Dopo che il Papa ha lavato i piedi ai carcerati radunati per festeggiare il Giovedì Santo, Francesco ha come spesso gli capita spiegato a braccio il senso profondo di quanto stava compiendo, rilasciando un’importante rivelazione sul suo stato di salute attuale. Uno dei carcerati aveva chiesto poco prima al Pontefice come si poteva “conquistare” uno sguardo nuovo sulla realtà e sulla propria condizione e a quel punto Francesco ha spiegato: «rinnovare lo sguardo fa davvero bene. Per esempio, alla mia età vengono le cataratte e non si vede bene la realtà; l’anno prossimo devo fare l’intervento», ammettendo così che nei prossimi mesi dovrà operarsi agli occhi per problemi di cataratta. Proseguendo poi il discorso con la metafora di uno sguardo nuovo, ha consigliato ai carcerati di «lavarsi gli occhi per lavare via le cataratte dell’anima». Un Papa che sorprende, un Papa che stupisce e un Papa che abbraccia: i carcerati di Regina Coeli in questo primo giorno del Triduo Pasquale hanno vissuto tutta questa esperienza globale nel giro di pochi ma significativi gesti pratici. Proprio come Gesù da Duemila anni a questa parte nell’intercessione dei suoi testimoni e nella memoria dei fatti storici della Sua esperienza sulla Terra. 



AI CARCERATI: “GESÙ CI AMA E RISCHIA CON CIASCUNO DI NOI”

Nella Rotonda del carcere di Regina Coeli sono stati abbracciati e lavati alcuni detenuti provenienti da sette Paesi diversi: il Papa ha compiuto il rito della Lavanda dei Piedi a 4 italiani, 2 filippini, 2 marocchini, 1 moldavo, 1 nigeriano, 1 colombiano e un carcerato della Sierra Leone. Di questi 12, come 12 erano gli apostoli lavati da Gesù il giorno dell’Ultima Cena, otto sono di religione cattolica mentre gli altri sono ortodossi, buddisti e musulmani. Poi il Papa, nell’iniziare il rito della Messa in Coena Domini ha raccontato ai carcerati come Gesù abbia stravolto le regole e abitudini culturali: tanto allora, quanto oggi. «Chi comanda per essere un bravo capo deve servire: Penso che se tanti capi di stato avessero capito questo insegnamento di Gesù invece di comandare ed essere crudeli se avessero fatto questo quante guerre non sarebbero state fatte. C’è gente superba ed odiosa che non facilita questo atteggiamento, e questi vanno serviti di più e c’è gente che è scartata, Gesù va li a dire tu sei importante per me e Gesù viene a servirci». Il Santo Padre, davanti alla platea letteralmente commossa e silenziosa per l’importanza del gesto fatto dal Capo della Chiesa mondiale davanti a dei poveracci condannati dalla società per i loro (gravi) errori: «Gesù rischia su ognuno di noi, Gesù non si chiama Ponzio Piliato non sa lavarsi le mani sa soltanto rischiare, pensate ognuno di voi, Gesù ha rischiato per venire da me e dirmi che mi ama, questo è Gesù che non si stanca mai di perdonarci. Questa cerimonia è simbolica prima di darci il suo corpo e il suo sangue rischia nel servizio per ognuno di noi nel servizio perché ci ama tanto», riporta Radio Vaticana nelle primi reportage dal carcere romano. 

IL CAPPELLANO DI REGINA COELI: “ANCHE I MUSULMANI SONO FELICI DI INCONTRARE IL PAPA”

Alle ore 16 il carcere di Regina Coeli si aprirà per l’ingresso di Papa Francesco impegnati per la 4 volta in 5 anni del suo Pontificato a celebrare il rito della Lavanda dei piedi con i carcerati, gli ultimi della società e i meno “meritevoli” secondo l’opinione “comune”. Ad Avvenire, il Cappellano della casa circondariale che tra pochi minuti accompagnerà il Papa per gli ultimi due riti del Giovedì Santo (la Lavanda appunto e la Messa in Coena Domini) ha raccontato che anche i fedeli musulmani attendono la venuta del Pontefice: «anche i musulmani sono felicissimi. Due loro saranno tra i dodici che avranno il privilegio della lavanda dei piedi. Uno mi ha chiesto: gli posso parlare?», spiega Padre Vittorio Trani, raccontando poi tutto il cammino di avvicinamento fatto con i carcerati per questo giorno speciale di preghiera e richiesta di redenzione. «Noi abbiamo chiesto liberamente chi volesse partecipare e pochissimi hanno detto di no. Ad ascoltare il Papa ci saranno cattolici, ortodossi, islamici, non credenti. La dimensione umana dell’incontro è più ampia di quella strettamente religiosa. L’ingresso di papa Francesco a Regina Coeli è una brezza che arriva sul volto di tutti, di chi nel cuore ha fede e di chi non ce l’ha. È la brezza dell’attenzione all’uomo, che in carcere manca come l’aria», sottolinea il Cappellano. Alle 16 l’inizio delle celebrazioni nella struttura di Regina Coeli, con Papa Francesco atteso a minuti nel carcere romano. 

LA MESSA DEL CRISMA: L’OMELIA SULLA VICINANZA

Si è tenuta in San Pietro questa mattina la prima celebrazione di questo Triduo Pasquale con la Cerimonia del Crisma: Papa Francesco ha sottolineato i valore enorme della vicinanza di Cristo all’uomo, ad ogni uomo, e al paragone cui ogni sacerdote è chiamato a svolgere come compito di testimonianza nella propria esistenza. Essere conformi a Cristo come Dio ha voluto essere conformi a noi uomini, «ha scelto di essere uno che sta vicino al suo popolo. È il Signore che ha voluto essere un un predicatore di strada, il “Messaggero di buone notizie” per il suo popolo, il predicatore i cui piedi sono belli, come dice Isaia», spiega il Pontefice nell’omelia tenuta per metà a braccio poco fa in Vaticano. La vicinanza è la chiave dell’evangelizzazione, secondo il Santo Padre: «Noi diamo per acquisito che la prossimità è la chiave della misericordia, perché la misericordia non sarebbe tale se non si ingegnasse sempre, come “buona samaritana”, per eliminare le distanze. Credo però che abbiamo bisogno di acquisire meglio il fatto che la vicinanza è anche la chiave della verità; non solo della misericordia, ma anche la chiave della verità. Si possono eliminare le distanze nella verità? Sì, si può. Infatti la verità non è solo la definizione che permette di nominare le situazioni e le cose tenendole a distanza con concetti e ragionamenti logici. Non è solo questo. La verità è anche fedeltà», illumina Papa Francesco davanti alla platea in Basilica Vaticana. È intanto stato pubblicato il libretto della Celebrazione per la Veglia Pasquale di sabato notte: eccolo qui in forma integrale e ufficiale. 

LAVANDA DEI PIEDI E INIZIO DEL TRIDUO PASQUALE

Il primo giorno del Triduo Pasquale è come da tradizione il Giovedì Santo in cui tutti i cristiani festeggiano l’Ultima Cena del Signore Gesù attraverso i tre gesti centrali di questa particolare giornata di preghiera e memoria. La Messa del Crisma, la Lavanda dei piedi e la Messa in Coena Domini, che è poi il primo vero elemento sacro del Triduo Pasquale. Tutti questi gesti saranno ripetuti in ogni Diocesi del mondo a memoria dei primi momenti della Pasqua di Gesù e ovviamente saranno affrontati in prima persona da Papa Francesco a Roma tra il Vaticano e la Casa Circondariale “Regina Coeli” dove si terranno sia la Lavanda dei piedi ad un gruppo di carcerati e sia la Messa in Cena (o Coena) Domini. Dalle ore 16 in poi sarà possibile seguire l’evento in diretta tv sui canali vaticani e della Cei (Tv2000) e anche in diretta streaming video sul consueto canale ufficiale YouTube di Vatican News. Prosegue la tradizione delle carceri visitate dal Papa fin dal primo anno della sua elezione: Carcere minorile Casal del Marmo (2013), nel Centro Santa Maria della Provvidenza – Fondazione Don Gnocchi (2014), nel Carcere di Rebibbia (2015), nel C.A.R.A. Castel Novo di Porto (2016) e Carcere di Palliano, Frosinone e Diocesi di Palestrina (2017). Anche quest’anno Bergoglio intende rinnovare la “promessa” che ogni Pontefice e testimone di Cristo in terra compie in riferimento agli “ultimi”, ai più bisognosi e ai più peccatori desiderosi di redenzione e perdono. Secondo tradizione, il gesto della Lavanda rinnova la già grande lezione che Gesù diede ai suoi apostoli a pochi giorni dalla sua Passione: insegna loro alla generosità totale nel donarsi verso tutti i fratelli, anche se considerati inferiori a Lui.

MESSA COENA DOMINI, GIOVEDI’ SANTO: L’OMELIA DI PAPA FRANCESCO

Nella Messa del Crisma di questa mattina, a Roma come in ogni parte del mondo, vi sarà la onsacrazione degli Oli, rinnovamento delle promesse presbiteriani e benedizione di tutti Oli Santi che saranno usati durante l’anno per celebrare i Sacramenti. Anche per questo momento, come per la Messa in Coena Domini del tardo pomeriggio in Regina Coeli, vi sarà una diretta specifica per seguire Papa Francesco in ogni sua Sacra Celebrazione. In ognuno di questi gesti, il richiamo forte alla memoria di Cristo rinnova quel “esempio” santo di un Dio che si fa piccolo e umile per accogliere ogni bisogno e affidamento umano, salvando l’individuo fin nel suo intimo più profondo. Un anticipo della Pasqua, di quella morte di Croce per estirpare il dolore e il male dal mondo affermando il trionfo della Libera Resurrezione. Nell’ultima cena di Gesù, si commemorano  l’istituzione dell’Eucarestia e del Sacerdozio Ministeriale. Dopo questa Messa l’Eucaristia viene riposta nell’Altare della Riposizione, dove rimarrà per l’adorazione dei fedeli al meno fino alla mezzanotte.

 Lo scorso anno, nell’omelia conclusiva del Giovedì Santo, Papa Francesco ebbe modo di ricordare e riaffermare la centralità di Cristo nella Chiesa e non di ogni singolo individuo a sé stante. «C’è un capovolgimento: quello che sembra il più grande deve fare il lavoro da schiavo, ma per seminare amore. Per seminare amore fra noi, io non vi dico oggi di andare a lavarvi i piedi uno dall’altro: sarebbe uno scherzo. Ma il simbolo, la figura sì: vi dirò che se voi potete dare un aiuto, fare un servizio qui, in carcere, al compagno o alla compagna, fatelo.

Perché questo è amore, questo è come lavare i piedi. E’ essere servo degli altri. Una volta i discepoli litigavano tra loro, sopra chi fosse il più grande, il più importante. E Gesù dice: “Quello che vuole essere importante, deve farsi il più piccolo e il servitore di tutti”. E questo è quello che ha fatto Lui, questo fa Dio con noi. Ci serve, è il servitore. Tutti noi, che siamo poveracci, tutti! Ma Lui è grande, Lui è buono. E Lui ci ama così come siamo».