Mariam Moustafa, la ragazza italo-egiziana di 18 anni pestata a morte da una baby-gang a Nottingham, era stata già aggredita dalle stesse bulle nel mese di agosto insieme alla sorella. Anche per questo motivo il padre non riesce a darsi pace e punta il dito contro la polizia, colpevole di aver sottovalutato il caso. L’uomo, Hatim Moustafa, come riporta Rainews ha dichiarato:”Immaginate l’indignazione se una ragazza inglese fosse stata uccisa da 10 musulmani, immigrati arabi. Voglio giustizia per mia figlia, non solo per lei, ma anche perchè non succeda a un altro giovane. Mia figlia era un angelo. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per chiunque. Ed era il mondo per me. Cercava di aiutare tutti. Non è giusto: aveva bisogno di aiuto ed è arrivato dopo, quando era morta”. Questo l’urlo disperato di un padre privato della sua figlia diciottenne…(agg. di Dario D’Angelo)
L’EGITTO CHIEDE GIUSTIZIA, MA PER REGENI…
Ha destato grande sgomento la morte di Mariam Moustafa, la ragazza italiana di 18 anni morta dopo 3 settimane di coma in seguito ad un pestaggio avvenuto in quel di Nottingham ad opera di una baby-gang composta da sole ragazze. Subito i familiari della giovane di origine egiziana hanno collegato l’assalto ad un pestaggio di matrice razzista. E sono stati gli stessi media egiziani a richiedere con forza chiarimenti sull’accaduto alla polizia inglese, al punto che sui social è stato lanciato l’hashtag “i diritti di Mariam non andranno persi”. Una condotta evidentemente diversa rispetto al caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano torturato e ucciso al Cairo nel 2016, quando dall’Egitto non si percepì la stessa voglia di arrivare alla verità. Ma c’è un altro legame ad unire Mariam Moustafa e Giulio Regeni: il fascicolo d’inchiesta della procura di Roma è stato assegnato infatti al pm Sergio Colaiocco, lo stesso che indaga sulla morte del ricercatore italiano. (agg. di Dario D’Angelo)
LA FAMIGLIA DI MARIAM, “OMICIDIO RAZZISTA”
Grida vendetta l’uccisione di Mariam Moustafa, la 18enne romana di origini egiziane morta dopo essere stata selvaggiamente picchiata da una baby-gang composta da 8-10 ragazze. La famiglia della ragazza in queste ore si è scagliata sia contro i sanitari, colpevoli di non essersi conto dell’emorragia cerebrale in corso e di aver dimesso la giovane poche ore dopo il ricovero, sia contro la polizia accusata di non aver indagato a dovere su un’aggressione di chiara matrice razzista (l’unica ragazza fermata, una 17enne, è stata già rilasciata). Il padre della vittima, Muhammad, e la sorella minore, Mallak, ai media britannici hanno ribadito questo convincimento. Come riporta Repubblica, lo zio di Mariam, Amr ElHariry, ha riferito che sua nipote stava camminando tranquillamente per strada quando un gruppo di ragazze di età compresa fra i 15 e i 17 anni le ha urlato contro “black rose”, “rosa nera”, in un chiaro riferimento al colore della sua pelle. (agg. di Dario D’Angelo)
MARIAM MOUSTAFA: RAGAZZA ITALIANA PICCHIATA A NOTTNHGAM
Mariam Moustafa è morta la notte a cavallo tra mercoledì e giovedì scorso. Aveva solo 18 anni e circa tre settimane fa era stata vittima di un’aggressione ad opera di un gruppo di ragazze a Nottingham, in Inghilterra. Della sua storia fino a qualche giorno fa non si era sentito molto parlare sulla stampa nazionale. Mariam, infatti, era stata definita una giovane di nazionalità egiziana e quell’aggressione avvenuta in un posto così lontano da noi ci aveva fatto sentire fino ad ora al sicuro. La 18enne morta solo qualche giorno fa dopo essere rimasta in coma per 21 lunghi giorni, in realtà, era una ragazza italiana. Di lei, della sua storia e della sua triste fine ne parlerà anche domani sera, in un incredibile servizio, l’inviato Paolo Trincia nella nuova puntata della trasmissione di Italia 1, Le Iene. Trincia ci farà conoscere un nuovo volto delle baby gang che nell’ultimo periodo hanno preso sempre più piede, non solo in Italia, ovvero quello tutto al femminile. L’inviato si è recato in Inghilterra dopo che la vera identità e nazionalità di Mariam sono state rese note. Ad oggi sono ancora ignote le cause di quella assurda aggressione alla 18enne: inizialmente si era ipotizzato un atto motivato dalla razza ma non si era escluso neppure lo scambio di persona. In realtà Mariam era stata presa di mira già da qualche tempo, basti pensare che lo scorso agosto fu nuovamente vittima di un’altra aggressione mentre era al parco insieme alla sorella.
CHI ERA MARIAM MOUSTAFA: LA DRAMMATICA AGGRESSIONE
Le origini di Mariam Moustafa erano realmente egiziane ma aveva cittadinanza italiana. Era nata a Roma 18 anni fa ed aveva vissuto a Ostia fino a quattro anni fa, quando insieme all’intera famiglia si era poi trasferita oltremanica. Era una studentessa di ingegneria e proprio il padre desiderava tanto che lei, insieme alla sorella di 15 anni ed al fratello di 12 proseguissero gli studi in Inghilterra, nonostante sentisse enormemente la mancanza dell’Italia. Sin dalla nascita, inoltre, soffriva di una malformazione al cuore in seguito alla quale era costantemente in cura. Tre settimane fa, però, ebbe inizio un incubo terminato nel peggiore dei modi nei giorni scorsi con la sua morte. Tutto iniziò quando un gruppo di 8-10 ragazze l’aggredirono brutalmente mentre si trovava su un autobus insieme ad un amico che tentò invano di proteggerla dai tanti calci e dai pugni violenti. Giunta in ospedale, nonostante la stessa Mariam avvertisse un forte dolore, fu però rimandata a casa e la mattina seguente, lo scorso 20 febbraio, si ritrovò in coma. Le sue condizioni, purtroppo, sarebbero state destinate a peggiorare fino al drammatico decesso. Indubbiamente la morte della 18enne di origini egiziane ha avuto una grande eco mediatica in Inghilterra. Stando a quanto riportato dalla BBC anche il procuratore generale egiziano avrebbe chiesto massima chiarezza sul caso e la stessa ambasciata egiziana ha affermato di aver seguito da vicino tutte le fasi del tragico episodio di violenza, esprimendo la necessità di assicurare quanto prima i responsabili alla giustizia. La polizia di Nottingham nei giorni scorsi aveva dichiarato: “In questo momento, dalle nostre indagini, non ci sono informazioni che suggeriscano che l’assalto sia stato motivato dall’odio ma continuiamo a tenere aperte tutte le ipotesi”.