Il capo della Polizia Franco Gabrielli risponde al sostituto procuratore della corte d’appello di Genova Enrico Zucca, che in merito alla morte di Giulio Regeni sostiene che i «nostri torturatori sono al vertice della polizia». E la replica è dura: «Arditi parallelismi e infamanti accuse che qualificano soltanto chi li proferisce». A margine di una iniziativa ad Agrigento per ricordare Beppe Montana, il capo della Catturandi di Palermo ucciso dalla mafia nel 1985, Gabrelli fa una richiesta: «In nome di chi ha dato il sangue, di chi ha dato la vita chiediamo rispetto». Intanto il procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio, ha avviato accertamenti preliminari su Zucca. In particolare, acquisirà gli elementi conoscitivi sulle dichiarazioni rese in merito ai casi giudiziari del G8 di Genova e sulla morte di Regeni, riportate dalla stampa. E il Csm ha chiesto l’apertura di una pratica per valutare se vi siano «profili di incompatibilità», cioè se il magistrato va trasferito d’ufficio. La questione verrà sottoposta al prossimo comitato di presidenza.
G8 GENOVA E CASO REGENI, BUFERA PER DICHIARAZIONI ZUCCA
Sul caso Zucca interviene anche il ministero della Giustizia che, stando a quanto riportato dall’Ansa, acquisirà la registrazione video integrale del convegno nel corso del quale il procuratore generale di Genova ha pronunciato le affermazioni contestate, per valutarne e contestualizzarne il contenuto. Come da prassi, verrà acquisita anche una relazione dettagliata sulla vicenda attraverso il procuratore generale presso la Corte d’appello di Genova. Questi sono accertamenti preliminari rispetto alla possibile apertura di un’azione disciplinare. Enrico Zucca ha accostato quel che accade durante il G8 del 2001 alla vicenda di Giulio Regeni, il ricercatore sequestrato, torturato e ucciso al Cairo: «Chi ha coperto i torturatori del G8 è ai vertici della polizia, con quale forza possiamo chiedere all’Egitto di consegnarci i loro torturatori? Il Governo deve spiegare perché ha tenuto ai vertici operativi dei condannati. Fa parte dell’esecuzione di una sentenza», questa la dichiarazione che ha scatenato le numerose polemiche.