Un operaio di 56 anni ha perso la vita nelle scorse ore in quel di Bologna, mentre stava lavorando alla linea elettrica ferroviaria. Il povero in questione, un uomo di origini napoletane, ha subito una fortissima scossa che gli è stata fatale. Una due giorni nera per l’Italia, visto che nel giro di meno di 24 ore sono scomparsi ben tre operai, mentre stavano lavorando. Prima, i due di Livorno, il ragazzo di 25 anni, e il collega di 53, che stavano pulendo delle cisterne enormi nel porto, quando c’è stata un’esplosione, forse per una fuga di gas (gli inquirenti stanno ancora cercando di capire cosa sia successo). Quindi è stata la volta del 56enne di Bologna, che ha perso la vita mentre stava lavorando. Quello delle morti bianche è un fenomeno che purtroppo non conosce diminuzione. Basti pensare, da un’indagine dello scorso gennaio, che sono ben 13 mila le vittime negli ultimi 10 anni, e nelle prime due settimane dell’anno 2018, erano già scomparse 26 persone, con i dati del 2017 in aumento dell’1.1% rispetto all’anno precedente. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LAVORAVA ALLA LINEA ELETTRICA DELLA FERROVIA

Morto folgorato da una scarica della linea elettrica ferroviaria bolognese, alla periferia del capoluogo emiliano, nei pressi di bivio Navile. E’ successo a un operaio di una ditta appaltatrice che si occupa di interventi di manutenzione, la Sifel di 56 anni poco prima delle due di notte. Incredibile che non siano state prese le precauzioni del caso, ennesimo caso di morte bianca sul lavoro per mancanza di sicurezza. La polizia ferroviaria ha aperto una indagine mentre una inchiesta interna è stata disposta dalle Ferrovie dello stato. La vittima era di origine napoletana. La cosiddetta aera di contatto o linea aerea di presa serve per trasmettere l’energia elettrica ai tram, alle filovie e ovviamente ai treni.



ALTRA MORTE SUL LAVORO

Tali linee sono alimentate tramite le sottostazioni da connessioni alla rete di distribuzione che sono a loro volta connesse a un sistema di generazione elettrica. La corrente che passa è ovviamente molto forte, basta toccare uno dei fili per rimanere folgorati. Nel caso in questione non si capisce come mai essa fosse in funzione mentre un operaio vi lavorava, o forse la corrente si è riaccesa improvvisamente. In ogni caso, c’è da far luce su un incidente che proprio per il tipo di lavoro non deve accadere assolutamente. Purtroppo la catena di incidenti sul lavoro di questo ultimo periodo non lascia per nulla “sereni”: prima il porto di Genova con l’investimento mortale di un camionista, poi il porto di Livorno giusto ieri con la morte di altri due operati dopo l’esplosione di un serbatoio. E ora Bologna: la scia di sangue “fatale” purtroppo non si ferma..

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