Il sindaco di Gallarate, cittadina in provincia di Varese, è salito alla ribalta delle cronache in queste ore. Come da informazioni raccolte da vari media, il primo cittadino Andrea Cassani, ha pagato di tasca propria i biglietti del treno, per mandare dodici migranti originari del Gambia, a cui è stato revocato il diritto d’accoglienza, in quel di Milano. «La loro volontà – ha spiegato il sindaco, smentendo di fatto l’indiscrezione – era quella di andare a Milano, città che indubbiamente offre loro più possibilità della nostra Gallarate. Nessuno li ha costretti ad andarsene altrove e i biglietti se li sono comprati loro». Una scelta che ha scatenato non poche polemiche, in particolare dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ha commentato la vicenda dicendo: «Qualcuno fa la sua parte, altri no e questo è spiacevole».



IL DURO COMMENTO DELL’ASSESSORE

Più duro invece l’assessore alle politiche sociali di Milano Pierfrancesco Majorino, che ha parlato di «modalità allucinante», aggiungendo che alcuni dei dodici gambiani sono stati recuperati dalla strada, per «evitare che divengano dei nuovi senzatetto, abbiamo deciso di ospitarli in strutture d’emergenza». La pensa diversamente invece il segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi, secondo cui ha fatto bene Cassani a pagare il biglietto ai migranti, aggiungendo che «in questi casi per il Viminale la soluzione è lasciare i clandestini, senza mezzi e risorse, in strada». Ovviamente la prefettura di Milano ha chiesto a quella di Varese che non si ripetano più altri casi del genere. Alcuni stanno infatti cercando di seguire le orme di Cassani, come ad esempio il sindaco di Domodossola, Lucio Pizzi, che ha invitato la cooperativa che occupa alcuni rifugiati a spostarli altrove, perché «la città vuole accogliere turisti, non migranti».

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