Il processo d’appello a carico di Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa e accusato del suo delitto, riprenderà solo il prossimo 14 maggio, quando in concomitanza con l’ultima udienza conosceremo anche la sentenza di secondo grado. Nella giornata di ieri si è svolto il primo appuntamento davanti alla Corte d’Assise d’Appello durante il quale il pg di Firenze, Filippo Di Benedetto, è stato il protagonista della requisitoria prima di procedere alle richieste alla Corte. L’accusa, come spiega Repubblica.it, ha chiesto sostanzialmente la conferma della condanna a 20 anni giunta in primo grado ma con il trasferimento in carcere per l’imputato accusato del delitto e dell’occultamento di cadavere della moglie, misteriosamente scomparsa nel gennaio 2012. Antonio Logli era presente in aula al momento delle richieste ed ha ascoltato tutto in silenzio, seduto, dopo aver seguito la prima parte dell’udienza in piedi. Quindi, scortato dalla sua difesa ha lasciato il tribunale assediato dai giornalisti ai quali però non ha proferito parola. Lo stesso ha fatto il figlio Daniele, presente anche lui in aula, dopo il suo memoriale in cui confermava l’innocenza del padre rispetto alle accuse che gli sono state mosse e che lo potrebbero vedere ora in carcere. La sentenza sarebbe dovuta arrivare già ieri ma alla fine è slittata al prossimo 14 maggio, quando probabilmente sarà preceduta dall’intervento delle restanti parti.

TESTIMONE ACHIAVE A POMERIGGIO 5

La trasmissione Pomeriggio 5 torna anche oggi ad occuparsi del giallo di Roberta Ragusa con alcuni documenti inediti riguardanti proprio Antonio Logli. Come sappiamo, al centro del caso sul delitto di Roberta Ragusa avrebbero giocato un ruolo decisivo due testimonianze: quella di Loris Gozi e quella di un’altra testimone chiave, una donna, già sentita dalla trasmissione di Canale 5 e che oggi tornerà a parlare, alla vigilia della sentenza. Cosa racconterà? Già ieri la giornalista del programma Mediaset aveva cercato di raccogliere le prime parole a caldo non solo di Antonio Logli ma anche del figlio Daniele: “Sai che può essere la volta giusta per darti la parola, devi esprimere il tuo pensiero, quando vorrai”, lo aveva spronato la giornalista, trovandosi però di fronte ad un muro di silenzio. Grande attesa, ora, per la sentenza del prossimo 14 maggio e che potrebbe rappresentare una svolta importante nel giallo di Roberta Ragusa, che da anni divide l’opinione pubblica secondo la quale giustizia per la giovane mamma scomparsa misteriosamente non sarebbe ancora stata fatta.