Era un alpinista espertissimo Francesco Rota Nodari, noto come “il Franz”, re dei 4000, ieri tradito però proprio dalla sua passione per i monti, al punto da precipitare per 500 metri perdendo la vita sul Concarena. Una tragedia immane per via anche dell’immenso vuoto che lascia, a partire dai suoi due figli piccoli. Come rammenta Il Giorno, quello di Franz è stato un destino che lo ha suo malgrado accomunato al suo “collega”, scomparso due anni fa. Era il 22 febbraio 2015 quando una valanga uccise il presidente del Mip, la Business School del Politecnico, Gianluca Spina, insieme a tre amici ed appassionati di montagna. Così come Rota Nodari, anche lui all’epoca lasciò due figli e la moglie. Ancora una tragedia lo scorso 9 dicembre, quando Giorgio Piccardi studenti d’Ingegneria, precipitò nel vuoto sotto gli occhi di tre compagni di avventura. A piangerlo è anche il Politecnico di Milano suo alunno e da anni tecnico di laboratorio. Ancora tutta da chiarire la modalità con cui è avvenuto il drammatico incidente mortale ad alta quota ma la tesi iniziale è quella di una caduta causata dal cedimento di un chiodo che avrebbe così fatto precipitare l’alpinista. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
L’ULTIMO MESSAGGIO SU FACEBOOK
Lascia la moglie e due figli piccoli a Verona il “re dei 4mila metri”, come era conosciuto anche Francesco Rota Nodari: un alpinista esperto che è incappato nella sua amata montagna, in un passo che aveva fatto già altre volte sul Concarena. Fa impressione quell’ultimo messaggio lasciato su Facebook in cui “Franz” scriveva tranquillo e sereno a tutti suoi amici, «Buona Notte! (e speriamo sia buona, sicuramente sarà lunga»: fa impressione ai tanti che poi gli hanno risposto in queste ore e fa impressione per quella tragedia che nel giro di poco tempo lo avrebbe colto in quel volo drammatico di oltre 200 metri giù per la roccia. «Addio Franz, le gesta degli eroi rimangono», si legge tra i commenti all’ultimo scatto che lo ritrae sereno e contento tra le sue amate montagne. «Le Alpi perdono uno dei suoi piu’ grandi sognatori! Franz ci mancherai. Grazie della passione che ci hai trasmesso», conclude un altro messaggio commosso che non riesce ancora a capacitarsi della morte dell’amato Rota Nodari. Dio del cielo e Signore delle cime, accogli questo tuo appassionato “figlio” dopo le ultime tragiche ore.. (agg. di Niccolò Magnani)
L’ADDIO A FRANZ
L’addio all’alpinista è di quelli strazianti e commoventi allo stesso tempo: un 41enne esperto scalatore è rimasto ingoiato dalla sua stessa amata montagna sul Concarena, cadendo nel vuoto per 200 metri sotto gli occhi inermi e atterriti dell’amica che lo accompagnava nella scalata. Francesco Rota Nodari, conosciuto in università, al lavoro e nel mondo alpinista come “il Franz” aveva fatto più di 100 risalite oltre i 4mila metri, di cui ben 82 nella sola Europa superando tutte le vette di questa quota. Come riporta il Giorno questa mattina, dopo essersi laureato al Politecnico di Milano in Ingegneria ambientale, con una specializzazione in difesa del suolo, «era stato assunto come tecnico amministrativo nel dipartimento di «Architecture, Built Environment and Construction Engineering», da tanti anni lavorava come tecnico del laboratorio di Remote Sensing guidato dal professore Marco Gianinetto». Una tragedia del genere sul Sentiero della Felicità è uno di quei paradossi assurdi e misteriosi che la montagna sa mettere di fronte alle volte: all’ultimo saluto su Facebook fatto prima di imbarcarsi in quell’ultima maledetta salita, ora gli amici rispondono piangendo per quell’amico che non c’è più. «Buona notte Franz… che tu ti possa risvegliare in un luogo sereno. Le tue meravigliose foto che hanno fatto sognare tutti noi e le tue esplorazioni rimarranno per sempre». (agg. di Niccolò Magnani)
ORA FORTE RISCHIO VALANGHE
Il massiccio della Concarena è una “palestra” naturale molto apprezzata da alpinisti e rocciatori. Oggi è stata però teatro di una tragedia, quella che ha visto la morte di Francesco Rota Nodari, alpinista 41enne di Bergamo che stava scendendo insieme ad un’amica la via conosciuta come “Via della felicità”, aperta di recente. Il massiccio, che sorge alle spalle dell’abitato di Ono San Pietro, separa la Valcamonica della bergamasca Val di Scalve. Questa è una via con un forte rischio valanghe, con molti passaggi complessi. Qui ha trovato la morte l’alpinista bergamasco precipitato questa mattina. Sul sito On-ice.it, portale per appassionati di montagna, spiega che il tratto più pericoloso di questa via è l’imbuto sommitale tra Torre Golem e Corna Rossa, un convoglio di enormi valanghe da lastroni e cornici alte anche 7/8 metri. Il sito mette in guardia dalle cornici molto spioventi, anche la discesa non è affatto banale. (agg. di Silvana Palazzo)
ALPINISTA MUORE DAVANTI ALL’AMICA: LEI È SOTTO CHOC
Dopo la morte del compagno d’escursione, il 41enne bergamasco morto sulla Concarena dopo un volo di circa 200 metri, l’amica che ha assistito alla scena impotente è adesso sotto choc. Come riportato da Bergamo News, dopo l’incidente verificatosi sulla montagna che divide la Valle Camonica dalla Val di Scalve, la donna è fortunatamente incolume. Per quanto riguarda la vittima, invece, la salma è stata composta nella camera mortuaria dell’ospedale di Esine, dove adesso si trova anche l’amica. Subito dopo l’allarme lanciata dalla donna si sono mobilitati soccorso alpino, carabinieri e eliambulanza. Proprio quest’ultima, decollata dal Civile di Brescia con a bordo un tecnico del Soccorso Alpino, ha provveduto al recupero della salma dell’uomo, che purtroppo al momento dell’arrivo del personale medico era già deceduto. (agg. di Dario D’Angelo)
MORTO CLIMBER BERGAMASCO
Una nuova tragedia sui monti italiani. Nelle scorse ore è infatti scomparso un 41enne climber bergamasco, sul massiccio montuoso della Concarena, nelle Prealpi bergamasche. Le cause sono ancora da accertare, ma pare che l’alpinista sia scivolato di fronte agli occhi impotenti dell’amica, che stava scalando la cima assieme: fatale per l’uomo è stata la caduta di 200 metri. I Carabinieri della stazione di Capo di Ponte stanno ancora cercando di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti, con la tragedia che è avvenuta nella “Via della felicità”, tra l’altro, aperta di recente. A lanciare l’allarme, favorendo quindi l’arrivo dei soccorsi, è stata la stessa amica, visibilmente scioccata dopo aver assistito alla tragica scena. Subito è decollata un’eliambulanza dall’ospedale Civile di Brescia, con a bordo un tecnico del soccorso alpino, ma ovviamente, quando sono riusciti a recuperare l’uomo, questi era già deceduto.
L’ARRIVO DEI SOCCORSI
La salma del 41enne bergamasco è stata quindi trasportata in elicottero all’ospedale di Esine, in provincia di Brescia, dove è stata allestita la camera mortuaria. In Val Camonica è stata portata anche l’amica, incolume, imbragata con l’elicottero durante le fasi del soccorso. Il massiccio della Concarena, dove è avvenuta la tragedia, si trova vicino ad Ono San Pietro, separando di fatto la bresciana Valcamonica dalla bergamasca Val di Scalve. Si tratta di una zona molto frequentata dagli alpinisti, vista la formazione calcarea molto simile a quella delle Dolomiti. La caduta dell’alpinista di Bergamo è avvenuta attorno alle ore 9:30, quando è appunto arrivata la chiamata ai soccorsi. Nonostante la nebbia e il nevischio in quota, l’elicottero è riuscito a raggiungere il luogo della tragedia, anche se ormai non vi era più nulla da fare.