Igor il Russo ha tentato di sfidare i magistrati italiani ed in parte sembra esserci anche riuscito. Lo ha fatto nel corso del primo interrogatorio avvenuto nel carcere di Zuera, in Spagna, circondato da interpreti, magistrati, carabinieri e diversi uomini della Guardia civil. Nonostante tutto si è avvalso della facoltà di non rispondere prima di adottare un atteggiamento beffardo e cinico nei confronti degli stessi magistrati italiani. Il procuratore Giuseppe Amato e il suo braccio destro Marco Forte, come spiega Repubblica.it, sarebbero entrati nel carcere per poi uscirne appena due ore più tardi: “L’interrogatorio non l’abbiamo potuto fare. Speravamo parlasse. Siamo indifferenti rispetto a questa sua scelta, l’importante è che abbiamo notificato gli atti. Lo rinviamo a giudizio il prima possibile, nei prossimi giorni, penso anche con giudizio immediato, abbiamo questa possibilità”, ha commentato Amato. La detenzione in Spagna, infatti, non rappresenterebbe alcun limite alla possibilità di poterlo processare quanto prima. Non è escluso che, dopo una rogatoria con la Spagna, il procedimento a carico del killer di Budrio possa avvenire in videoconferenza. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
NORBERT FEHER RESTA MUTO E DERIDE I MAGISTRATI
Appesantito, con la barba lunga ma sempre con il suo atteggiamento cinico e sprezzante: è apparso così Norbert Feher alias Igor il russo, ai pm italiani che si sono recati nel carcere di massima sicurezza di Saragozza per l’interrogatorio. L’uomo, ribattezzato il killer di Budrio, come riporta Corriere.it non si è risparmiato dal ridere in faccia ai magistrati bolognesi nel primo incontro ufficiale. E’ quindi durato pochissimo l’interrogatorio, dal momento che lo spietato serbo 42enne, pluripregiudicato, si è rifiutato di rispondere. E’ passato quasi un anno dal terribile delitto del barista di Budrio, Davide Fabbri, freddato nel suo locale il primo aprile scorso. Una settimana dopo fu la volta del delitto della guardia volontaria Valerio Verri. E proprio per entrambi gli omicidi, nelle passate ore Igor non ha mai rilasciato alcuna dichiarazione, né risposto alle domande dei pm. Ma al temibile killer che dopo quelle uccisioni si diede alla macchia facendo scattare un’imponente operazione di ricerca durata mesi interi, è contestato anche un terzo delitto avvenuto sempre su suolo italiano, quello del metronotte Salvatore Chianese, avvenuto a Ravenna il 30 dicembre 2015. Quando i pm di Bologna gli hanno consegnato l’informazione di garanzia su quest’ultimo omicidio, Igor Vaclavic avrebbe scosso la testa ridendo con sarcasmo prima di avvalersi della facoltà di non rispondere.
VERSO IL RINVIO A GIUDIZIO LAMPO
Dopo l’incontro avvenuto nel carcere di Saragozza, il procuratore di Bologna Giuseppe Amato, raggiunto dall’agenzia di stampa Ansa ha commentato: “Non c’è nessun problema. Gli abbiamo notificato gli atti e a brevissimo lo manderemo a giudizio: probabilmente chiederemo il processo immediato”. Il processo a carico dello spietato killer serbo potrebbe avvenire in videoconferenza. L’incontro, nonostante l’atteggiamento di Igor il russo nei confronti dei magistrati italiani, può comunque ritenersi positivo in quanto è stato possibile acquisire elementi utili in merito ai possibili complici di Norbert, aspetto questo che non è mai stato sottovalutato e che ora saranno valutati al fine di stabilire se contestare o meno il favoreggiamento per i fatti commessi nel nostro Paese. Una cosa è certa: in Spagna Igor non godrebbe affatto di un trattamento privilegiato. Al contrario, viene trattato come un feroce serial killer in perfetto stile “Hannibal” capace di compiere qualsiasi follia in qualunque momento. Non è un caso se nel breve tragitto dalla cella all’aula dove ha incontrato i pm bolognesi, l’uomo è stato scortato da ben tre agenti con giubbotti anti-lesioni. Ora, i magistrati italiani sperano ad un rinvio a giudizio lampo ma forse anche un giudizio immediato in videoconferenza.