Un Carabiniere donna è stato inquisito dalla stessa Arma, per avere reso pubblico in televisione, le denunce subite da un suo superiore. E’ successo in quel di Firenze e la notizia è stata riportata nelle ultime ore dal sito GrNet.it. La donna, all’epoca delle denunce, era in servizio al nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale del capoluogo toscano, ed ora subito l’apertura di un fascicolo da parte della stessa Arma dei Carabinieri. La donna dovrà difendersi entro 60 giorni grazie agli avvocati Giorgio Carta e Maria Laura Perrone, dalle accuse disciplinari. Seconda i Carabinieri, la malcapitata non doveva parlare pubblicamente durante la puntata di Presa Diretta, programma andato in onda lo scorso 10 marzo su Rai Tre.



LE MOTIVAZIONI DELL’ARMA

L’errore della militare è stato quindi quello di denunciare le molestie subite dalla stessa in caserma, che portarono alla condanna a 9 mesi di reclusione e al risarcimento danni, lo scorso 17 gennaio 2016, del maresciallo imputato. Una condanna che è stata poi confermata anche il 12 dicembre dell’anno scorso dalla corte militare di appello, ed ora si attende solo la Cassazione per la definitiva. Secondo l’Arma dei Carabinieri, la denuncia pubblica «rileva una possibile lesione del prestigio istituzionale nel passaggio in cui il carabiniere scelto afferma di avere avuto paura che succedesse qualcosa di più grave». Inoltre, sempre l’Arma, afferma che «I fatti sopra descritti potrebbero avere rilevanza disciplinare e costituire violazione delle seguenti norme: contegno del militare, comunicazioni dei militari, doveri attinenti al grado, senso di responsabilità». La speranza, è che la giustizia stia davvero dalla parte giusta questa volta.

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