È morto il cardinale scozzese Keith Michael Patrick O’Brien, fino ad oggi arcivescovo emerito di Saint Andrews and Edinburgh ed ex porporato 80enne tra i volti più noti della Chiesa Cattolica britannica e anche tra i più contestati. Ordinato sacerdote nel 1965 e vescovo nel 1985, era stato anche presidente della Conferenza Episcopale della Scozia. Giovanni Paolo II lo aveva creato cardinale nel 2003: ha partecipato attivamente al Conclave dell’elezione di Benedetto XVI mentre ha rinunciato a quello in cui è stato poi eletto Papa Francesco. Il motivo? Semplice, in una nota diffusa nel marzo 2013 l’allora Cardinale scozzese in carica aveva affermato: «Ci sono stati momenti nei quali la mia condotta sessuale è caduta sotto gli standard delle aspettative che vi erano nei miei confronti come sacerdote, arcivescovo e cardinale. Chiedo scusa e perdono a coloro che ho offeso, chiedo anche scusa alla Chiesa cattolica e agli scozzesi. Trascorrerò il resto della mia vita in pensione e non avrò nessun altro ruolo nella vita pubblica della Chiesa cattolica in Scozia». Si rifaceva alle accuse secondo cui negli anni Ottanta avrebbe commesso abusi sessuali su due seminaristi e un prete, tutti maggiorenni all’epoca dei fatti: per questo chiese di terminare il resto della sua vita in “buon retiro” senza più incarichi ufficiali nella Chiesa e senza dunque partecipare all’ultimo Conclave del 2013.



LA RINUNCIA E LA BIOGRAFIA (FORSE) RIPULITA

Il 20 maggio 2015 – come riporta Vatican News – Papa Francesco aveva accettato la rinuncia ai diritti e alle prerogative del cardinalato, espresse nei canoni 349, 353 e 356 del Codice di Diritto Canonico, presentata dal porporato scozzese, che aveva ammesso di essersi reso protagonista di abusi sessuali. In un comunicato di quel tempo, Keith O’Brien – scomparso oggi per il perdurare di una grave malattia che lo aveva costretto al ricovero presso l Royal Victoria Hospital di Newcastle-upon-Tyne, nel Regno Unito – affermava che il Papa con la decisione di accettare il suo ritiro «manifesta a tutti i fedeli della Chiesa in Scozia la sua sollecitudine pastorale e li incoraggia a continuare con fiducia il cammino di rinnovamento e di riconciliazione». Questa mattina però un piccolo giallo ha investito la diplomazia Vaticana pochi giorni dopo il caso della lettera “con parti omesse” di Benedetto XVI: il Messaggero, con un articolo della vaticanista Franca Giansoldati, sottolineva che nella biografia diffusa dalla nota ufficiale del Vaticano non vi era accenno alle accuse di abusi sessuali per il quale gli ultimi anni della sua vita avevano portato il cardinal O’Brien al ritiro lontano dai riflettori e sotto inchiesta della stessa Chiesa tramite la commissione di Monsignor Charles Scicluna. Il Messaggero accusa poi il Vaticano di aver comunicato della morte del vescovo scozzese senza dire non solo degli abusi ma anche, ovviamente, dei risultati della commissione per ora ancora in corso. Non svolgeva più i compiti cardinalizi ma era nominalmente ancora Porporato e così è rimasto anche dopo la sua morte. Alle polemiche diffuse lungo tutta la giornata ci limitiamo a sottolineare solo un piccolo dettaglio ancora non rilevato: alle ore 9.58, dunque pochi minuti dopo la notizia della morte del cardinal O’Brien, il sito ufficiale della sala stampa vaticana – da qualche mese rinnovato – Vatican News riportava un articolo con dentro la news della morte, la biografia completa e tutto il riferimento specifico sulle accuse di abusi e la richiesta di perdono dello stesso porporato (da cui abbiamo tratto i riferimenti che trovate qui sopra, ndr). Il giallo della “nota pubblica” resta, ma almeno sul portale online nulla è stato “nascosto” come invece sostenuto per tutta la giornata da diversi quotidiani autorevoli.



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