Due casi che si intrecciano in un’unica, orrenda, provocazione: la violenza sulle donne e contro le donne. Vi aspettate però un bel articolo “femminista” in cui l’ennesimo uomo offende, picchia, violenta e compie ogni tipo di nefandezza contro il genere femminile? Dopo i recenti tragici casi di Terzigno e Siracusa potrebbe farlo sembrare, ma stavolta non è così: «tutte le donne andrebbero sterminate, non valgono a nulla». Ma a dirlo è una professoressa di Palmi in provincia di Reggio Calabria in classe: fatto grave n.1. La risposta è arrivata ad una ragazzina che chiedeva di poter vedere un film sulla figura della donna in occasione dell’8 marzo: fatto grave n.2. La ragazzina studentessa in questione è la figlia di Maria Chindamo, l’imprenditrice scomparsa il 6 maggio 2016 in circostanze per nulla chiave a Limbadi, in provincia di Vibo Valentia (su cui si indaga ancora per sequestro di persona, occuoltamento di cadavere e omicidio.): fatto grave n.3. Bell “filotto” per la professoressa che avrebbe detto questa frase ingiuriosa e per la quale è stata denunciata alle autorità dopo che proprio l’8 marzo scorso, in occasione della festa delle donne, avrebbe pronunciato quelle parole assurde (che se solo le avesse dette un docente uomo avrebbe fatto un clamore triplo di quello che sta facendo in queste ore). La ragazza ha raccontato il tutto allo zio che ha deciso di denunciare la professoressa: «affinché gli organi competenti possano eseguire gli opportuni accertamenti e valutare la sussistenza di eventuali profili penalmente rilevanti», spiegano i due avvocati che hanno depositato alla Procura di Palmi un esposto ufficiale, come riporta il Corriere della Calabria.



LA DENUNCIA E L’ASSURDITÀ

Per come è stata ricostruita l’assurda vicenda, la ragazza avrebbe chiesto in maniera garbata e legittima la domanda sul film da proiettare: «a quel punto in modo tanto inatteso, quanto sconcertante la docente avrebbe pronunciato la frase». La ragazza, particolarmente sensibile alla vicenda anche e soprattutto per quanto ha trascorso negli ultimi due anni con la scomparsa e probabile morte della madre Maria Chindamo, ha accennato un triste sorriso di disappunto; la prof, scocciata, le avrebbe a quel punto detto «Tu sempre con questo sorriso, ti dovrebbero fare ministro dell’allegria!». Al netto della straordinaria maturità dimostrata dalla ragazza che invece di replicare con aggressioni, insulti e becere relazioni come troppo spesso si vedono nelle scuole contro professori molto più dignitosi di quella sua docente calabrese, il fatto resta ovviante molto grave. Addirittura, spiegano gli avvocati, quando la dirigente scolastica ha convocato la professoressa, ella stessa avrebbe confermato l’accaduto senza alcun pentimento. «Riteneva “normale” affermare che “Le donne andrebbero tutte sterminate, non servono a nulla”», concludono i due legali della famiglia Chindamo. Giovanna Cusumano e Nicodemo Gentile hanno poi spiegato alla stampa locale, divenuto oggi di dominio pubblico, che «L’insegnante è tutt’oggi in classe sebbene sia stato avviato un procedimento disciplinare preso l’Ufficio scolastico provinciale e sarà compito della Procura accertare la sussistenza di profili di responsabilità penale per la condotta tenuta dall’insegnante».

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