Sono state tante le soddisfazioni di Ivano Beggio, patron dell’Aprilia morto a Montebelluna oggi, tra queste anche diverse non legate al mondo della motociclismo. A Roma nel 1998 è stato nominato Cavaliere del lavoro e si legge nella proclamazione: “E’ presidente dell’Aprilia, azienda produttrice di mtoociclette e scooters. Ivano Beggio ha trasformato l’attività artigianale paterna nel settore della bicicletta in un’affermata e nota azienda con grandissimi livelli di innovazione tecnico-produttiva. […]“. Successivamente è stato nominato anche Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana su proposta diretta della Presidenza del Consiglio dei ministri. Nel 1999 ha ricevuto la Laurea honoris causa in ingegneria meccanica dall’Università di Pisa e nel 2002 quella in economia aziendale dall’Università di Venezia. (agg. di Matteo Fantozzi)



LO STORICO PATRON DELL’APRILIA

E’ morto Ivano Beggio, imprenditore italiano leggenda del motociclismo mondiale. E’ stato lo storico patron dell’Aprilia prima della cessione dell’azienda nel 2004. Se ne è andato all’età di 73 anni per via dell’aggravarsi di una malattia, in quel di Montebelluna, in provincia di Treviso. Nato vicino a Venezia, Beggio ebbe la capacità di riuscire a trasformare l’Aprilia da marchio di nicchia, a colosso mondiale del mondo motociclistico. L’azienda venne ereditata dal padre nel 1969, e nel giro di meno di trent’anni fu protagonista di un’ascesa vertiginosa. Nel 1998 ricevette il titolo di Cavaliere del lavoro, con l’Aprilia che aveva raggiunto «elevatissimi livelli di innovazione tecnologico-produttiva – si leggeva nella motivazione del conferimento dell’epoca – l’azienda è passata da un fatturato di 7 miliardi di lire del 1982 agli oltre 970 del 1997. Dai 50mila motoveicoli prodotti nel 1991 al 290mila del 1997 dei quali il 45% destinati all’export. Le moto con il marchio Aprilia si sono aggiudicate 9 campionati del mondo, con più di 70 vittorie nei gran Premi, confrontandosi con i colossi dell’industria motoristica giapponese».



ERA AMATISSIMO DAI SUOI DIPENDENTI

Nell’azienda di Noale, Beggio era ben voluto da tutti, perché era il classico “padrone” che aiutava sempre chi aveva bisogno di una mano, un po’ come fece un’altra leggenda dell’industria motoristica italiana come Enzo Ferrari. Arrivò ad avere 1200 dipendenti, ed era considerato, come scrive La Repubblica, quasi una sorta di Faraone per le persone che gli stavano accanto. Oltre a Cavaliere del Lavoro, fu insignito anche del titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, ottenendo anche due lauree honoris causa in ingegneria meccanica e in economia aziendale. Un imprenditore moderno e dalla visione futuristica, visto che riuscì a scoprire talenti che poi sarebbero entrati nella leggenda del motociclismo, su tutti Valentino Rossi e Max Biaggi, che vinsero proprio i primi titoli con Aprilia, senza dimenticarsi di Melandri, Poggiali, Locatelli e molti altri. Se ne va quindi un grandissimo del made in italy, sia industriale quanto sportivo.

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