidio volontario e anche vilipendio di cadavere come emerso al termine del loro interrogatorio di garanzia dello scorso febbraio, dal momento che Oseghale potrebbe non avere agito da solo. Tuttavia, non è ancora chiaro da fonti investigative se Lucky e Awelima siano gli unici sospettati di aver partecipato all’omicidio e all’occultamento del cadavere di Pamela Mastropietro. (agg. di R. G. Flore)
L’INTERCETTAZIONE CHE INCASTRA OSEGHALE
A distanza di alcune settimane dall’avvio delle indagini sulla terribile fine di Pamela Mastropietro, la 18enne fatta uccisa e fatta a pezzo, il giallo sembra essere ormai giunto ad una svolta decisiva. Dopo il ritrovamento del Dna di Innocente Oseghale sul cadavere della ragazza, sarebbe stato lo stesso, intercettato, a fornire la soluzione definitiva. Il nigeriano, come riporta Il Giornale, sarebbe stato intercettato in carcere durante gli incontri con la compagna ed i loro incontri sarebbero stati registrati a loro insaputa. Come spiegato dal quotidiano, proprio durante uno dei colloqui Oseghale avrebbe detto alla compagna: “Ho ucciso io Pamela, ho fatto tutto da solo”. Le sue parole suonano oggi come una terribile e cruda confessione che non lascerebbe altro spazio a dubbi. Grazie alle conversazioni registrate, dunque, sarà possibile a breve giungere all’attesa svolta in quanto il nigeriano avrebbe aggiunto anche altri dettagli attualmente al vaglio degli inquirenti. Questi ultimi, infatti, non sarebbero del tutto convinti del fatto che Innocente abbia agito da solo e proseguono quindi le ricerche del presunto (o dei presunti) complice che avrebbe aiutato il nigeriano ad uccidere Pamela. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
DNA DI OSEGHALE SUL CORPO DELLA 18ENNE
A quasi due mesi e mezzo dall’uccisione atroce di Pamela Mastropietro, la diciottenne romana uccisa e fatta a pezzi a Macerata, arriva la prima importante svolta che confermerebbe le accuse finora avanzate. Secondo quanto reso noto da Il Resto del Carlino, il Dna di Innocente Oseghale, il primo arrestato di questa terribile vicenda è stato trovato proprio sul cadavere della ragazza. E’ quanto trapelato dai dati degli accertamenti condotti dai Ris e che hanno evidenziato anche un’altra terribile verità: chi ha ucciso Pamela ha poi lavato ogni parte del suo corpo con la candeggina. Si spiegherebbero così i tagli e le mutilazioni, al fine di immergere ogni singolo pezzo nella candeggina. Nonostante l’inumano trattamento però, non tutte le tracce biologiche sarebbero state cancellate e gli esperti sono riusciti infatti ad individuare due tracce. Una sarebbe riconducibile al Dna di Oseghale, l’altra con il tassista che avrebbe passato il pomeriggio precedente con lei. Dopo questa scoperta, dunque, la posizione del nigeriano va a compromettersi ulteriormente. Quest’ultimo aveva più volte ribadito la tesi della morte per overdose, sostenendo di averla accompagnata a casa, poi di averla vista stare male, quindi di essere fuggito. Le tracce biologiche però non mentono sebbene le indagini non siano ancora del tutto chiuse.
OMICIDIO MACERATA: PROCEDONO LE INDAGINI
Gli inquirenti stanno procedendo a raccogliere altri Dna da immigrati che potrebbero aver avuto un ruolo nell’omicidio di Macerata, mentre nei prossimi giorni sarà compiuto un nuovo sopralluogo nell’appartamento dove quasi certamente Pamela Mastropietro sarebbe stata uccisa. In merito all’accertamento che sarà compiuto il prossimo martedì nell’abitazione di Innocente Oseghale, la procura ha provveduto a nominare un geometra che analizzerà nel dettaglio le mattonelle della casa. Non si conoscerebbe ancora il motivo e lo scopo di tale accertamento meticoloso. Secondo quanto appreso dal resto del Carlino, nel cellulare di Awelima è stata rinvenuta una foto del 22 gennaio scorso molto importante nella quale era immortalato circa un etto di sostanza, quasi certamente eroina in una stanza con mattonelle simili a quelle in cui sarebbe stata uccisa Pamela Mastropietro. Questo, dunque, andrebbe a confermare la presenza di Lucky nella mansarda, sebbene abbia finora negato. Non sarebbe vero neppure che Oseghale non spacciasse eroina e proprio la foto potrebbe confermare la conoscenza tra quest’ultimo e Awelima ed entrambi saranno interrogati la prossima settimana.