Sul caso dei Pfas e riguardo la loro pericolosità il Governo era stato sensibilizzato non solo dal Governatore del Veneto Zaia, ma anche dall’Assessore Regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, che in relazione agli esiti dell’inchiesta della Commissione parlamentare sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, aveva lanciato un appello affinché lo Stato di Emergenza venisse finalmente accordato. Una volta accordato, per Bottacin ci sono ancora dei passi da compiere per contastare la pericolosità di queste sostanze, bussando direttamente alla porta della Commissione Europea: “Il prossimo passo è fare “gioco di squadra per fare pressione sull’Unione Europea. Perché è quella la sede deputata a prendere decisioni per inibire del tutto l’uso di queste sostanze nei cicli produttivi”, queste le parole di Bottacin a inizo marzo che hanno trovato riscontro con la dichiarazione dello Stato di Emergenza. (agg. di Fabio Belli)
“PERSI UN SACCO DI MESI”
Stato di emergenza in Veneto. Lo ha dichiarato poche ore fa il Consiglio dei ministri, per via dei Pfas. Per chi non sapesse di cosa si tratta, sono sostanze perfluoroalchiliche, utilizzate per rendere impermeabili, quindi resistenti all’acqua, tessuti, carta, rivestimenti di contenitori alimentari, pentole e via discorrendo. Tali Pfas pare siano cancerogeni e di conseguenza dannosi per l’uomo. In concomitanza è stato nominato dal Consiglio anche un commissario. A rendere nota la decisione è stato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dopo che le acque nella provincie di Vicenza, Padova e Verona, sono state contaminate da queste sostanze. Il numero uno della Regione ha voluto diramare una nota, per cercare di fare chiarezza sulla questione.
LE PAROLE DEL GOVERNATORE ZAIA
«Dico che il tempo è galantuomo – le parole del Governatore del Veneto – ricordo che quando ho fatto la richiesta dello stato di emergenza per i Pfas a settembre dello scorso anno, sono stato attaccato da mezzo mondo, dicendo che erano pure fantasie quelle di pensare ad un commissario e che il governo non l’avrebbe mai concesso». Quindi Zaia ha aggiunto e concluso il suo discorso dicendo: «Vedo invece che ora la proposta che ho fatto è stata accolta, anche se ai tempi supplementari, da un governo che in pratica non esiste più. Peccato, perché così si sono persi un sacco di mesi». Una ricerca effettuata nel 2013, quindi cinque anni fa, aveva già evidenziato la presenza di Pfas nelle acque del Veneto, in particolare, nelle zone del bacino del Po, sia in acque superficiali e potabili, quanto in quelle sotterranee.