Mentre il pubblico ministero sta cercando di indagare sulla cause che hanno portato alla caduta dell’anziano pensionato a Genova San Fruttuoso, il Secolo XIX pubblica per la prima volta il nome della povera vittima: si chiama Emilio Quinto, aveva 87 anni ed era molto conosciuto nel quartiere visto che era un artigiano in pensione amato da tanti. Federico Minotti, il pm di Genova che indaga sul caso, vuole andare a fondo e scoprire perché quella buca era lì ferma da due anni con i lavori pubblicati per la causa in tribunale. I residenti questa mattina sono scesi in strada impauriti per quanto successo a pochi metri da casa, con alcune scene di proteste evidenti contro l’amministrazione comunale ritenuta responsabile per la gestione dell’intera, complicata, vicenda. Va ricordato che la via dove si è aperta la voragine, Via Berno, è una strada privata realizzata alcuni decenni fa attraverso la “tombinatura” del rio Rovare e che purtroppo fin dal 2011 presenta problemi e voragini gravi nell’asfalto che hanno portato oggi alla tragedia probabilmente del tutto evitabile. Non sono infatti servite ben tre alluvioni per provare a far mettere in sicurezza parti della città (e della regione) che purtroppo, ad ogni peggioramento del meteo, rischiano di compromettersi sempre di più. (agg. di Niccolò Magnani)
IPOTESI MALORE PER LA CADUTA
La polizia continua ad indagare sulle cause che avrebbero portato alla caduta dell’anziano 87enne nella voragine creatasi nel quartiere di San Fruttuoso a Genova e l’ipotesi che sembra prendere sempre più piede ha a che fare proprio con un malore. Quella che oggi si è trasformata in una sorta di trappola mortale per la povera vittima, il cui cadavere è stato scorto da alcuni residenti della zona, in realtà già da alcuni anni aveva dato i primi segnali preoccupanti in seguito al cedimento di alcuni tratti di terreno in via Berno, strada costruita ai margini della tombinatura del rio delle Rovare. Intanto, come fa sapere TgCom24, la procura ha aperto un’indagini con l’ipotesi di omicidio colposo a carico di ignoti. Non si esclude che la vittima, Emilio Quinto, possa essere uscita in strada per chiedere aiuto in seguito ad un malore in corso per poi cadere nella voragine transennata. Quella voragine rappresenta il segno evidente di una serie di liti in corso tra Comune e privati avviate ormai da anni. Da quasi un ventennio, infatti, ci sarebbero in corso battaglie legali che vedrebbero da una parte alcuni privati e dall’altra il Comune di Genova protagonisti di un annoso dibattito al Tar sulla situazione di estremo pericolo esistente da tempo.
Due le cause registrate al Tar, una delle quali riguarda il ricorso di una cittadina presentato nel settembre 2000 contro il Comune nei confronti del consorzio utenti e di un condominio di via Berno in cui chiedeva l’annullamento del “provvedimento di ricostruzione del tratto di canalizzazione per eliminare il pericolo per l’incolumità pubblica e privata”. Causa poi chiusa dopo che il tar aveva respinto la richiesta della cittadina che a sua volta non aveva voluto proseguire la sua battaglia. Il nuovo ricorso della stessa ricorrente, insieme ad altri due privati si era ripetuto nel 2014. Una guerra legale certamente lunga e che ha contribuito a peggiorare ulteriormente la situazione. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
CONTENZIOSO COMUNE-RESIDENTI SU BUCA
Il dramma avvenuto per le strade di Genova è purtroppo una di quelle “tragedie annunciate” dovute al maltempo, alla struttura del terreno ligure e alla mala gestione degli scorsi anni. La buca, come scriveva il collega qui sotto, era lì presente dal 2016, dopo l’ultima alluvione enorme per le strade di Genova: il motivo era un contenzioso nato tra il Comune e i residenti proprio per quella parte di asfalto da cui purtroppo questa mattina si è creata la voragine che ha inghiottito il povero anziano, ritrovato senza vita all’interno con le sue ciabatte a pochi metri di distanza. «Il Comune stava intervenendo in danno dopo l’alluvione del 2011 e i condomini hanno bloccato i lavori. È stato allora ufficializzato che la responsabilità era dei privati. Poi c’è stata l’alluvione del 2014, e nel 2016 si è aperta questa nuova voragine», ha spiegato all’Ansa il presidente del Municipio di Bassa Valbisagno, Massimo Ferrante. Con la vicenda arrivata in tribunale i lavori si sono fermati e interrotti e la situazione è ovviamente peggiorata fino alla tragedia di questa mattina: ora le responsabilità andranno ben comprese e scatteranno delle indagini, ma intanto il danno provocato è enorme. (agg. di Niccolò Magnani)
ANZIANO CADE IN UNA VORAGINE CREATA DAL MALTEMPO
Genova è tutta un buco, si allaga a ogni goccia di pioggia, la gente annega come topi, i fiumi escono dai corsi, la speculazione edilizio ha reso le colline sovrastanti montagne senza radici, pronte a crollare ogni momento. Dal dopoguerra nessuna giunta comunale si è mai preoccupata di metterla in salvo. Succede così che un uomo di 87 anni cada e muoia in una buca provocata dall’alluvione del 5 marzo 2016 a valle di un’altra voragine aperta dall’alluvione del 4 novembre 2011. C’è un cantiere lì, ma non ha mai finito i suoi lavori. L’uomo, un pensionato, c’è caduto dentro e il suo cadavere è stato trovato stamane, non si sa quando è avvenuto l’incidente. Intorno alla buca una semplice transenna di quelle che non servono a niente.
Gli abitanti del quartiere di San Fruttuoso dove è avvenuto l’episodio, sono scesi in strada a protestare furiosamente per questi lavori fatti con disinteresse, malamente e senza finirli mai. Ma sarà un’altra delle tanti morti genovesi senza risposta, per una città abbandonata dai suoi amministratori. Quella buca era stata transennata dopo l’alluvione in attesa che il consorzio che gestisce via Berna dove si trova la mettesse in sicurezza, ma cinque anni dopo, mentre intanto più sotto si era aperta una voragine, non è mai stato completato il lavoro.