Parole forti quelle di papa Francesco pronunciate durante un incontro con i giovani al Pontificio collegio internazionale Maria Mater Ecclesiae di Roma in vista della riunione pre-Sinodo dei giovani. Parole forti come sempre quando Bergoglio affronta il tema degli ultimi, degli sfruttati, dei poveri, nel caso specifico della tratta delle donne, autentiche schiave di paesi poveri portate con l’inganno e poi sbattute a prostituirsi con la violenza sui marciapiedi di tutto il paese. “Chi va con le prostitute” ha detto il Santo Padre “commette un atto di tortura” aggiungendo poi che è “come un criminale”. Ha chiesto ai giovani, qualora avessero questa abitudine, “di tagliarla”: “Questo non è fare l’amore, questo è torturare una donna: non confondiamo i due termini”. Non si è proprio trattenuto, esclamando “E’ uno schifo! La tratta e la prostituzione sono crimini contro l’umanità, delitti che nascono da una mentalità malata secondo cui la donna va sfruttata”. Un crimine contro l’umanità che nessun femminismo è stato in grado di togliere dalla mentalità dell’uomo, ha aggiunto, una malattia. Accuse anche contro i credenti: “I clienti al 90 per cento sono battezzati cattolici”, quest’ultima una affermazione un po’ esagerata, perché in Italia i battezzati sono la stragrande maggioranza, ma quelli che praticano la fede sono ormai una minoranza.
PAPA FRANCESCO: “CHI VA CON LE PROSTITUTE È UN CRIMINALE”
Certo, si sa che anche chi va in chiesa la domenica poi va a prostitute, ma qui il discorso si potrebbe allargare anche ai sacerdoti. Il papa ha citato casi di schiavitù della prostituzione, raccontati a lui stesso da ragazzine che sono riusciti a sfuggirne: “Quelle che vengono per esempio dell’Africa vengono ingannate per un lavoro. Quando le portano nelle nostre città, quelle che resistono vengono torturate e a volte mutilate. Ci sono i giorni di ‘ammorbidimento’, quando arrivano: ti picchiano, torturano e alla fine cedi. Una delle ragazze mi ha detto che quando non ha portato la somma le hanno tagliato l’orecchio, ad altre hanno spezzato le dita”. Ma non solo giovani: Francesco ha raccontato quando in Argentina visitò dei malati in ospedale, alcuni di loro erano anziani colpiti da un incendio mentre si trovavano in un postribolo. Ha infine ringraziato i volontari delle case di don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII che ha sempre combattuto questo fenomeno, che vanno in strada a incontrarle e offrire loro di portarle via ai loro sfruttatori.