E’ stata sgominata nelle scorse ore in quel di Latina, una banda composta da cinque terroristi Isis, facenti capo ad Amri Anis, attentatore morto lo scorso 22 dicembre del 2016, dopo che fece una strage nei mercatini di Natale di Berlino, uccidendo 12 persone e ferendone più di 50. Gli investigatori hanno portato alla luce un sistema rodato per programmare i prossimi attentati. Sul tablet di uno dei malviventi, sono stati trovati svariati video di indottrinamento e propaganda dello Stato Islamico, per incutere ancor di più l’odio nei confronti dell’occidente. Inoltre, scoperti anche i video sull’utilizzo di armi da fuoco, fra cui anche i lanciarazzi PRG-7. Il gruppo era addetto anche al trasferimento dei vari clandestini in Italia, tra cui poi venivavo selezionati nuovi affiliati all’Isis, a cui venivano dati passaporti e documenti falsi per viaggiare in Francia e in Germania. Infine, pare che uno del gruppo stesse per acquistare un furgoncino, modello pick-up, dove montarci sopra delle armi pesanti. Insomma una rete di terroristi e killer internazionali, che l’Italia è riuscita a sgominare prima di una nuova strage. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ULTERIORI DETTAGLI
Il blitz antiterrorismo messo a punto dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione e dalla Digos di Roma e Latina ha portato ai frutti sperati: demolire la rete di tunisini legati all’attentatore di Berlino, Anis Amri. Come spiega AffariItalia.it, sarebbero circa una ventina gli indagati nell’ambito dell’inchiesta nata dopo l’attentato a Berlino. L’operazione Mosaico ha intanto portato all’arresto di cinque persone accusati di “addestramento e attività con finalità di terrorismo internazionale” e “associazione per delinquere finalizzata alla falsificazione di documenti ed al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Le perquisizioni eseguite hanno riguardato non solo Roma e Latina ma anche le province di Caserta, Napoli, Matera e Viterbo. Tra i nomi, quello di Abdel Salem Napulsi, già detenuto a Rebibbia e fermato lo scorso ottobre. L’uomo, uno dei jihadisti arrestati, si sarebbe addestrato su internet dove aveva imparato ad usare armi da fuoco e da guerra nonché furgoni che avrebbe probabilmente impiegato per compiere attentati terroristici in Italia. In manette anche Mohamed Baazoui, Dhiaddine Baazaoui, Akram Baazaoui e Rabie Baazoui i quali fornivano falsi documenti ad immigrati al fine di permettere loro di raggiungere paesi europei indisturbati. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
SPEZZATO ‘MOSAICO’ CELLULA ISIS
Gli amici di Anis Amri sono ora tutti arrestati: la rete Isis legata al killer di Berlino ora è stata sgominata dopo due anni di intense indagini, importanti intercettazioni e pedinamenti tra la Germania e l’Italia che hanno portato all’operazione Mosaico andata a segno. Cinque terroristi che sostenevano e avevano organizzato l’orrendo attentato di Barlino ora sono stati braccati a dimostrazione che le cellule Isis restano attive anche mesi, anni dopo gli eventi terroristici in punti magari più disparati d’Europa. Il complesso, per l’appunto, mosaico è stato identificato e ricondotto ad unica origine – Anis Amri – permettendo alle forze speciali di arrivare finalmente all’arresto in un maxi blitz tra Roma e Latina questa notte-mattina appena passata. Tra i vari arresti anche alcuni che negli ultimi mesi avevano postato video specifici su come preparare un attentato: contenevano, tra gli altri, informazioni su come comprare e come usare armi da fuoco e altri dettagli pratici per l’affitto di un camion. La modalità identica a quanto avvenuto ai mercatini di Natale di Berlino e in altre località divenute “simboli” del terrorismo, come Nizza o Barcellona. (agg. di Niccolò Magnani)
LE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE
E’ stata sgominata questa mattina una rete di terroristi a cui faceva capo Anis Amir, il militante dell’Isis che il 19 dicembre del 2016 uccise 12 persone a Berlino, investendole con un camion nei mercatini natalizi. Fra i cinque fermati, tutti affiliati allo Stato Islamico, anche il 38enne Abdel Salem Napulsi, di origini tunisine. A lui gli inquirenti sono risaliti analizzando le conversazioni telefoniche di Amir, e le intercettazioni che sono emerse sono a dir poco inquietanti. Napulsi, infatti, parlava così degli occidentali, ritenuti degli infedeli: «Bisognerebbe mettere la loro testa sul tagliere e via, e colpire (mozzare la testa) e avanti un altro». E ancora, recitando un versetto del Corano: «Quando incontrate i miscredenti colpiteli al collo finché non li abbiate soggiogati», infine, fra le risate: «Tagliargli la testa e i genitali!». Napulsi si lamentava inoltre delle donne italiane, e occidentali, che non hanno l’obbligo del velo: «Girano seminude». Un nuovo importante colpo delle nostre forze dell’ordine nella lotta al terrorismo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
5 ARRESTI
Un’operazione anti-terrorismo condotta dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e dalle Digos di Roma e Latina, ha portato all’arresto di cinque persone, tutte facente parti del gruppo cappeggiato da Anis Amri, il noto terrorista di Berlino che nel dicembre del 2016 ammazzò 12 persone nei mercatini natalizi alla guida di un camion. Il terrorista Isis venne poi fermato e ucciso dalla polizia il 22 dicembre dello stesso anno, in quel di Sesto San Giovanni. Le accuse nei confronti dei cinque fermati sono quelle di addestramento e attività finalizzate al terrorismo internazionale, e di associazione a delinquere con l’obiettivo di falsificare documenti e favorire l’immigrazione clandestina. L’operazione, denominata Mosaico, è scattata stamattina, ed ha riguardato le due città laziali di cui sopra, ma anche Caserta, Napoli, Matera e Viterbo.
I FATTI DEL 2016
Fra i cinque arrestati vi è anche un tunisino di Latina, il cui compito era quello di procurare i documenti falsi proprio per Amri, per permettergli di lasciare l’Italia, fuggendo all’estero. Ma torniamo a quei tragici event del 19 dicembre 2016: il terrorista Isis arrivò in Germania, a Berlino, con un camion nero con targa polacca. Qui si recò nella zona dei mercatini natalizi a Breitscheidplatz, dove fece una strage, uccidendo 12 persone, e ferendone altre 56. Un atto che lasciò sgomenti, soprattutto perché avvenuto in un periodo di festa come appunto il Natale. Anis Amri scappò dalla Germania senza lasciare traccia, ma venne fermato in Italia tre giorni dopo, precisamente a Sesto San Giovanni (fra Monza e Milano), dopo un controllo quasi fortuito: in quell’occasione il terrorista non si fermç all’alt delle forze dell’ordine, e la polizia che reagì sparando e ammazzondolo.