Lutto nel mondo del giornalismo sportivo. Nelle scorse ore è morto Luigi Necco, storico volto di 90esimo minuto, noto programma della Rai. Si è spento a Napoli, all’età di 83 anni (ne avrebbe dovuti compiere 84 il prossimo mese di maggio), e si è reso protagonista di alcuni episodi poi divenuti storici nel mondo del giornalismo sportivo. Nel 1986, ad esempio, in occasione del campionato del mondo di Città del Messico, chiese a Diego Armando Maradona se il famoso gol di mano segnato contro l’Inghilterra era più «La mano de Dios o la cabeza de Maradona». E il Pibe de Oro rispose «Tutte e due». Era il cronista del Napoli, fisso allo stadio San Paolo ogni qual volta gli azzurri giocavano i match casalinghi, e fu lui a coniare l’espressione «Milano chiama, Napoli risponde», quando entrava in collegamento per la diretta.



L’ATTENTATO MAFIOSO

Negli anni ’90 ha condotto anche il programma Mi manda Raitre, in onda appunto sulla terza rete della televisione di stato, per poi passare a Mediaset, dove per un breve periodo fece le dirette dai campi per Buona Domenica. Luigi Necco è famoso anche per aver subito un attentato di stampo mafioso, precisamente il 19 novembre del 1981, in un ristorante di Avellino. Il giornalista fu “colpevole” di aver reso pubblico un incontro fra Raffaele Cutolo, boss della camorra, e Antonio Sibilia, presidente dell’Avellino. Quest’ultimo, in compagnia del noto calciatore brasiliano Juary (quello che quando segnava ballava attorno alla bandierina del calcio d’angolo), incontrò il malavitoso di cui sopra durante la pausa pranzo di un’udienza, e nell’occasione gli fece consegnare dal calciatore una medaglia d’oro. Il gesto fece scalpore, e Luigi Necco pagò le conseguenze per averlo denunciato.

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