C’era l’uccisione di una parte del bestiame del presunto omicida, Michele Cialei, alla base dei dissapori con Armando Capirchio, il pastore trovato in giornata in provincia di Frosinone e scomparso dallo scorso mese di dicembre. Erano state proprio queste liti a mettere sotto accusa Cialei e ad attirare l’attenzione degli inquirenti, che ha portato all’arresto. Il rinvenimento del cadavere, nonostante i diversi mesi trascorsi alla ricerca del pastore, potrebbe portare a individuare quei particolari mancanti per completare il quadro accusatorio nei confronti di Cialei, la cui posizione potrebbe aggravarsi per non aver collaborato alla ricerca del cadavere di Capirchio. Tra i due c’era rancore per la morte di tre buoi, ma sembra che vi fossero state altre “scorrettezze” culminate poi con la tragica lite costata la vita a Capirchio. (agg. di Fabio Belli)
PER IL DELITTO CAPIRCHIO FU ARRESTATO CIALEI
Quell’arresto avvenuto lo scorso dicembre, aveva significato la prima svolta decisiva nell’omicidio di Armando Capirchio, il pastore scomparso nella provincia di Frosinone e rinvenuto cadavere solo oggi. Il suo corpo, fatto a pezzi e messo in due buste, è stato gettato poi gettato in un dirupo in località Ambrifi a Lenola. Gli inquirenti ormai da mesi non avevano alcun dubbio: ad uccidere il 58enne sarebbe stato Michele Cialei, anche lui allevatore, eppure mancava ancora la prova regina, il cadavere. Come spiega Corriere.it, nell’ultima fase prima del ritrovamento del cadavere dell’uomo scomparso ad ottobre, avevano partecipato al fianco dei carabinieri anche i Forestali, vigili del fuoco, personale del Cai e speleologi del Soccorso Alpino. Ad essere perlustrati sono stati dirupi, insenature naturali, precipizi e cavità carsiche. Importante anche l’intervento di un elicottero dei carabinieri giunto da Pratica di Mare. Ora, finalmente, sarà possibile giungere alla chiusura di un cerchio che si era formato attorno al giallo di Vallecorsa. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL CORPO IN DUE BUSTE
Il corpo del povero Armando Capirchio, pastore della provincia di Frosinone misteriosamente scomparso da cinque mesi, è stato ritrovato questa mattina fatto a pezzi e messo in due buste. Ad individuarlo, i militari dell’Arma nei pressi di Lenola in provincia di Latina. Il giorno della sua scomparsa, l’uomo era uscito di casa per recarsi in località Pietralunga, dove aveva del bestiame allo stato brado. Poi di lui si erano misteriosamente perse le tracce, fino alla svolta dello scorso dicembre quando, come rammenta Corriere.it, fu arrestato l’uomo ritenuto il responsabile del suo assassinio, un allevatore 52enne, Michele Cialei. Le tracce di sangue della vittima erano state rinvenute anche lungo il sentiero e su alcuni sassi. Per questo in un primo momento era stato ipotizzato un malore a scapito dell’uomo ma poi l’attenzione degli inquirenti si era spostata verso la morte violenta anche alla luce di alcuni conflitti legati al pascolo avuti con l’uomo arrestato e culminati anche in uno scontro fisico. Nel dettaglio, gli inquirenti credevano che il rancore covato dal presunto assassino verso la vittima era legato al fatto che lo stesso lo ritenesse responsabile della morte di tre suoi bovini. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
LA VITTIMA SCOMPARSA DA MESI
Un nuovo giallo dai contorni decisamente macabri si è registrato oggi a Vallecorsa, in provincia di Frosinone. Il cadavere di un uomo è stato rinvenuto dagli uomini dei Carabinieri grazie all’importante lavoro svolto dagli speleologi del Soccorso Alpino. Dopo le primissime indagini, come riporta l’agenzia di stampa Ansa, è stato possibile procedere al suo riconoscimento: si tratta di Armando Capirchio, un pastore di 58 anni e del quale si erano perse le tracce dallo scorso 23 ottobre. Il suo corpo è stato trovato fatto a pezzi. In realtà, il ritrovamento del cadavere per gli inquirenti potrebbe rappresentare non tanto l’inizio di un giallo quanto piuttosto la chiusura di un cerchio poiché, il 12 dicembre scorso, era stato arrestato un uomo di 52 anni, anche lui residente a Vallecorsa e accusato dell’omicidio e dell’occultamento di cadavere del pastore. Allora però, il suo corpo non era ancora stato trovato ma le indagini non si erano mai di fatto concluse. Secondo quanto trapelato dal lungo lavoro degli investigatori, tra la vittima e la persona ritenuta responsabile del macabro delitto, da tempo vi erano rancori reciproci legati proprio al pascolo.
UN ARRESTATO PER IL DELITTO DI CAPIRCHIO
Il corpo di Armando Capirchio, come specificato da Il Messaggero, è stato rinvenuto nella giornata odierna in località Ambrifi, nel territorio di Lenola, comune pontino al confine con Vallecorsa. Il cadavere del pastore si trovava ridotto in pezzi e nascosto in due buste di plastica. L’uomo arrestato nei mesi scorsi con l’accusa di essere il responsabile dell’omicidio si chiama Michele Cialei. A portare al suo arresto era stato il ritrovamento di tracce ematiche appartenute alla vittima che fino ad oggi risultava ancora scomparsa, sia nel bagagliaio della sua auto che sugli abiti che indossava proprio quando il pastore aveva fatto perdere le tracce. A far stringere il cerchio attorno a lui anche il fatto che il suo fucile da caccia avesse esploso alcuni colpi. Il ritrovamento del cadavere e le condizioni macabre in cui è stato ridotto potrebbero ora compromettere ulteriormente la posizione dell’uomo arrestato. Lo scorso febbraio erano emersi altri dettagli relativi ai risultati degli uomini del Ris e che in più punti avevano raccolto Dna diverso da quello di Cialei, facendo intendere la presenza di un possibile complice nella fase di occultamento di cadavere del povero pastore ucciso.