L’hotspot Ldi ampedusa chiude per ristrutturazione. Era stata la meta del primo pellegrinaggio di papa Francesco quando era diventato pontefice, l’isola di Lampedusa, proprio per toccare con mano i disgraziati che sopravvivevano ai viaggi clandestini dal nord Africa e qui trovavano il primo pezzo di terra dove essere accolti. Lampedusa per anni ha vissuto in uno stato di emergenza continua, con migliaia di arrivi all’anno fino a quando non si sono aperti centri di accoglienza in altre partii d’Italia (che poi hanno portato alle proteste degli italiani residenti, ma è un altro discorso). Poi il centro di accoglienza era stato devastato da un incendio acceso dagli stessi profughi che protestavano contro i lunghi tempi di detenzione e le condizioni di vita. Da allora è rimasto solo un hotspot, un centro dove i migranti vengono identificati e quindi avviati altrove. Una cosa che dovrebbe durare al massimo qualche giorno, invece qui, tra le macerie ancora esistenti del vecchio centro di accoglienza, vivono almeno un centinaio di tunisini. Qui si sono recati nei giorni scorsi si sono recati per un sopralluogo avvocati, ricercatori e mediatori culturali della Coalizione italiana per le libertà e i diritti civili (Cild), dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) e di Indiwatch.
CHIUSURA TEMPORANEA DELL’HOTSPOT DI LAMPEDUSA
Il rappresentante Usb dei Vigili del fuoco Costantino Saporiti ha avuto il permesso di entrare dentro, tre locali che sarebbero inagibili per via dell’incendio e invece ospitano i profughi: quello che ha trovato è stato definito ripugnante. Degrado totale, ha detto, fra macerie, sporcizia che nessuno porta via, letti senza materassi e coperte, solo alcuni pezzi di gommapiuma lerci. Fuori della palazzina un bivacco all’aperto sotto a una palafitta in ferro dove la sporcizia abbonda. I responsabili dell’hotspot rifiutano di avvicinarsi per motivi di sicurezza: “Nell’hotspot non esiste una mensa e il cibo che gli ospiti consumano in stanza o all’aperto è di scarsissima qualità” e inoltre i bagni non hanno le porte. Qui rimangono anche per mesi. Nell’hotspot ci sono tre vigili del fuoco in servizio ma non vengono pagati in modo regolare, fanno turni anche di dodici ore. Oggi pomeriggio al ministero degli interni una riunione con il il capo Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, il direttore centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere del dipartimento di pubblica sicurezza ed il sindaco di Lampedusa. Si è deciso di provvedere al progressivo svuotamento della struttura in tempi brevi e alla chiusura temporanea. Dovrebbero partire lavori di ristrutturazione.