Novità importanti sul caso della giovane Mariam Moustafa, la giovane italiana di origine egiziana, trasferitasi a Londra con la famiglia. Del caso se ne occuperà questa sera la trasmissione Chi l’ha visto con tutte gli ultimi retroscena. A Nottingham Mariam sarebbe stata vittima di un branco di bulle che dopo averla picchiata violentemente era entrata in coma, stato in cui sarebbe rimasta per due lunghe settimane, prima di morire. Le indagini della polizia londinese avrebbero portato ai primi frutti, come riporta oggi Tiscali.it. Lo scenario però resta inquietante: la studentessa di ingegneria di appena 18 anni potrebbe essere stata picchiata fino alla morte per un errore, un atroce scambio di persona ipotizzato sin dall’inizio. Il violento inseguimento seguito dal pestaggio, secondo quanto spiegato dalla sorella di Mariam, Malak, da parte del gruppo di bulle sarebbe nato dalla vendetta per una serie di insulti ed offese postate sui social contro la banda di ragazzine presenti sul bus che si sono poi scagliate sull’italiana. Secondo le parole della sorella, una certa “Black Rose” postava sui social pesanti offese contro le giovani che si sono scagliate contro Mariam credendo fosse lei l’autrice delle frasi. Sono stati alcuni testimoni a confermare come le stesse bulle avrebbero puntato la 18enne chiamandola proprio “rosa nera”. Potrebbe essere stato solo un errore, dunque, il violento pestaggio mortale subito dall’italiana, anche se occorre ribadire come le stesse ragazzine in passato siano state protagoniste di un’altra aggressione nella quale, lo scorso agosto, la sorella di Mariam aveva subito la frattura di una gamba.



LE PAROLE DEL PADRE DI MARIAM

La polizia inglese avrebbe già identificato il gruppo di sei ragazze che avrebbero puntato e poi aggredito violentemente Mariam Moustafa fino alla morte, sopraggiunta dopo due settimane dall’agguato in seguito ad una emorragia cerebrale e dopo essere stata dimessa frettolosamente dall’ospedale dove si era recata in seguito al pestaggio sanguinoso. Inizialmente le bulle segnalate erano dieci, numero poi ridotto a quasi la metà. Davvero avrebbero agito per uno scambio di persona? I dubbi restano, mentre il padre della 18enne italiana non può fare altro se non aggrapparsi al ricordo dell’amata figlia, che a Londra aveva paura di tutto: di non essere adeguatamente curata, di non essere creduta e di morire, come poi è avvenuto. “Mia figlia era un angelo, gentile con tutti. Non aveva nemici”, ha spiegato l’uomo, sebbene lo zio avesse ribadito un certo clima di tensione a causa del presunto razzismo nei confronti di Mariam e della sorella e che avrebbe portato al pestaggio causato da un errore. Ad oggi la polizia, mentre continua le indagini su quanto accaduto alla giovane, si domanda, congiuntamente ai colleghi egiziani ed italiani, chi è la black rose al centro del giallo.

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