Francesco Della Corte è stato vittima di un delitto brutale, al punto tale che il questo dei Napoli ha definito la baby gang «un branco di lupi in attesa dell’agnello». Soli, quei tre ragazzini, non avrebbero mai portato a termine il loro piano. Insieme invece volevano rubare la pistola del vigilante e rivenderla, invece ora resta il macigno di un omicidio. La mamma di uno dei tre ragazzi lo ha rinnegato, dichiarando di non volerlo vedere più. La fidanzatina di un altro, invece, è pronta a legare per sempre la sua vita a quella del suo innamorato, anche se è accusato di aver ucciso un uomo. «Non lo lascio solo. Sono delusa e arrabbiata, ma voi lo lascereste un marito da solo in carcere? Voi avete un’altra mentalità, diversa da noi, noi non siamo come voi: non le facciamo queste cose, non ce la potrei mai fare a stare senza di lui. Appena fa il colloquio vado a trovarlo», ha dichiarato a Fanpage. I suoi progetti di vita non sono cambiati: «Io mi volevo sposare e volevo fare figli». A prescindere da come andrà, non lo lascerà solo. (agg. di Silvana Palazzo)
LE STORIE DEI TRE KILLER DEL VIGILANTE UCCISO
Uno aveva il biglietto aereo per andare in Germania a lavorare, l’altro aveva detto alla zia, con cui viveva, che voleva fare il panettiere e il terzo sognava di giocare a calcio. Ora i tre minorenni ora sono accusati di aver ucciso il vigilante Francesco Della Corte. Del primo vi abbiamo parlato, raccontandovi che la madre non vuole più vederlo. Dell’altro la zia dice a Repubblica: «Gli ho comprato almeno un paio di iPhone, tutti distrutti. La mattina dormiva, la sera usciva». E aggiunge di aver insistito affinché andasse a lavorare: «E pareva convinto, aveva deciso di fare il panettiere». Il terzo è figlio di un imbianchino, arrivato in questura alle 6 del mattino direttamente dal cantiere dove stava lavorando: stentava a credere che suo figlio fosse arrivato a uccidere un uomo. I familiari dicono che stava per firmare un contratto con una squadra di Serie B. Sul suo profilo Facebook però c’erano post molto aggressivi. In uno ad esempio esalta Totò Riina: «Certe cose prima si fanno e poi si dicono. R.I.P. Zio Totò». Pare che sia stato lui quello che guardava mentre gli altri due uccidevano l’uomo. (agg. di Silvana Palazzo)
MADRE DI UNO DEI KILLER: “NON MI VEDRÀ PIÙ”
Un vigilante, Francesco Della Corte, è stato ucciso barbaramente a bastonate da tre minorenni. La madre di uno degli assassini prende le distanze dal figlio. «Non mi vedrà più», assicura a Repubblica. La donna stava provando a salvare il figlio, ma non ha fatto in tempo: «Non ha voluto studiare, lo stavo mandando in Germania a lavorare. Era l’unico modo per salvarsi». E invece non è andata così. I tre volevano rubare la pistola al vigilante, che stava chiudendo il cancello di una stazione della metropolitana. A incastrarli un video che immortala la loro fuga dopo l’aggressione mortale. La mamma di uno dei tre racconta che il figlio sarebbe dovuto partire il prossimo giovedì, mostrando il biglietto fatto al pc. «Per pochi giorni si è distrutto la vita». Ha distrutto anche quella della sua famiglia. «Non ci volevo credere che avevano fatto una cosa così assurda. Anche se lui ha guardato solamente, perché io non ci credo che lui ha colpito, ma deve pagare il suo reato». Il fratello gemello aggiunge: «Non avevo capito niente, non si è confidato. Lui usciva con gli amici, io ormai stavo solo con la mia fidanzata».
FIGLIO VIGILANTE ATTACCA I GENITORI DEI TRE KILLER
Trapelano intanto alcuni dettagli sulla vita dei tre minorenni di Piscinola. Pare che andassero in giro per lo più di notte. Il più piccolo, il ragazzino di 15 anni, avrebbe ideato il piano. Forse è il più spietato dei tre. Un altro all’età di 12 anni era stato denunciato per aggressione. L’altro giocava bene a calcio e sognava di sfondare ottenendo un contratto tra i professionisti. I tre, accusati di aver ucciso il vigilante Francesco Della Corte, sono stati arrestati, ma la famiglia della vittima se la prende anche con i loro genitori. «Per me sono complici degli assassini, sia chi esprime solidarietà sui social con i minorenni arrestati sia i loro genitori che li hanno lasciati alle 3 di notte andare in giro aggredendo un uomo buono che faceva il suo lavoro», dichiara Giuseppe Della Corte, 25 anni, figlio del vigilante morto a Napoli venerdì dopo essere stato aggredito il 3 marzo. «Vogliamo giustizia, fino in fondo. Devono marcire in galera», aggiunge, come riportato dall’Ansa.