Alzarsi alle sei del mattino per preparare abbondanti colazioni; lavorare tutto il giorno per pulire la casa, metterla in ordine, lavare gli abiti, cucinare la cena e lasciate in cucina a mangiare da sole. Non è la vita di Cenerentola e neanche quella di tante donne del terzo mondo sfruttate 24 ore al giorno per pochi spiccioli. E’ la vita di tante, troppe suore assegnate a occuparsi di vescovi e cardinali come si usa da secoli perché, giustamente, gente consacrata deve vivere con gente consacrata. Peccato che come denuncia una inchiesta dell’inserto dell’Osservatore romano il mensile “Donne chiesa mondo” i vescovi e i cardinali, almeno diversi di loro, non le trattano come consacrate, ma le sfruttano per pochi soldi come qualunque serva o cameriera del terzo mondo, non permettendo loro neanche di cenare insieme, ma lasciandole in cucina come i cani. E’ solo una delle tante storture di una Chiesa che per grazia di Dio papa Francesco è venuto a cambiare.



A raccontare di questi casi una suora africana che a Roma accoglie religiose di tutto il mondo e sentite le loro storie ha deciso di renderle pubbliche: “Ricevo spesso suore in situazione di servizio domestico decisamente poco riconosciuto. Alcune di loro servono nelle abitazioni di vescovi o cardinali, altre lavorano in cucina in strutture di Chiesa o svolgono compiti di catechesi e d’insegnamento. Alcune di loro, impiegate al servizio di uomini di Chiesa, si alzano all’alba per preparare la colazione e vanno a dormire una volta che la cena è stata servita, la casa riordinata, la biancheria lavata e stirata. In questo tipo di ‘servizio’ le suore non hanno un orario preciso e regolamentato, come i laici, e la loro retribuzione è aleatoria, spesso molto modesta”.



“SUORE TRATTATE COME SERVE DA VESCOVI E CARDINALI”

Queste situazioni, dice ancora la religiosa, suscitano ribellione interiore, profonda frustrazione (“Un ecclesiastico pensa di farsi servire un pasto dalla sua suora e poi di lasciarla mangiare sola in cucina una volta che è stato servito? È normale per un consacrato essere servito in questo modo da un’altra consacrata? E sapendo che le persone consacrate destinate ai lavori domestici sono quasi sempre donne, religiose? La nostra consacrazione non è uguale alla loro?”), ribellione, ma hanno paura di essere giudicate male così tacciono e soffrono, alcune prendono ansiolitici per sopportare questa frustrazione. Ma accade anche in scuole e ambulatori dove le suore lavorano senza contratto. Non lamentiamoci se le religiose sono sempre meno al mondo, o se molte di quelle che lo sono tornano alla vita civile lasciando l’abito.

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