L’Antitrust ha deciso di scendere in campo dopo che le principali compagnie hanno agito in seguito alla vicenda delle bollette a 28 giorni. Il Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona ha parlato, sottolineando: “Avevamo già segnalato la strategia commerciale coordinata e concentrata delle compagnie telefoniche per far credere che gli aumenti del 8.6% non ci fossero e che le modifiche contrattuali dipendessero solo dalla legge. Questo avrebbe determinato l’effetto di limitare l’esercizio del diritto di recesso. Ora speriamo che il procedimento si chiuda con una condanna“. Una situazione particolare che sicuramente si spera possa arrivare a una fine col rispetto prima di tutto degli utenti, al momento non in grado ancora di accettare diverse situazioni cambiate rispetto al passato. Il Garante ha l’unico obiettivo di rendere le cose più semplici, ma in questo momento sarebbe importante dare ai consumatori anche la possibilità di capire meglio le cose. (agg. di Matteo Fantozzi)
LA REPLICA DI FASTWEB
L’Antitrust “bacchetta” ancora le principali compagnie telefoniche dopo la vicenda delle bollette a 28 giorni. L’accusa è piuttosto forte: avrebbero sì riportato la fatturazione su base mensile, ma aumentando nel contempo i prezzi in una maniera che pari concertata. Fastweb ha deciso di replicare alle accuse, facendo sapere con una nota di aver agito sempre in maniera corretta perseguendo politiche commerciali autonome e indipendenti da quelle delle altre compagnie telefoniche. “Fastweb è passata alla fatturazione a quattro settimane più di due anni dopo i propri concorrenti, quando tale approccio commerciale si era ormai affermato come prassi nel mercato e al quale ha dovuto necessariamente adeguarsi. Rispetto, invece, al ritorno alla fatturazione mensile, Fastweb si è attenuta rigorosamente alla tempistica dettata dalla normativa rilevante ed alle indicazioni fornite dal Garante per le Comunicazioni in merito alle modalità di comunicazione”. (aggiornamento di Bruno Zampetti)
POSSIBILE CHIEDERE IL RIMBORSO
Quella della bolletta telefonica con fatturazione a 28 giorni, è una battaglia portata avanti per diversi mesi dalle associazioni dei consumatori, che si è chiusa con una grande vittoria di questi ultimi. L’antitrust ha infatti stabilito che le bollette suddette debbano ritornare alla fatturazione mensile, come si faceva fino a qualche anno fa. A questo punto è scattata una nuova class action dei consumatori, per richiedere il rimborso economico per via dei giorni “mangiati” dalle vecchie bollette a 28 giorni. Su diversi siti specializzati, fra cui consumatori.it, è possibile scaricare il modulo da compilare con i propri dati, con cui appunto si chiede la restituzione di quei soldi che sarebbero stati pagati in più nel caso in cui ci fosse la bolletta mensile. Una lotta, quella dei consumatori, che è iniziata esattamente un anno fa, a marzo del 2017, dopo la delibera che disciplinava la telefonia fissa e mobile, terminata con un grande successo nelle scorse settimane. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
L’INTERVENTO DELL’ANTITRUST
Nuovo intervento da parte dell’Antitrust che ha sospeso in via cautelare gli aumenti delle bollette telefoniche inizialmente decisi dagli operatori dopo l’obbligo di fatturazione mensile in sostituzione a quella a 28 giorni. La nuova azione del Garante si colloca nell’ambito dell’istruttoria avviata lo scorso febbraio in seguito al dubbio relativo ad una presunta intesa tra le principali compagnie, Tim, Vodafone, Fastweb e Wind Tre, con la quale, tramite Asstel, si sarebbero messe d’accordo per rialzare le tariffe dell’8,6%. Per tale ragione, spiega Corriere.it, l’Antitrust ha chiesto agli operatori di “definire la propria offerta in modo autonomo”. Tutto era iniziato dopo la denuncia degli stessi consumatori che avevano riscontrato gli aumenti in bolletta dalla fine dello scorso gennaio, in concomitanza con lo stop alla fatturazione a 28 giorni. A questo punto, dunque, l’Autorità ha ritenuto necessario aprire un provvedimento al fine di verificare la presenza di un’intesa tra operatori e dalla documentazione acquisita in fase di ispezione sembrerebbe proprio confermare l’ipotesi che le parti avrebbero comunicato ai rispettivi clienti, quasi contestualmente, la fatturazione su base mensile e non più a 28 giorni, ed al tempo stesso l’aumento del canone in modo da distribuire la spesa annuale su 12 mesi piuttosto che 13. Duro l’intervento del Garante che ha spiegato di aver adottato “misure cautelari urgenti” al fine di evitare un “danno grave e irreparabile per la concorrenza e per i consumatori”, intimando gli operatori a stoppare la presunta intesa che sarebbe emersa dall’indagine e “definire la propria offerta di servizi in modo autonomo rispetto ai propri concorrenti”.
LA DENUNCIA DEI CONSUMATORI
Era lo scorso gennaio quando i consumatori avevano denunciato gli evidenti aumenti in merito alle bollette telefoniche applicati dai vari operatori telefonici e pari all’8,6% dopo la fine della fatturazione a 28 giorni. Dopo il nuovo intervento dell’Antitrust, sulla base di indagini già avviate lo scorso mese, Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ha espresso la sua soddisfazione, come riporta Il Fatto Quotidiano: “Ottimo! Vittoria dei consumatori!”, ha esultato. Lo stesso ribadisce come, in qualità di associazione, avevano “segnalato la strategia commerciale coordinata e concertata delle compagnie telefoniche per far credere che gli aumenti dell’8,6% non ci fossero e che le modifiche contrattuali dipendessero solo dalla legge, determinando così l’effetto di limitare l’esercizio del diritto di recesso”. Oggi però, si può sostenere che così non è ed adesso la speranza è che il procedimento possa chiudersi con una condanna, come ampiamente auspicato da Dona.