Qualora ve lo foste perso, Facebook è nel mezzo di un colossale scandalo a seguito della maniera in cui i dati dei suoi utenti sono stati condivisi con Cambridge Analytica, una società che ha lavorato alla campagna elettorale di Trump nel 2016.
Sandy Parakilas, un ex dipendente di Facebook, ha raccontato oggi (ieri, ndr) che i suoi avvertimenti sugli scarsi standard di sicurezza adottati dal social network per proteggere i dati dei suoi utenti erano stati ampiamente trascurati e che, nonostante tutto, alcuni dei dirigenti che erano stati messi al corrente continuano tutt’ora a mantenere il proprio posto all’interno dell’azienda. A tale proposito, la notizia di copertina su Bloomberg Businessweek tratta una ipotesi avvincente: “Forse occorre fondare una Agenzia per la Protezione dei Dati”.
Considerata la portata dello scandalo, era ormai solo una questione di tempo. Sono state avviate le prime cause legali a Facebook e Cambridge Analytica.
Brian Acton, il cofondatore di WhatsApp (divenuto miliardario nel 2014 dopo aver venduto la sua startup proprio a Facebook), si è espresso apertamente e duramente contro il social network, ed ha invitato i suoi utenti ad abbandonarlo. “È tempo di #deletefacebook”, ha twittato (esistono alternative di cui parleremo prossimamente, ndr).
Zuckerberg è rimasto nell’ombra fino a ieri. Il Daily Beast sosteneva che stesse “lavorando senza sosta”. Il governo degli Stati Uniti d’America e quello britannico, d’altronde, hanno richiesto spiegazioni e documenti cui Zuckerberg ha risposto inviando “rappresentanti di medio livello“.
Solamente nel tardo pomeriggio di ieri, Mark Zuckerberg ha pubblicato sul suo profilo Facebook (ovviamente) una lettera di scuse. Al suo interno, Zuck ha presentato un’analisi degli eventi secondo il punto di vista della sua azienda e descritto i piani per indagare sull’accesso ai dati da parte di sviluppatori esterni.
Analisti del settore ritengono che finora Facebook abbia gestito la questione in maniera estremamente grossolana. Basti guardare agli effetti dello scandalo sulla Borsa.
Secondo Gadfly, la portata dello scandalo e l’accanimento dei legislatori potrebbe portare a seri cambiamenti. Staremo a vedere.
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