Il Vaticano che smentisce una intervista di Papa Francesco a Eugenio Scalfari è certamente una notizia e qui sotto vi abbiamo riportato i motivi per cui oltre le mura leonine in questo giovedì Santo, invece che dedicarsi appieno al significato più pieno della giornata di preghiera per l’inizio del Triduo Pasquale, si è dovuto intervenire per porre un “argine” al piccolo “incidente” con l’intervista apparsa su Repubblica. Che intervista non è: un altro passaggio del lungo articolo-omelia del Fondatore di Repubblica ha suscitato non poche polemiche, specie tenendo presente il recentissimo caso diplomatico interno alla Comunicazione della Santa Sede, con le dimissioni del Segretario Viganò dopo la lettera “corretta” e “photoshoppata” del Papa Emerito Benedetto XVI. «Santità, lei, Papa o Vescovo di Roma come preferisce chiamarsi, si occupa anche di politica?», avrebbe chiesto Scalfari e Francesco, nella ricostruzione del giornalista, avrebbe risposto «Lei intende di politica religiosa?», ottenendo una spiegazione a tutto tondo dello stesso Scalfari, «Santità, la politica è politica, si occupa del genere umano. Per un Papa ha sempre un carattere religioso, ma non soltanto», insomma insegnando lui al Santo Padre che cosa si intenda per politica e per senso di bene comune. Anche per questo passaggio, e non solo, il Vaticano ha dovuto giustamente intervenire per smentire il tutto e per dichiarare “trascrizione non fedele” quella riportata da Eugenio Scalfari.



SCALFARI E BERGOGLIO: UN RAPPORTO COMPLESSO

Eugenio Scalfari e Papa Francesco, un rapporto complesso, particolare e comunque stupefacente visto il dialogo proficuo tra il Capo della Chiesa Cattolica e il giornalista ultranovantenne tra i più atei dei giornalisti italiani. Il problema è che il Fondatore di Repubblica, per l’ennesima volta, pubblica un’intervista in stampo classico – domanda e risposta – con il Santo Padre argentino dopo un colloquio privato avuto nei giorni scorsi. Con un piccolo ma sostanziale problema: che il Papa non ha mai rilasciato l’intervista. Il “caso” viene aperto oggi da un comunicato della Santa Sede che tende a precisare quanto segue: «il Santo Padre Francesco ha ricevuto recentemente il fondatore del quotidiano La Repubblica in un incontro privato in occasione della Pasqua, senza però rilasciargli alcuna intervista. Quanto riferito dall’autore nell’articolo odierno è frutto della sua ricostruzione, in cui non vengono citate le parole testuali pronunciate dal Papa. Nessun virgolettato del succitato articolo deve essere considerato quindi come una fedele trascrizione delle parole del Santo Padre». L’intervista (o presunta tale a questo punto) è apparsa stamane sulla prima pagina di Repubblica come già avvenuto varie volte negli incontri passati tra i due amici così vicini nonostante la differenza evidente di “fede”. In particolare, ad essere finite sotto il mirino della critica, alcune risposte del Santo Padre che metterebbero in forte dubbio l’esistenza dell’inferno e una ricostruzione alquanto “singolare” dell’origine del mondo.



LE RISPOSTE “SOSPETTE”

«Lei non mi ha mai parlato di anime che sono morte nel peccato e vanno all’inferno per scontarlo in eterno. Lei mi ha parlato invece di anime buone e ammesse alla contemplazione di Dio. Ma le anime cattive? Dove vengono punite?», chiedeva Scalfari e il Papa appena dopo avrebbe risposto così, «Non vengono punite, quelle che si pentono ottengono il perdono di Dio e vanno tra le fila delle anime che lo contemplano, ma quelle che non si pentono e non possono quindi essere perdonate scompaiono. Non esiste un inferno, esiste la scomparsa delle anime peccatrici». Ecco, la Santa Sede smentisce tutto scrivendo che sarebbero tutte frutto della ricostruzione “particolare” fatta dal giornalista di Rep; singolari anche le frasi sulla creazione che si distanzierebbero un bel po’ dalla Dottrina sociale della Chiesa. Secondo Scalfari infatti, il Papa avrebbe scritto così: «il Creatore, cioè il Dio nell’alto dei cieli, ha creato l’universo intero e soprattutto l’energia che è lo strumento con il quale il nostro Signore ha creato la terra, le montagne, il mare, le stelle, le galassie e le nature viventi e perfino le particelle e gli atomi e le diverse specie che la natura divina ha messo in vita».



Per poi concludere, sempre il “Francesco” di Scalfari «Ciascuna specie dura migliaia o forse miliardi di anni, ma poi scompare. L’energia ha fatto esplodere l’universo che di tanto in tanto si modifica. Nuove specie sostituiscono quelle che sono scomparse ed è il Dio creatore che regola questa alternanza», si conclude il virgolettato. Una sorta di via a metà tra il Big Bang e la Bibbia, tra le idee di un ateo affascinato dalla religione e le teorie stesse della Chiesa in evoluzione in tutti questi secoli sulle considerazioni scientifiche. Non è la prima volta che il Vaticano è costretto a smentire virgolettati e interviste del Papa fatte a Scalfari (anche nel novembre 2013 e luglio 2014), con il comunicato della Santa Sede che anche assomiglia molto a quello già espresso (e molto duro) del 2014, quando l’allora direttore padre Federico Lombardi ebbe a scrivere: «Come già in precedenza in una circostanza analoga, bisogna far notare che ciò che Scalfari attribuisce al Papa, riferendo fra virgolette le sue parole, è frutto della sua memoria di esperto giornalista, ma non di trascrizione precisa di una registrazione e tantomeno di revisione da parte dell’interessato, a cui le affermazioni vengono attribuite. Non si può e non si deve quindi parlare in alcun modo di un’intervista nel senso abituale del termine, come se si riportasse una serie di domande e di risposte che rispecchiano con fedeltà e certezza il pensiero preciso dell’interlocutore».