E’ durata solo due mesi la vita di Carlo Ripa di Meana senza la sua Marina. La scomparsa del suo grande amore ha spento lentamente l’uomo che ieri si è spento a 88 anni come ha annunciato il figlio Andrea. Dopo poche settimane, Carlo Ripa di Meana si è ricongiunto alla sua Marina, la donna che ha amato intensamente, più della sua stessa vita. Come scrive Il Giornale, dopo soli due mesi, Carlo potrà così riposare accanto alla sua Marina. Dopo aver saputo della morte di Marina, Carlo aveva scritto poche e semplici parole che, però, rispecchiavano il grande amore che provava per la sua donna. «Quando ci incontreremo dall’altra parte ci rimetteremo insieme», aveva scritto. L’attesa è durata solo due mesi. Da ieri, infatti, Carlo e Marina che, negli anni della loro unione si sono sempre amati, riposeranno insieme per l’eternità. Esattamente com’era accaduto a Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, morti a pochi mesi di distanza l’uno dall’altra, Carlo e Marina si sono ricongiunti presto anche nella vita eterna (aggiornamento di Stella Dibenedetto).
IL GRANDE AMORE TRA CARLO E MARINA RIPA DI MEANA
Quello tra Carlo Ripa di Meana e Marina è stato un grande amore che ha unito i due fino all’ultimo giorno. Dopo la morte di Marina, Carlo si era chiuso in un doloroso silenzio. Le uniche parole pronunciate poche settimane fa aveva detto: “Mi sono reso conto che l’ho amata disperatamente. Marina si è fatta conoscere per quello che era, ha fatto saltare tutti i diaframmi, e tutti le hanno voluto bene”. Si è spento nel ricordo dell’adorata moglie, dunque, Carlo Ripa di Meana che per Marina ha provato quello che tutti chiamano grande amore. I due sono sempre stati molto uniti, complici al punto da essersene andati a pochi mesi di distanza l’uno dall’altra. “Fu abile nel farmi sentire un piccolo contabile della mia libertà. Percepii – meschina, ridicola – la teorizzazione del non sposarsi. E allora come oggi la cosa che più mi fa cader le calze è sentire qualcuno dire la mia compagna”, diceva ancora Carlo Ripa di Meana quando parlava del suo legame con la donna della sua vita (aggiornamento di Stella Dibenedetto).
IL RAPPORTO CON MARINA
La scomparsa di Carlo Ripa di Meana ha aperto l’album dei ricordi relativamente alla storia d’amore, durata quasi quarant’anni, con la moglie Marina, a sua volta scomparsa da neanche due mesi. La grande storia tra i due iniziò in realtà singolarmente con un… calcio. Si conobbero nel 1976 a Venezia, e Marina ricordava: “In laguna stava in una casa col patio e le donne gli entravano dalla finestra e gli s’infilavano nel letto.” Lei voleva attirare la sua attenzione, ma Carlo non era molto propenso: così Marina, per attirare platealmente la sua attenzione, all’inaugurazione del Centre Pompidou di Parigi quandi si rividerò gli mollò senza mezzi termini un calcio nella tibia, facendogli anche molto male. Da lì i due si conobbero e, praticamente, non si separarono più. (agg. di Fabio Belli)
UNA FAMIGLIA DI GRANDE TALENTO
Carlo Ripa di Meana, scomparso oggi, era secondogenito di una famiglia molto numerosa, che conta in totale sette figli. Tra i fratelli il primogenito era Vittorio, nato a Roma il 19 settembre 1927 e morto sempre nella capitale il 29 dicembre 2008. Vittorio fu avvocato e presidente di Capitalia mentre Saverio ha avuto compiti importanti come dirigente industriale del gruppo Buitoni e Nestlé e poi presidente di Umbria Jazz. Completano la famiglia le quattro sorelle Orietta, professione assistente sociale svolta a Rimini; Ludovica, poetessa e scrittrice, moglie di Vittorio Sermonti; Daria, architetto e moglie di Bruno Salvatici, e Gabriella, psicanalista e scrittrice, moglie di Massimo Cuzzolaro. Una famiglia quindi ricca di talento dove ognuno ha seguito la sua strada ricoprendo professioni importanti. (Aggiornamento di Anna Montesano)
UOMO DI CULTURA, SOCIALISTA E AMBIENTALISTA
La scomparsa di Carlo Ripa di Meana, a meno di due mesi dalla morte dell’uragano Marina alla quale rimase legato per 35 anni, per chi lo conosceva non è apparsa affatto una sorpresa. Come riporta Pierluigi Battista per il Corriere, pur essendo un uomo fragile e forte al tempo stesso, dopo l’addio dell’amata moglie la sia forza era come svanita e quella voglia di vivere aveva lasciato spazio inesorabilmente a quella di raggiungerla al più presto. E così è stato. Carlo era molto più che l’elegante marchese poiché nella sua vita fu grande politico e uomo di cultura, ma anche socialista ed ambientalista impegnato nonché parlamentare e commissario europeo, ministro della Repubblica, presidente di Italia nostra, presidente della Biennale del dissenso. Dopo la morte di Marina però, aveva deciso di lasciarsi andare chiudendosi in un silenzio assordante. Il grande legame alla Biennale era evidente per via di quel rinnovarsi appuntamento annuale che lo vedeva partecipare insieme alla moglie ed ai suoi stravaganti cappellini alla serata inaugurale della Mostra del Cinema. Il presidente Paolo Baratta, a nome della Biennale di Venezia, appresa la notizia della morte di Carlo ha voluto mandare un messaggio di cordoglio. Ripa di Meana fu presidente dal 1974 al 1978, “anni in cui promosse iniziative impegnative e forti in un periodo tra i più complessi della vita politica e culturale italiana, di cui volle essere protagonista con programmi e gesti fuori dall’ordinario”, ricorda oggi Baratta. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
LA GIOIA PERDUTA DOPO LA MORTE DELLA MOGLIE
La morte dell’amata Marina aveva probabilmente spento la gioia di vivere di Carlo Ripa di Meana, che neanche due mesi dopo l’ha raggiunta. Una figura, quella di Carlo, che aveva trovato completamento e conforto in quella di Marina, che lo aveva scosso e tenuto insieme anche negli ultimi anni, quando la malattia aveva colpito entrambi, con ferocia lei e con l’implacabile incedere della vecchiaia lui. E per chi è stato vicino a Carlo Ripa di Meana, il cambiamento dopo la scomparsa di Marina lo scorso 5 gennaio era stato evidente: un forte dimagrimento, un progressivo spegnersi, forse frutto di una malinconia naturale ma al tempo stesso insopprimibile. Dopo 35 anni insieme, è stato come se Carlo Ripa di Meana avesse voluto raggiungere il più rapidamente possibile la sua Marina, spegnendosi con serenità assisitito dai parenti che gli hanno dato conforto fino alla fine. (agg. di Fabio Belli)
L’ANNUNCIO DEL FIGLIO
Si è spento oggi, all’età di 88 anni, Carlo Ripa di Meana. Appena due mesi fa, il 5 gennaio scorso, si spegneva la moglie Marina. La notizia, riportata dal quotidiano Corriere.it, è stata riferita dal figlio Andrea all’agenzia di stampa Ansa: “A meno di due mesi dalla scomparsa dell’adorata moglie Marina si è spento oggi pomeriggio”, ha spiegato. Il decesso del padre, ricordato come un “uomo politico e di cultura socialista e ambientalista, parlamentare, ministro della Repubblica, presidente della Biennale del Dissenso e di Italia Nostra”, è avvenuto presso un ospedale romano dove era ricoverato, circondato dall’affatto dei suoi cari. Non se ne è andato da solo, Carlo, in quanto come spiegato sempre dal figlio Andrea, “è morto assistito con amore dal figlio, dalle sorelle e fratelli”. Oggi, dunque, Ripa di Meana ha raggiunto l’amata moglie Marina, la quale aveva deciso di andarsene in silenzio, conscia delle condizioni di salute dell’uomo, proprio per non pesare ulteriormente su di lui. Proprio a Marina aveva dedicato le sue ultime parole nel corso di una intervista rilasciata a fine gennaio, pochi giorni dopo la morte della donna, rivelando di aver appreso della sua scomparsa dai telegiornali. “Mi sono reso conto che l’ho amata disperatamente!”, aveva detto. Carlo e Marina Ripa di Meana erano convolati a nozze nel 1982 e sono rimasti l’uno al fianco dell’altra per 35 anni, fino alla morte di lei. A meno di due mesi da quella dolorosa perdita, il cuore di Carlo non ha retto, decidendo così di raggiungerla.
CARLO RIPA DI MEANA, I PASSI NELLA POLITICA
Carlo Ripa di Meana era nato a Pietrasanta il 15 agosto 1929 da famiglia nobile. La madre, Fulvia Schanzer era figlia del parlamentare e ministro giolittiano Carlo Schanzer. Il padre faceva parte dei marchesi di Meana. Dall’inizio degli anni ’50 Carlo iniziò a coltivare una forte passione per il mondo della politica fino a quando accettò di dirigere, per conto per partito comunista, a Praga, l’Unione internazionale degli studenti, occasione che gli permise di fare la conoscenza di Bettino Craxi. Dopo pochi anni arrivò poi al Partito socialista, seguendo le orme di Antonio Giolitti, politico ed ex partigiano. Alla fine degli anni ’50, Ripa di Meana diresse la rivista Passato e presente per poi entrare negli anni ’60 nel comitato centrale del partito, frequentando il Club Turati, ritrovo della sinistra anticomunista milanese. Dal 1974 al 1979 fu presidente della Biennale di Venezia, mentre dal 1979 al 1984 fu parlamentare europeo, e dal 1985 al 1992 commissario europeo alla Cultura e all’Ambiente. Carlo ricoprì anche il ruolo di ministro dell’Ambiente nel governo guidato da Giuliano Amato, tra il 1992 ed il 1993. Poi fino al 1996 svolse il ruolo di portavoce dei Verdi, con cui fu rieletto al Parlamento europeo.