È tutta una guerra di spie: nel 2018 siamo ancora qui a parlare di omicidi, avvelenamenti e possibili controspionaggi. Non siamo in un film di James Bond ma nel pieno della crisi diplomatica tra l’Inghilterra, l’Unione Europea e la Russia di Putin, per di più con l’aggiungersi del caso Glushkov di cui è certo ormai che siamo morto strangolato dopo anni di esilio. Intanto dopo il vertice a Parigi tra Emmanuel Macron e Angela Merkel arriva una durissima condanna, ancora, contro la Russia considerata responsabile e molto da vicino con i casi Skripal e forse anche Glushkov: «Condanniamo l’ingerenza russa. Tutto porta a credere che sia stata la Russia a condurre questo tentativo di assassinio sul suolo britannico. Sono in molti a pensare che la Russia sia responsabile ed è bene che il governo britannico abbia posto questo problema sul scala internazionale», spiegano i due leader europei nel vertice bilaterale europeo. La situazione è estremamente difficile, spiega Macron, «e insieme ora dobbiamo prendere una reazione che sarà appropriata». Intanto ancora Peskov dal Cremlino parla “al posto” di Putin (di cui ancora si attende un giudizio-commento ufficiale sulla vicenda) e minaccia contro ritorsioni: «in qualsiasi momento, non tarderanno ad arrivare. Tutti i dettagli, naturalmente, saranno ben studiati e soddisferanno pienamente gli interessi del nostro Paese». 



L’ESULE GLUSHKOV È STATO STRANGOLATO

Non c’è spazio al momento per uno schiarirsi nei rapporti tra Regno Unito e Russia: dopo che il ministro degli Esteri Johnson ha accusato Putin, in poche parole, di essere il mandante dell’avvelenamento dell’ex spia russa Skripal, sorgono novità anche il caso di Nikolai Glushkov. L’amico dell’oligarca russo anti-Putin Berezovski è stato trovato morto a Londra qualche giorno dopo l’avvelenamento con gas nervino di Skripal e della figlia e fin da subito si è pensato ad un dimensione unica per le indagini: «E’ stato strangolato in circostanze al momento inspiegabili», spiega Scotland Yard dopo i primi risultati dell’autopsia condotta sul corpo dell’amico dell’oligarca. Va ricordato che lo stesso Boris Berezovski fu trovato morto in circostanze assai poco chiare nel 2013, e da allora non sono emerse particolari novità su quella morta, come del resto rischia di “risolversi” anche questo caso avvenuto però in terra straniera. La polizia per ora sostiene che non esistono collegamenti tra l’assassinio di Glushkov e il tentato omicidio di Sergei e Yulia Skripal. Certo è che i riflettori sulla Russia sono più accesi che mai, specie a poche settimane dalle nuove elezioni che potrebbero rieleggere, con gran probabilità, “lo zar” Vladimir. La comunità internazionale è scatenata contro la Russia e sarebbe pronta a nuove sanzioni: gli ultimi due casi di certo non stanno aiutando l’immagine diplomatica del Cremlino che comunque continua a negare con forza ogni coinvolgimento. 



MIN. ESTERI UK: “ORDINE AVVELENAMENTO PARTE DA PUTIN”

Sergei Skripal: il caso internazionale diplomatico del momento prosegue con un nuovo importante capitolo che getta nuovo fango contro la Russia e mette i rapporti tra Regno Unito e Mosca davvero i limiti storici. «È assolutamente probabile che l’ordine di usare l’agente nervino contro l’ex spia russa Sergei Skripal e sua figlia Yulia in territorio britannico sia partito direttamente da Vladimir Putin»: a dirlo è il Ministero degli Esteri inglese Boris Johnson, non proprio l’ultimo dei diplomatici, che rischia così un completo scontro diplomatico tra i due Paese rivali. L’avvelenamento della ex spia Kgb nel centro commerciale di Salisbury tiene ancora banco con la comunità internazionale che dopo la giornata di ieri – con gli attacchi tanto dell’Onu quanto di Macron contro il Cremlino – vive ancora ore di tensione con Putin visto come “nemico pubblico” n.1 anche di questa ennesima vicenda poco chiara a metà tra lo spionaggio e le politiche di sicurezza. «Noi crediamo che sia probabile in modo schiacciante – ha insistito Johnson da Londra – che sia stata sua la decisione di usare un agente nervino nelle strade della Gran Bretagna, dell’Europa per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale». Intanto diventa effettivo l’ordine di espulsione di ben 23 ambasciatori diplomatici russi, con il via libera internazionale dei maggiori alleati (Trump, Merkel, Macron e da oggi anche Gentiloni). Lavrov, Ministro degli Esteri da Mosca, intanto ieri aveva minacciato: «Mi pare ovvio che le scelte di Londra vadano a riflettere la disperazione del governo britannico poiché non è in grado di rispettare le promesse fatte sull’uscita dall’Unione Europea».



IL PREMIER GENTILONI CHIAMA THERESA MAY

Mentre impazza la polemica a livello internazionale sull’asse Londra-Mosca, questa mattina è giunta la telefonata del premier italiano Paolo Gentiloni alla pari grado inglese Theresa May: «piena legittimità della richiesta britannica ad avere risposte chiare ed esaurienti dalla Russia circa il suo ruolo in questo gravissimo episodio», ha riferito il nostro primo Ministro, convenendo poi che bisognerà discutere di questo intricato caso di spionaggio in sede Nato e in sede Ue, prima del Consiglio Europeo di giovedì prossimo. Da quanto intanto emerge nelle indagini sull’avvelenamento di Skripal e figlia, il gas nervino sarebbe stato inserito nella valigia della ragazza prima ancora che lei partisse da Mosca; li ha ridotti in fin di vita e ora si trovano nel bel mezzo di un caso diplomatico che rischia di portare allo scontro frontale due superpotenze come quella inglese e quella russa.