“Guardate la Croce!”

Papa Francesco ha riflettuto insieme ai tanti presenti in Piazza San Pietro sul significato profondo del Vangelo della Domenica delle Palme, spiegando come ancora oggi «guardare la Croce significa lasciarsi interpellare nelle nostre priorità, scelte e azioni». Secondo il Santo Padre, l’invito a rivolgere lo sguardo alla Croce, alla morte e alla risurrezione di Cristo, «significa lasciar porre in discussione la nostra sensibilità verso chi sta passando o vivendo un momento di difficoltà». Francesco è poi tornato a rivolgersi direttamente ai fedeli in Piazza, specie ai giovani (presenti in gran numero): «Che cosa vede il nostro cuore? Gesù continua a essere motivo di gioia e lode nel nostro cuore oppure ci vergogniamo delle sue priorità verso i peccatori, gli ultimi e i dimenticati?». Nella celebrazione della Domenica delle Palme, ha chiosato il Santo Padre chiudendo l’omelia di questa mattina, sembrano quasi incrociarsi «storie di gioia e di sofferenza, di errori e di successi che fanno parte del nostro vivere quotidiano come discepoli, perché riesce a mettere a nudo sentimenti e contraddizioni che oggi appartengono spesso anche a noi, uomini e donne di questo tempo: capaci di amare molto e anche di odiare e molto, capaci di sacrifici valorosi e anche di saper “lavarcene le mani” al momento opportuno; capaci di fedeltà ma anche di grandi abbandoni e tradimenti». 



Il selfie con i giovani

Nella parte finale dell’omelia in piazza San Pietro per la Domenica delle Palme, Papa Francesco si è rivolto ancora ai giovani per ricordare loro l’importanza capitale della voce, del grido, della ribellione ad una realtà corrotta che spesso vuole anestetizzare le coscienze dei più giovani per tenerli sotto controllo. È a quel punto che allora Bergoglio si fa tonante nella voce e invita tutti i giovanissimi presenti: «sta a voi la decisione di gridare, sta a voi decidervi per l’Osanna della domenica così da non cadere nel “crocifiggilo!” del venerdì… E sta a voi non restare zitti. Se gli altri tacciono, se noi anziani e responsabili – tante volte corrotti – stiamo zitti, se il mondo tace e perde la gioia, vi domando: voi griderete?». Alla fine della Celebrazione, si è tenuto il consueto Angelus questa volta non dal balcone ma direttamente dal palco dell’altare in Piazza; e anche da qui è riuscito a salutare da vicino alcuni giovani che hanno partecipato alla Riunione pre-sinodale in settimana. Hanno chiesto un selfie al Papa che non si è negato, lanciando una breve battuta: «Avete visto: oggi non si può concepire un giovane che non faccia un “selfie”… e l’hanno fatto. Sono stati bravi!». Prima della recita della preghiera di mezzogiorno, Papa Francesco ha ricordato che l’odierna Giornata Mondiale della Gioventù è una tappa importante nel cammino verso il Sinodo dei Vescovi sui giovani la fede e il discernimento nel prossimo mese di ottobre. «Come anche nel percorso di preparazione della Giornata internazionale, che si svolgerà a Panamá nel gennaio del 2019. In questo itinerario ci accompagnano l’esempio e l’intercessione di Maria, la giovane di Nazareth che Dio ha scelto quale Madre del suo Figlio. Lei cammina con noi e guida le nuove generazioni nel loro pellegrinaggio di fede e di fraternità», ha chiosato il Santo Padre. (agg. di Niccolò Magnani)



L’omelia dal Vaticano

Nell’omelia tenuta da Papa Francesco in Vaticano per questa ultima domenica prima della Pasqua, il Pontefice ha analizzato due importanti temi centrali nel giorno delle Palme dove il Signore fa il suo ingresso trionfale in Gerusalemme, appena una settimana prima della Passione e Crocifissione sotto la mano di tanti che prima lo osannavano. «Crocifiggilo! – spiega Bergoglio – non è un grido spontaneo, ma montato, costruito, che si forma con il disprezzo, con la calunnia, col provocare testimonianze false. E’ la voce di chi manipola la realtà e crea una versione a proprio vantaggio e non ha problemi a ‘incastrare’ altri per cavarsela. Il grido di chi non ha scrupoli a cercare i mezzi per rafforzare se stesso e mettere a tacere le voci dissonanti»; intrighi e calunnie viste da Papa Francesco come un pericolo enorme non solo ai tempi di Gesù ma anche in questi nostri tribolati tempi moderni. «E così alla fine si fa tacere la festa del popolo, si demolisce la speranza, si uccidono i sogni, si sopprime la gioia; così alla fine si blinda il cuore, si raffredda la carità. E’ il grido del “salva te stesso” che vuole addormentare la solidarietà, spegnere gli ideali, rendere insensibile lo sguardo… Il grido che vuole cancellare la compassione, quel “patire con”, la compassione, che è la debolezza di Dio», spiega Papa Francesco prima di risolvere un appello personale e commovente ai giovani cristiani. «E a voi, cari giovani, la gioia che Gesù suscita in voi è per alcuni motivo di fastidio e anche di irritazione, perché un giovane gioioso è difficile da manipolare. Un giovane gioioso è difficile da manipolare!» e ancora, «Far tacere i giovani è una tentazione che è sempre esistita. Gli stessi farisei se la prendono con Gesù e gli chiedono di calmarli e farli stare zitti […] In questa Domenica delle Palme, celebrando la Giornata Mondiale della Gioventù, ci fa bene ascoltare la risposta di Gesù ai farisei di ieri e di tutti i tempi, anche quelli di oggi: “Se questi taceranno, grideranno le pietre”». (agg. di Niccolò Magnani) QUI IL TESTO INTEGRALE DELL’OMELIA DI PAPA FRANCESCO



Domenica delle Palme

Quest’anno la Domenica delle Palme ricade per il 25 marzo. Con la Domenica delle Palme inizia la settimana santa, ma non finisce la quaresima. Quest’ultima si conclude con l’inizio del Triduo della Pasqua. La Domenica delle Palme è chiamata anche Domenica De Passione Domini (ovvero la domenica della Passione del Signore). Durante la Domenica delle Palme, la Chiesa ricorda l’ingresso a Gerusalemme di Gesù a cavallo di un asino e osannato dalla folla che gettava ai suoi piedi i rami di palma. La folla stese a terra i mantelli, mentre alcune persone tagliavano i rami delle palme intorno agitandole in modo festoso. In questo giorno le celebrazioni liturgiche vengono anticipate da una processione, con il sacerdote che benedice le palme e i rami di ulivo portati dai fedeli. Alla Domenica delle Palme sono legate alcune particolari tradizioni. I fedeli portano a casa i rami d’ulivo o quelli di palma. I rami vengono conservati in qualità di simbolo di pace e possono essere scambiati con gli amici o i parenti. Il capofamiglia può usare il rametto d’olivo o di palma per immergerlo nell’acqua santa portata dalla chiesa per benedire la casa. Le tradizioni legate alla Domenica delle Palme si sono sviluppate a partire dal VII d.C. in concomitanza con la crescente importanza della Pasqua. Le tradizioni legate alla Domenica delle Palme sono testimoniate da numerosi cenni storici anche a partire dal IV secolo. 

Le parole di Papa Francesco

Lo scorso anno durante la sua omelia in occasione della Domenica delle Palme, Papa Francesco ha ricordato le vittime del terrorismo, della guerra, i migranti, le vittime degli abusi: “E questo Gesù, che accetta di essere osannato pur sapendo bene che lo attende il “crucifige!”, è presente in tanti nostri fratelli e sorelle che oggi, oggi patiscono sofferenze come Lui: soffrono per un lavoro da schiavi, soffrono per i drammi familiari, per le malattie… Soffrono a causa delle guerre e del terrorismo, a causa degli interessi che muovono le armi e le fanno colpire. Uomini e donne ingannati, violati nella loro dignità, scartati…. Gesù è in loro, in ognuno di loro, e con quel volto sfigurato, con quella voce rotta chiede di essere guardato, di essere riconosciuto, di essere amato”. L’anno prima, in occasione della solennità, il pontefice aveva detto: “Abbiamo fatto nostro quell’entusiasmo: agitando le palme e i rami di ulivo abbiamo espresso la lode e la gioia, il desiderio di ricevere Gesù che viene a noi. Sì, come è entrato a Gerusalemme, Egli desidera entrare nelle nostre città e nelle nostre vite”.