Un’emorragia cerebrale: questa la causa della morte di Fabrizio Frizzi. Si tratta di una sindrome che può manifestarsi improvvisamente e in maniera violenta, inoltre può avere una rapida evoluzione. Ci sono però forme più leggere, in relazione alla quantità del sanguinamento. I sintomi sono diversi: solitamente si presenta con un repentino dolore alla testa accompagnato da pausa e vomito, ma possono seguire stato confusionale, perdita di coscienza, difficoltà a leggere, scrivere, parlare e coordinare i movimenti. Inoltre, chi ha un’emorragia cerebrale potrebbe sentire formicolio al viso e agli arti di un lato del corpo, oltre che tremori. In alcuni casi possono manifestarsi convulsioni e perdita della vista. La prognosi dell’emorragia cerebrale è molto variabile in base alla tipologia del sanguinamento, alle dimensioni e alla causa. Temibili sono le problematiche di natura non neurologica che possono sovrapporsi, come quelle di ordine infettivo. Seguono quelle di ordine cardiaco. (agg. di Silvana Palazzo) “Il male di vivere e lo stupore di un’attesa”: Monica Mondo ricorda Fabrizio Frizzi
LA PRINCIPALE CAUSA DI ICTUS
Come è noto, le condizioni di Fabrizio Frizzi si erano aggravate dopo che lo scorso ottobre il mondo della televisione era rimasto col fiato sospeso a seguito dell’ischemia che lo aveva colpito e dalla quale stava riprendendosi lentamente e a fatica. Tuttavia, la notte scorsa gli è stata fatale una emorragia cerebrale, una sindrome neurologica della quale possono essere varie le cause. Conosciuta come ICH, secondo alcuni studi è oramai diventata nei Paesi industrializzati la seconda causa più diffusa di ictus, tanto che si parla di una incidenza che tocca quasi il 15% dei casi: insomma, una percentuale molto alta e a cui spesso non si presta molta attenzione. Tale sindrome, infatti, è dovuta alla rottura di un vaso arterioso e al susseguente stravaso di sangue nei tessuti cerebrali: tale ematoma nel cervello può essere comunque ridotto attraverso una cosiddetta terapia antipertensiva che prova a contenerlo anche se ciò non sempre è possibile. La rottura del vaso infatti non avviene solamente a seguito di un trauma ma può anche avere una origine atraumatica (come nel caso di malformazioni genetiche: da questo punto di vista, diventa molto importante saper riconoscere i sintomi (alcuni dei quali molto classici come ad esempio senso di nausea e forte mal di testa, ma anche formicolii agli arti e stati confusionali). Ad ogni modo, la causa più frequente di una emorragia cerebrale è l’ipertensione cronica, ovvero che persiste da molti anni e che mette a dura prova le arterie cerebrali fino ad arrivare alla loro rottura. Infine, se nei casi lievi si può ridimensionarla attraverso una terapia farmacologica, in quelli più gravi c’è bisogno dell’intervento chirurgico, specie la dimensione dell’ematoma è di alcuni centimetri (agg. di R. G. Flore)
FRIZZI, L’EMORRAGIA CEREBRALE DOPO L’ISCHEMIA
Fabrizio Frizzi non ce l’ha fatta: dopo l’ischemia che lo ha colpito lo scorso ottobre durante una puntata de L’Eredità, l’emorragia cerebrale successiva ha purtroppo consumato e alla fine ucciso l’amato conduttore di casa Rai. Una lunga battaglia difficilissima da affrontare eppure mai fatta pesare a nessuno, sempre con il sorriso sulle labbra e la sincerità nel dire “sto battagliando, se vinco vi racconto come sarà andata”. Non ce l’ha fatta e ora, in maniera molto umile, proviamo a ricostruire cosa è davvero successo dai dati che abbiamo in questa triste mattinata di lutto: si dice spesso infatti che le persone, soprattutto quelle importanti, che vengono a mancare sono tutte “straordinarie”, “gentili”, “buone”, eccetera. Bene, per Fabrizio Frizzi pare essere proprio una verità e non una banalità: lo si è visto come ha affrontato la malattia, quella terribile emorragia cerebrale che ha probabilmente provocato l’ischemia di ottobre e tenuto lontano dalle scene fino a dicembre. L’emorragia cerebrale, a livello medico, corrisponde ad una fuoriuscita più o meno abbondante di sangue da un vaso arterioso o venoso, spesso sclerotico, dell’encefalo. «Solitamente risulta associata a ipertensione ed aneurisma. L’emorragia cerebrale è caratterizzata dalla comparsa acuta di deficit neurologici dovuti alla rottura di un vaso arterioso cerebrale e al conseguente stravaso di sangue all’interno del cervello stesso», fonte MedicinaOnline. Probabilmente l’ischemia provocata e la conseguente fase di riabilitazione non è riuscita a debellare quel male assurdo che si era insediato nella testa dell’amato conduttore e oggi purtroppo ne piangiamo la scomparsa. Riuscì a ritornare in tv dopo l’ischemia, ma ammettendo «sono ancora malato, racconterò della mia malattia se sarà riuscito a guarire. Racconterò tutto nei dettagli, perché diventerò testimone della ricerca. Ora è la ricerca che mi sta aiutando». Frizzi era stato colto da malore durante la registrazione di una puntata de L’eredità ed era stato ricoverato al Policlinico Umberto I di Roma dove gli era stata diagnosticata un’ischemia. Poi il calvario, che racconta in una commovente testimonianza su Facebook l’amico conduttore Giancarlo Magalli.
LA TESTIMONIANZA DELL’AMICO MAGALLI
Fabrizio è morto a 60 anni appena compiuti per una emorragia cerebrale: dopo averlo detto la Rai, la moglie Carlotta Mantovani è anche Magalli a confermarlo, raccontando però quel calvario che Fabrizio aveva preferito non voler raccontare di sé mentre si trovava in tv. «Sapevamo che stava male. Sapevamo che combatteva una battaglia disperata. Sapevamo che non voleva che se ne parlasse per paura di dover smettere di lavorare ed abbiamo tutti rispettato questo suo desiderio, la Rai per prima. Sapevamo anche che la sua paura più grande non era andarsene, ma il pensiero di lasciare sole Carlotta e Stella, le sue ragazze», scrive l’amico conduttore di Affari tuoi. Poi riporta uno degli ultimi messaggi che si sono scambiati in cui Fabrizio Frizzi ammetteva che la battaglia non era per niente vinta: a rileggerla oggi la commozione è pari al dolore per quello che probabilmente “Frizzolone” sapeva dentro di sé ma non voleva far pesare a nessuno, tantomeno ai suoi cari. «La terapia c’è e la sto facendo. Non sarà facile, ma spero di portare a casa la pellaccia», ci sapeva scherzare Frizzi, come spiega lo stesso Magalli a fine messaggio «Era riuscito ad infilare un sorriso anche in una comunicazione drammatica come quella. Ed è proprio quel sorriso che non ci abbandonerà mai. E per ogni sorriso che lui ha regalato a noi gli saremo grati. Sempre». Un amico considerato tale anche da chi non lo conosceva e lo vedeva tutti i giorni in tv: è sempre Magalli a scriver ere parole riteniamo più vere, «Se ne va un amico carissimo ed un grande collega, ma soprattutto una persona buona. Uno che non ha mai fatto finta di essere buono, come spesso avviene nel nostro ambiente, uno che lo era veramente e che credeva profondamente nell’amicizia. Lo dimostra il fatto che oggi lo piangono milioni di amici».