Dopo due giorni siamo di nuovo qui a scrivere della bella lettera inviata da Benedetto XVI per la presentazione di alcuni volumi di teologia ispirati e dedicati al magistero di Papa Francesco: non per rimangiarci tutto, assolutamente, ma per una completezza di notizia e di verità che tutti e due i Pontefici hanno e continuano strenuamente a testimoniare nel loro splendido insegnamento del Vangelo. Sono sorte infatti alcuni importanti polemiche a seguito di quella lettera visto che durante la presentazione in Sala Stampa Vaticana di quei volumi era stata letta per intero la lettera di Ratzinger, mentre poi è stata pubblicata nel comunicato con una parte omessa. E omesso è anche il reportage che ne hanno fatto tutti i vaticanisti presenti in sala, tranne uno – Sandro Magister per l’Espresso – che ha provveduto a pubblicare il giorno dopo l’intera lettera scritta dal Papa Emerito (e qui sotto la riportiamo anche noi integrale). Un piccolo giallo che non modifica minimamente il senso della lettera, dove Ratzinger difende non solo l’operato di Bergoglio ma anche la sua formazione teologica da alcune frange della Chiesa criticata e considerata “minima” se non addirittura “assente”: Benedetto XVI reputa infatti stolto questo pregiudizio e affonda il colpo spiegando «Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi». In seguito però la lettera afferma che quei volumetti non sono stati letti da Ratzinger e per questo non può commentarli ulteriormente, tutto qui.



LA LETTERA INTEGRALE DI PAPA RATZINGER

Ecco dunque la lettera integrale, con la parte mancante omessa in un primo momento dal comunicato del Vaticano: «Reverendissimo Monsignore, La ringrazio per la sua cortese lettera del 12 gennaio e per l’allegato dono degli undici piccoli volumi curati da Roberto Repole. Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi. I piccoli volumi mostrano, a ragione, che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento. Tuttavia non mi sento di scrivere su di essi una breve e densa pagina teologica perché in tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche, non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti. Sono certo che avrà comprensione e la saluto cordialmente. Suo, Benedetto XVI».



IL “MISTERO” DEL PHOTOSHOP

Vatican Insider questa mattina con Andrea Tornielli racconta bene il piccolo mistero, con la parte mancante in un primo momento omessa in cui Ratzinger ammette di non aver letto i volumetti e quindi, giustamente, declina l’invito a commentarli ulteriormente. «il Prefetto della Segreteria per la comunicazione, monsignor Edoardo Viganò, in apertura dell’incontro-conferenza stampa che si è svolto lunedì 12 marzo, aveva dato lettura del testo integrale, dunque anche del paragrafo omesso, che era stato reso pertanto noto ai molti giornalisti presenti», spiega Tornielli. Vi è poi un secondo giallo, forse più “imbarazzante” e anche qui sinceramente poco spiegabile: la foto diffusa da Vaticano della lettera di Ratzinger vede le ultime due righe, che sono quelle che introducono il passaggio omesso nel comunicato, sfuocate con ritocco photoshop, come avrebbe ammesso lo stesso Vaticano con l’Associated Press (come spiega ancora Vatican Insider). Insomma, un duplice “errore” che poteva essere evitato e che rischia di “sporcare” un messaggio bello, spontaneo e sincero che il Papa emerito ha voluto dedicare al suo successore nei cinque anni di Pontificato compiuti il 13 marzo. Alcuni commentatori hanno osato dire che le parole di Ratzinger dure – “lo stolto pregiudizio” – sarebbero state suggerite da Viganò, ma su questo la Stampa smentisce in toto: «a quanto risulta a La Stampa quell’espressione non era contenuta nella richiesta di Viganò ed è pertanto interamente attribuibile al Papa emerito».

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