Si è risolto il mistero dei dischetti di plastica trovati nel mar Tirreno. Si trattava, come vi abbiamo già spiegato, di una serie di filtri riversati accidentalmente in mare da un depuratore nei pressi della foce del Sele. Molte le reazioni a tale gesto, fra cui quella di Gian Luca Galletti, il ministro dell’ambiente in carica, che ha confessato, indignato: «Quanto accaduto è intollerabile – si legge sull’edizione online del quotidiano Il Giornale – lo abbiamo affermato con grande forza sin dall’inizio del nostro mandato: chi inquina non può e non deve rimanere impunito. Danneggia il nostro mare, gli ecosistemi e la salute dei cittadini ovvero il capitale più importante che abbiamo». I dischetti di plastica si sono riversati negli scorsi giorni un po’ in tutta la costa tirrena della nostra penisola, con segnalazioni da nord a sud, in particolare con picchi nelle zone dell’isola di Ischia (Campania) e del Lazio. Fortunatamente la situazione è rientrata, e le spiagge sono tornate nel giro di breve tempo alla normalità. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL COMMENTO DI CLEAN SEA LIFE
Dopo che è stato risolto il “mistero” dei dischetti di plastica che, dal Mar Tirreno, erano finiti a migliaia su alcune spiagge della costa laziale, campana e la costa meridionale di quella toscana. E le associazioni ambientaliste, e in particolare Clean Sea Life che alcuni giorni fa aveva segnalato le criticità alle capitanerie di porto, ha espresso la propria soddisfazione oltre che “gratitudine al Corpo per aver identificato la fonte” dato che l’azione tempestiva avrebbe evitato nuovi sversamenti nello stesso Tirreno. Tuttavia, nel comunicato emesso nelle ultime ore, i comitati legati al mondo dell’ambientalismo hanno pure sottolineato un altro aspetto: “Individuata la causa, rimangono però le conseguenze” scrivono, aggiungendo che c’è ancora un numero elevatissimo ma imprecisato dei suddetti dischetti e che, singoli e associazioni, si stanno già mobilitando e anche su Twitter è entrato nei Trends l’hashtag #cacciaaldischetto per ripulire le spiagge e capire anche quale sia stata l’entità dello sversamento degli ultimi giorni. (agg. di R. G. Flore)
I DISCHETTI DI PLASTICA NEL MAR TIRRENO
C’è chi parlava di extraterrestri, chi lamentava un’opera di terrorismo ambientale, mentre studiosi ed esperti non sembravano capirci nulla. La settimana scorsa su alcune spiagge del litorale campano e quello laziale tra Fiumicino e Anzio erano apparse invase da migliaia di piccoli dischetti di plastica. Che stava succedendo? Il mare restituiva improvvisamente le tonnellate di plastica che lo stanno distruggendo? Il problema era che il materiale era tutto identico, non si trattava di bottiglie di plastica, sacchetti e quant’altro, ma di migliaia di dischetti forati da una piccola rete identici e con le medesime dimensioni. Gli esperti hanno continuato a indagare insieme alla guardia costiera ed è emersa la soluzione al misterioso accadimento: si tratta di piccoli filtri sfuggiti per via di un guasto a un depuratore, il cedimento di una vasca dell’impianto nei pressi della foce del fiume Sele.
RISOLTO IL GIALLO
“Nel corso dell’intensa attività ricognitiva presso gli assi fluviali (Sele, Mingardo, Lambro, Irno, Tusciano, Volturno, Sarno, Carigliano) ricadenti nel territorio di giurisdizione delle Capitanerie di porto di Napoli, Salerno e Gaeta, è stata accertata, nelle vicinanze di un impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele e sugli argini dello stesso fiume, una ingente concentrazione di tali filtri” ha commentato la guardia costiera. I dischetti sono fuoriusciti in mare aperto per poi riversarsi con le ondate sulle spiagge. Per via delle correnti marine si sono concentrati su alcune spiagge precise della Campania e del Lazio giungendo però anche su spiagge della Toscana meridionale. Adesso è da chiedersi come mai i responsabili dell’impianto di depurazione non si siano accorti per così tanto tempo del guasto e il perché dell’incidente, perché la situazione è davvero parossistica: un impianto di depurazione che serve a pulire le acque dall’inquinamento ha contribuito a inquinare il mare lunghi tratti di costa. La procura ha aperto una inchiesta.