Francesco Pecoraro, 52 anni, nella giornata odierna è rientrato in Italia dopo l’arresto avvenuto lo scorso gennaio nell’ambito della maxi operazione ribattezzata “Stige”. Era stata la Dda di Catanzaro ad emettere nei giorni scorsi una ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di associazione a delinquere di tipo mafioso. Secondo le accuse, si legge nel comunicato della Polizia di Stato, Pecoraro fungeva da collante e garante in Germania del clan calabrese Farao-Marincola. L’uomo, dunque, avrebbe favorito l’espansione degli affari della cosca in territorio tedesco attraverso diverse attività commerciali. L’indagine è stata molto ampia ed aveva portato ad accertare come il clan Farao-Marincola fosse riuscito ad estendere il proprio controllo in interi Länder. Partendo da Cirò Marina, dunque, la ‘ndrangheta si era infiltrata ben al di là dei confini calabresi, uscendo addirittura da quelli italiani dopo essersi ramificata al Nord del nostro Paese. Nell’ambito della medesima operazione Stige erano stati eseguiti 169 persone tra l’Italia e la Germania. A finire in manette erano stati anche tre sindaci del crotonese oltre che il presidente della provincia, Nicodemo Parrilla. Oltre agli arresti erano stati eseguiti sequestri di beni per il valore di oltre 50 milioni di euro.
LE INDAGINI: 169 ARRESTI E SEQUESTRI BENI A GENNAIO
Grazie all’eccellente operazione del reparto Ros di Catanzaro, erano stati totalmente sviscerati i collegamenti tra tutti gli affiliati, grazie anche al supporto strategico/operativo dello SCIP – Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza per le operazioni all´estero. L’arrivo di Francesco Pecoraro in Italia è avvenuto nella mattinata odierna, quando è atterrato all’aeroporto Fiumicino di Roma, scortato ovviamente dagli Agenti dello SCIP. Dopo la sua estradizione verso l’Italia, sono state ultimate tutte le operazioni formali che hanno confermato il suo arresto prima del suo trasferimento ufficiale presso la competente Casa Circondariale, disposizione dell’autorità giudiziaria calabrese. Stando a quanto era emerso dalla maxi operazione messa a segno a scapito dei Farao-Marincola, grazie anche all’aiuto di Pecoraro, in Germania erano riusciti a creare una fitta rete commerciale imponendo a ristoranti e pizzerie l’acquisto di diversi prodotti di origine calabrese, dalla pasta per la pizza al vino di Cirò.