Carmelo Cipriano, il maestro di karate arrestato nell’ottobre 2016 con l’accusa di aver avuto rapporti sessuali con alcune allieve minorenni della sua palestra di Lonato del Garda, ha scelto il rito abbreviato. Il processo si aprirà il 28 marzo. Il suo legale aveva chiesto tre perizie neuro psichiatriche, una sull’assistito e le altre sulle due ragazze che lo accusano, ma il gip ha rigettato la richiesta. In cinque si sono costituiti parte civile tra ragazze, genitori delle stesse e l’associazione La Caramella Buona, che lotta contro la pedocriminalità. Sempre per il 28 marzo è stata fissata l’udienza preliminare di altri due adulti coinvolti nell’inchiesta. «I genitori sono sempre gli ultimi a sapere queste cose», dice la mamma di una delle due ragazze. Negli ultimi mesi anche loro sono finiti nel mirino. «Attenzione quando parlate, perché fate molto male», aggiunge in lacrime la donna ai microfoni di Raiuno. A far discutere sono però le dichiarazioni dell’ex moglie, che no vuole assolverlo ma al tempo stesso non lo definisce un mostro. Chiede «un giusto ridimensionamento dei fatti oggetto di enfatizzazione ed esagerazione, anche mediatica», oltre che di dare il giusto peso alle dichiarazioni. La signora cita alcuni messaggi che un’allieva avrebbe inviato all’istruttore poco prima di lasciare la palestra, in cui lo accusa di «averla messa da parte. Sostituita con la prima che è passata». L’ex moglie del maestro ipotizza che «il suo obiettivo era quello di punire il mio ex marito in modo eccessivo, e allontanare da lui la ragazza con cui aveva un rapporto di amore vero», che peraltro era a sua volta minorenne… «Forse non si sentiva più al centro dell’attenzione. E forse prima di farsi promotrice della non violenza avrebbe dovuto pensare bene a ciò che stava dicendo e facendo. Soprattutto perché quando si spegneranno i riflettori sarà dura fare i conti con la propria coscienza». 



BRESCIA, MAESTRO KARATE ABUSAVA DELLE ALLIEVE MINORENNI

L’indagine della Procura ha preso il via dalla denuncia di un’allieva di Carmelo Cipriano, dodicenne all’epoca dei primi palpeggiamenti dell’istruttore di karate, avvenuti durante un pigiama party in palestra. La giovane, oggi 22enne, ha raccontato agli inquirenti che fino a 15 anni ha continuato ad avere rapporti completi con l’imputato. La prima volta il 31 dicembre 2009 a 13 anni. «Non ero felice e non volevo avere rapporti con lui e questo lo faceva arrabbiare moltissimo. Mi controllava sistematicamente il telefono e si adirava quando gli rappresentavo che intendevo fare altre cose al di fuori della palestra», ha fatto mettere a verbale. Agli atti anche la denuncia dei genitori di un’altra ragazza che ha avuto una lunga relazione con Cipriano. «Lui era conscio che ero minorenne», ha assicurato in Procura. Nell’impianto accusatorio un ruolo importante hanno sms e chat, tasselli che la difesa del maestro di karate proverà a scardinare con le proprie indagini investigative. Secondo la Procura comunque l’imputato avrebbe avuto rapporti con le sue allieve, tutte minorenni, fin dal 2003. «La sua condotta denota una totale assenza di freni inibitori ed un totale sprezzo delle regole di civile convivenza e di mancanza di rispetto per la vita altrui, dimostrando infine di essere avvezzo all’uso della violenza e della prepotenza e di farvi ricorso con assoluta disinvoltura», ha scritto il pm Ambrogio Cassiani quando a ottobre ha chiesto, e ottenuto, l’arresto di Cipriano. Quest’ultimo si è separata dalla moglie, non coinvolta nella vicenda, qualche settimana dopo l’arresto.

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