Continuano le trattative tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini per trovare un’intesa capace di tradursi nell’elezione di un Presidente a testa per quanto riguarda Camera e Senato. Ma quali sono i nomi che in queste ore sembrano meglio posizionati sulla concorrenza? Detto che la Presidenza della Camera dovrebbe essere appannaggio del M5s, pare aver sbaragliato la concorrenza interna Roberto Fico. L’esponente principale della cosiddetta frangia “ortodossa” sembra essere il profilo prescelto da Di Maio che, da una parte accontenterebbe questa “minoranza” interna, dall’altra con questa candidatura potrebbe intercettare anche qualche voto proveniente dal centrosinistra. Al Senato, invece, tocca a Salvini sciogliere il rebus centrodestra. Come riferito da L’Huffington Post, nelle ultime ore sta avanzando sempre di più il nome di Lucia Borgonzoni, fedelissima di Salvini con un passato a sinistra, capace di portare il Carroccio al ballottaggio per le amministrative in una roccaforte rossa come Bologna. La Borgonzoni verrebbe preferita anche a Giulia Buongiorno, ritenuta un battitore libero sicuramente più difficile da gestire rispetto alla pasionaria leghista. (agg. di Dario D’Angelo)
TOTI FA IL PONTIERE
Alla Camera i neoeletti in tutto sono 207, un ricambio record con il 66% di nuovi volti in questa Legislatura che sta per avere inizio: proseguono le trattative con tutti i partiti, tramite gli “inviati” di Di Maio che nel pomeriggio incontrano Lega, Pd, Forza Italia, FdI e LeU. Oltre al turn over di deputati, ciò che interessa maggiormente in questo momento è il fronte delle alleanze con ogni “coalizione” che si ritrova non unita nel portare almeno due nomi nella rosa delle nomine per Palazzo Madama e Montecitorio. Per Di Maio oggi non si discute di Governo ma è chiaro che nelle trattative prima di salire al Quirinale il suo contatto con Salvini sarà quello da tenere maggiormente sott’occhio per le decisioni che potrebbero stravolgere o confermare i piani presenti nelle varie sedi di partito. In casa Centrodestra la partita più “complessa” è quella che riguarda il Senato con poche idee chiare e tanti nomi “opposti” tra loro: il Governatore della Lega, Giovanni Toti, prova a fare da ponte tra i due maggiori gruppi e richiama all’unità della coalizione. «L’importante è che il centrodestra trovi una posizione unitaria perché unitariamente si è presentato agli elettori, e unitariamente auspico riesca a fare un governo; così come, ovviamente, unitariamente si confronterà sulle cariche istituzionali di garanzia. Dopo di che i Cinque stelle, dato il consenso che hanno avuto dai cittadini, sono indubbiamente l’interlocutore. Ma, avere un interlocutore non vuol dire essere d’accordo», precisa il Presidente vicino sia a Salvini che a Berlusconi (anche se più nelle grazie del primo in questi ultimi mesi di governo ligure).
DI MAIO, “CHIEDIAMO LA CAMERA”
Luigi Di Maio ha accolto questa mattina tutti i nuovi eletti deputati alla Camera in attesa della giornata decisiva di venerdì in cui per la prima volta si riunirà il Parlamento a Camere unite per le votazioni sui Presidenti di Senato e Montecitorio. «L’elezione dei presidenti delle Camere non è una partita per il governo, è una partita per l’abolizione dei vitalizi», ha spiegato davanti alla truppa M5s il leader e candidato premier, che intanto resta comunque in contatto nell’ombra con Salvini per i prossimi step pre-Quirinale. «In questa settimana probabilmente eleggeremo uno dei presidenti delle Camere e saremo decisivi per l’elezione di entrambi. Abbiamo chiesto la presidenza della Camera perché qui ci sono più vitalizi da tagliare», ha specificato Luigi Di Maio nel giorno in cui i suoi capigruppo Danilo Toninelli e Giulia Grillo incontreranno ancora tutti i partiti del prossimo Parlamento, nessuno escluso. Plauso (che suona alquanto come tecnica di captatio benevolentiae) a Sergio Mattarella per la calma e fermezza che finora ha dimostra, «Sono sicuro che il Capo dello Stato gestirà nel migliore dei modi questa fase. Apprezziamo molto che il Quirinale non stia mettendo fretta alle forze politiche» ha chiosato davanti ai deputati eletti il capo politico del Movimento 5 Stelle. Primo giorno “di scuola” per moltissimi eletti sia alla Camera che al Senato, con i grillini che rappresentano il gruppo più folto sotto il profilo delle matricole.
TOTO-NOMI CAMERA E SENATO
Resta però per ora misterioso la “coppia” di nomi da presentare per le prime votazioni sulle Presidenze: con la Camera “blindata” ai Cinque Stelle (probabile Emilio Carelli, piace a tutti i partiti) è il Senato il terreno di caccia di fatto del Centrodestra, con la diatriba interna tra Lega e Forza Italia. Se infatti Paolo Romani non va bene ufficialmente a Di Maio (perché imputato, ndr), Salvini prova a piazzare un suo eletto/a per avere un potere maggiore rispetto agli alleati Berlusconi e Meloni: crescono le quotazioni dell’avvocato Giulia Bongiorno, quota Lega ma non disdegnata neanche dal resto del Centrodestra, che garantirebbe più di Giorgetti e Calderoli una stabilità “interna” e anche esterna con i voti di Pd e M5s. Altri nomi outsider tra gli azzurri sono Annamaria Bernini e Maurizio Gasparri (che però non piace praticamente a nessuno in Parlamento, ndr) mentre il Partito Democratico ancora si trova senza una via “maestra” da inseguire per le prossime giornate: «Noi voteremmo figure con profilo di garanzia e autorevolezza ma al momento siamo in una fase preliminare e io non entro nel toto-nomi. Quando sarà il momento ci sarà grande unità di intenti. Si sta lavorando, e lo sta facendo in primo luogo Martina, per costruire un consenso largo nel partito, non sono preoccupato», spiega Lorenzo Guerini dopo la riunione di segreteria dem.