Un giro di ragazze pagate per intrattenere clienti facoltosi nei locali torinesi passando da semplici spogliarelliste a giovani “con cui fare un privè”. E’ quanto emerso da una complessa e lunga indagine che ha portato a fare luce sulla presenza di baby squillo a Torino, pagate tra i 50 ed i 100 euro per le loro prestazioni sessuali all’interno di night per scambisti o in hotel di lusso. Tra i clienti, avvocati, imprenditori e immobiliaristi. Dall’inchiesta, spiega Corriere.it, sarebbe emersa la presenza di almeno quattro minorenni tra i 15 ed i 17 anni, pagate per accompagnare facoltosi uomini torinesi. Comprese le ragazze appena maggiorenni, il numero delle baby escort salirebbe ad almeno undici, tutte inconsapevoli in quanto non costrette con la forza. In quattro persone sono finite in manette con l’accusa di sfruttamento della prostituzione minorile. Inizialmente assunte come semplici ballerini o ragazze immagine, sarebbe poi stato offerto loro “qualcosa di più”, ovvero una serata di sesso con uomini ricchi disposti a pagare bene. Richieste che sarebbero poi state accolte dalle stesse baby squillo. Dall’ordinanza richiesta dalla pm Fabiola D’Errico sarebbero emerse anche le cifre per le prestazioni e che variavano da 100 euro per un rapporto consumato in un locale “ordinario”, fino addirittura a 4000 euro per un weekend in barca, a seconda quindi del portafoglio del cliente.



LE INDAGINI: 4 ARRESTI, GLI INDAGATI

Le porte del carcere si sono aperte per Enrico Marchesi, noto con l’appellativo di “The King”, che aveva il compito di selezionare le baby squillo. I due gestori di locali, Felice Iemmola e Angela Tufariello, sono accusati di aver organizzato festini a luci rosse, in gruppo, in night frequentati in modo particolare da scambisti, mentre una quarta persona è finita ai domiciliari sebbene la sua posizione sia meno grave. Nel registro degli indagati sono finiti anche quattro nomi di clienti accusati di aver fatto sesso con minorenni, tra cui Mario Ginatta, figlio 36enne dell’imprenditore Roberto a capo di Blutec, colosso dell’automotive. Nel mirino degli inquirenti anche Vincenzo Lillo, alle dipendenze del giovane industriale e che avrebbe organizzato incontri e spostamenti delle minorenni che Felice Iemmola procurava. Ignazio D’Angelo è invece accusato di aver effettuato i trasporti in taxi facendosi pagare una corsa singola 450 euro, tanto da far scattare i sospetti degli inquirenti. L’ex fidanzato di una baby squillo indagato in un procedimento separato e considerato testimone attendibile, ha addirittura rivelato che tra i clienti facoltosi ci sarebbe stato anche “uno legato alla famiglia Agnelli”. Corriere.it ha tuttavia specificato come nessun membro della celebre famiglia sarebbe coinvolto nel caso.

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