Santa Caterina di Svezia, la storia
Nata intorno al 1331, Santa Caterina di Svezia è la secondogenita degli otto figli di Santa Brigida e del marito Ulf Gudmarsson. Fu la fondatrice, nel 1369, dell’Ordine del Ss. Salvatore di Santa Brigida (gli appartenenti a quest’ordine sono chiamati brigidini o brigidine) . Sin da bambina, Caterina venne educata alla dottrina religiosa, affidata alle cure del monastero di Rosberg. Per volere del padre, in giovanissima età sposò Edgarvon Kyren, che acconsentì al desiderio della giovane consorte di osservare il voto di castità. All’età di diciannove anni raggiunse la madre a Roma, in occasione della celebrazione dell’Anno santo. Qui la giovane apprese la notizia della morte del marito. Da questo momento Santa Brigida partecipò con dedizione all’intensa attività religiosa di Santa Brigida, che aveva creato in Svezia una comunità di tipo cenobitico, nella cittadina di Vadstena, per accogliervi in separati conventi di clausura uomini e donne sotto una regola di vita religiosa ispirata al modello di San Bernardo di Chiaravalle.
Dopo la morte della madre
Santa Brigida morì il 23 luglio 1373 e dopo aver riportato in patria la salma della madre, nel 1375 Caterina entrò nel monastero di Vadstena, di cui divenne badessa nel 1380. Tornò una seconda volta a Roma per ottenere l’approvazione della Regola dell’ Ordine del Ss. Salvatore e per partecipare al processo di canonizzazione di sua madre, che si concluse nel 1391. Secondo una tradizione, Santa Caterina avrebbe prodigiosamente salvato la città di Roma dalla piena del Tevere. L’episodio è raffigurato in un dipinto conservato nella cappella a lei dedicata nell’abitazione di piazza Farnese. Santa Caterina fece definitivamente ritorno in Svezia, nel suo monastero di origine, dove spirò il 22 marzo del 1381. Caterina di Svezia fu proclamata santa da Papa Innocenzo VIII nel 1484.