Un evento non è tale se non riesce a smuovere il pubblico, gli appassionati e gli addetti del settore e sicuramente Tempo di libri è riuscita nell’intento. La fiera milanese ha chiamato a raccolta lettori, amanti del settore e lavoratori mettendo a segno un vero e proprio boom con numeri esorbitanti e, soprattutto, in crescita rispetto alla scorsa edizione. Cinque sentieri tematici, oltre 420 espositori e un vero e proprio record di visitatori che permettono alla Fiera Internazionale dell’Editoriea organizzata dall’Associazione Italiana Editori e Fiera Milano, di chiudere con oltre il 60% in più di visitatori rispetto all’edizione 2017 e, in particolare, con un totale di 97.240 biglietti staccati e presenze registrate. Oltre 16mila sono stati gli studenti (tra elementari, medie e superiori) che hanno presto parte all’evento con le loro classi con un record anche sul fronte del digitale. Gli stessi organizzatori fanno sapere che dall’8 marzo a oggi più di 2,1 milioni di utenti sul web hanno seguito Tempo di Libri tramite i canali social ufficiali. Un sicuro trampolino di lancio anche per la prossima edizione, polemiche permettendo. (Hedda Hopper)



Milano-Torino, nessun asse della cultura?

La seconda edizione milanese di ‘Tempo di libri’ si è appena conclusa con buoni risultati sul fronte dell’interesse del pubblico. Sebbene ci siano ancora buoni margini di miglioramento, non sembrano esserci dubbi sul fatto che una terza edizione si farà. Dopo un’inizio abbastanza difficile, infatti, anche Milano sembra avere conquistato l’obiettivo prefissato a discapito della versione originale torinese. Ma Andrea Kerbaker, direttore dell’evento organizzato nella città meneghina non sembra disposto a fomentare le polemiche tra le due città, come precisato nell’intervista rilasciata a La Stampa: “Io sono il primo a tifare per il successo del Salone di Torino, io sono felice quando gli altri hanno successo. Un’anomalia due saloni in un’Italia che legge poco? Sa quante anomalie ha il nostro Paese? Le città d’arte sono tantissime, a cominciare da Roma, Venezia e Firenze, averne tante non significa guerra fratricida, ma fare massa critica, avere qualcosa in più”.



Cresce l’interesse per Tempo di libri

Sebbene il numero di visitatori non sia ancora quello sperato, Andrea Kerbaker si dice soddisfatto per i risultati raggiunti, dopo una prima edizione che agli occhi dei più attenti era risultata un vero flop. Certo, molte cose vanno ancora aggiustate, ma questa appare come la strada giusta: “Per esempio, le librerie antiquarie dovranno avere più visibilità e i flash mob, come quello che abbiamo organizzato fermando la fiera sui versi dell’Infinito di Leopardi, andranno fatti più coralmente, avvertendo la gente che si tace per un minuto, magari con un volantino”. E sulla prossima edizione, il direttore conferma di avere già alcune idee, chiamando in causa Le Cinque giornate di Milano, magari con il paragone con i cinque vizi capitali. Nulla di concreto comunque, considerando che la seconda edizione si è conclusa da poco. E sulla presenza di due saloni in pochi mesi in due regioni confinanti, è difficile pensare all’alternanza di cui si è tanto parlato nei giorni scorsi. Al contrario, “spero, ribadisco, che andranno benissimo entrambi. Con l’amico Lagioia ho ottimi rapporti e sarò a Torino a maggio come ho sempre fatto. Più si parla di libri e meglio è, glielo dico da intenditore».

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