San Turibio de Mogrovejo, la storia
Nato da una nobile e facoltosa famiglia originaria di Maiorca, Turibio de Mogrovejo iniziò i suoi studi di diritto dapprima a Coimbra, poi a Salamanca. A soli 40 anni, egli diventò presidente del Tribunale di Granada finché, su indicazione dell’allora pontefice in carica, Papa Gregorio XIII, venne inviato a Lima, dove diventò arcivescovo dell’omonima diocesi. Questo gli permise, in un arco di tempo sorprendentemente limitato, di passare velocemente da laico a vescovo della Santa Chiesa. Insediatosi nell’arcidiocesi nel mese di maggio del 1581, Turibio de Mogrovejo dovette anzitutto fronteggiare la decadenza morale e spirituale che attanagliava l’opera dei conquistatori spagnoli, alla quale i sacerdoti non sapevano porre un valido e risolutivo rimedio. Un decisionismo energico e un integerrimo comportamento personale, riuscì finalmente a porre argine alla serie di abusi e soprusi dei quali la popolazione indigena era oggetto e vittima, moralizzando anzitutto gli usi e successivamente mettendo in atto una profonda riforma del clero. Egli percorse per ben tre volte l’intero percorso che componeva la sua sconfinata arcidiocesi, viaggiando per chilometri e chilometri.
I viaggi nella diocesi di Lima
Egli veniva ospitato nelle povere e umili capanne delle famiglie locali, cercando gli indigeni che, dopo aver tentato di fuggire, trovavano grazie alla sua anima amorevolmente paterna una fedele e autorevole figura. Parlava loro nella loro lingua, avviandoli verso la strada di Gesù Cristo. Le tre visite pastorali intraprese occuparono quasi dieci anni della propria esistenza, con opere che vanno dal perfezionamento della catechesi degli indigeni alla stampa dei primi libri in America del Sud fino ad arrivare alla fondazione e inaugurazione di un centinaio di nuove parrocchie. Tutto finché la morte non lo raggiunse il giovedì Santo del 23 marzo 1606. Proclamato beato da Papa Innocenzo XI, venne infine canonizzato da Papa Benedetto XIII nel 1726. Grazie alla sua opera di determinata e solerte evangelizzazione, egli è diventato patrono dello stato del Perù, dei vescovi sudamericani e degli Indios. Soprattutto in Perù, dove svolse gran parte del suo episcopato, egli è venerato da migliaia di fedeli ogni anno. Il 23 marzo, giorno nel quale viene commemorato San Turibio, è dedicato anche ad altri santi, tra cui San Giuseppe Oriol e San Walter di San Martino di Pontoise. Il primo è stato un presbitero di origine spagnola, proclamato santo ad opera di Pio X nel 1909. Il secondo è stato invece un monaco benedettino di origine francese. Sepolto nell’omonima abbazia, le sue spoglie vennero trasferite nel non lontano cimitero durante i moti della Rivoluzione Francese del 1789.