Gli inquirenti sono al lavoro nel tentativo di fare luce su quanto accaduto a Pegognaga, nel mantovano. Giornale di Mantova ha esposto oggi le prime ipotesi al vaglio sulla coppia che avrebbe deciso di farla finita, uccidendosi con una corda legata alle scale della loro abitazione, con la quale sarebbero morti impiccati. Prima del tragico gesto, però, avrebbero tentato di uccidere la loro figlioletta di 6 anni, ricoverata in stato di choc al Carlo Poma. Il sospetto emerso nelle ultime ore è davvero angosciante anche se sarebbe ancora tutto da accertare: prima di compiere il gesto, davvero la coppia di genitori ha tentato di uccidere la figlia, soffocandola?  La prima ipotesi è che marito e moglie volessero farla finita. Si tratterebbe quindi di un suicidio di coppia. Nelle ore successive alla tragedia, la piccola ha raccontato di essere stata aggredita dai genitori, prima di perdere i sensi, ma al momento non ricorderebbe ancora tutto quello che è realmente successo. I lividi riscontrati sul collo, infatti, non è detto che si riferiscano all’episodio precedente alla morte di marito e moglie. Da una prima ispezione nell’abitazione non sarebbe stato trovato alcun biglietto che spiegasse il gesto estremo. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



FIGLIA SALVA DA OMICIDIO-SUICIDIO: PREMEDITATO?

Ha il sapore della premeditazione e della disperazione quanto accaduto nei giorni scorsi a Pegognaga, in provincia di Mantova, dove marito e moglie, Gurpreet Singh e Kaur Mandeep, entrambi di origine indiana si sono tolti la vita, impiccandosi in casa davanti alla figlia nata alla fine del 2011 a Parma. Un gesto che ad oggi non trova giustificazione, se non una traccia certa, quella telefonata che l’uomo lo scorso giovedì fece in azienda per annunciare la sua assenza: “Devo portare mia moglie a fare una visita, oggi non posso venire”. Quelle parole, lette col senno di poi, acquistano tutto un altro significato e confermano che i genitori avrebbero già programmato tutto. Nessuno aveva sospettato nulla, neppure il nonno, la persona che poi ha scoperto l’inquietante tragedia trovando la nipotina sotto choc ma soprattutto con evidenti segni di strangolamento sul collo, come riporta oggi Il Giorno. Saranno gli accertamenti clinici ad accertare la presunta aggressione subita dalla piccola ma non si esclude che i genitori possano averla creduta morta dopo aver perso i sensi, evitando così il peggio. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



SALVA LA FIGLIA: SARÀ ASCOLTATA PRESTO

Una duplice tragedia, quella che si è consumata a Pegognaga, nel mantovano, dove marito e moglie sono stati trovati impiccati con un’unica corda al corrimano della scala interna nel loro appartamento. Il suicidio sarebbe avvenuto sotto lo sguardo dell’unica figlia della coppia, di 6 anni, ritrovata dal nonno in evidente stato di shock, con lividi sul collo. Gli inquirenti, infatti, non escludono che i due genitori di 35 e 27 anni abbiano tentato di uccidere anche lei prima di compiere il drammatico atto. La bambina, come spiega Il Fatto Quotidiano, attualmente si troverebbe nel reparto di pediatria dell’ospedale Carlo Poma di Mantova. Nella camera mortuaria del medesimo ospedale, a disposizione del magistrato, sono state sistemate le salme dei genitori suicidi. Nelle prossime ore la piccola sarà sentita con l’assistenza di una psicologa dagli inquirenti, al fine di tentare di capire come e perché sarebbe avvenuta la tragedia che potrebbe essere stata architettata dalla coppia nei minimi dettagli, come si può intuire dalla telefonata che il padre suicida avrebbe fatto all’azienda agricola presso la quale era impiegato, per avvertire che non sarebbe andato al lavoro perché impegnato ad accompagnare la moglie a una visita medica. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



OMICIDIO-SUICIDIO CUI LA BIMBA È SCAMPATA?

Il titolare dell’azienda agricola di Pegognaga non riesce a capacitarsi di quanto è avvenuto al suo dipendente, trovato impiccato assieme alla moglie nella loro casa nel Mantovano: «Era un ragazzo d’oro, con una bella famiglia. Siamo sconvolti e non abbiamo idea di quello che possa aver scatenato questo gesto», spiega sotto choc il titolare dell’allevamento dove operava l’indiano 35enne, interrogato dai carabinieri come tutti quelli che avevano avuto contatti o presunti tali con la famiglia tragicamente decimata dopo l’insano gesto di giovedì sera. Nel frattempo, le salme della coppia di indiani sono alle camere mortuarie del Poma a disposizione del magistrato: non vi sono purtroppo novità per quanto riguarda lo stato di choc della piccola bimba trovata con lividi sul collo. La prima ipotesi, ma non certo l’unica, è quella di un orrendo omicidio-suicidio (anzi, doppio suicidio) con la piccola di 6 anni che però sarebbe riuscita non si sa come a sfuggire: ora è sotto choc, prevedibile, e solo nei prossimi giorni data la delicatezza del caso, si potrà avere eventuali novità dai racconti della piccola al team di psicologi dell’ospedale mantovano. (agg. di Niccolò Magnani)

ORRORE A PEGOGNAGA

Un doppio caso di suicido è avvenuto nelle scorse ore nel Mantovano, precisamente in località Pegognaga, ad una trentina di chilometri dalla città lombarda. Marito e moglie si sono impiccati nella loro casa, senza un motivo apparente, non avendo lasciato alcun indizio ne tanto meno una lettera. La cosa inquietante, però, è che al doppio suicidio avrebbe assistito la figlia della coppia, una bambina di appena sei anni. Ad avere i primi sospetti è stato il nonno della piccola, che non avendo ricevuto più notizie dai cari, si è recato direttamente alla casa dei due, trovando la macabra scena. Lui aveva 35 anni, mentre la moglie ne aveva 27, ed entrambi si sono impiccati con una corda legata al corrimano della scala interna.

I LIVIDI SUL COLLO DELLA BAMBINA

Ma c’è un altro particolare da brividi, ovvero, che sul collo della bambina sono stati trovati dei lividi, indizio che forse i due di cui sopra avrebbero tentato di strangolare la figlia prima di porre fine alla propria esistenza. Il marito lavorava in un allevamento bovino della zona, e i suoi colleghi di lavoro ne parlano così: «Era un ragazzo d’oro, con una bellissima famiglia». Non è ancora chiaro cosa abbia scatenato questo raptus di follia nei due, se una forte depressione, se dei debiti, o quant’altro, fatto sta che la bambina è stata ritrovata visibilmente sotto schock e poi trasferita nel reparto dell’ospedale Carlo Poma di Mantova. Anche le due salme si trovano nella stessa struttura ospedaliera, presso le camere mortuarie, a disposizione del magistrato. Ieri l’uomo aveva chiamato in azienda dicendo che non sarebbe andato a lavorare, per accompagnare la moglie dal medico, ma evidentemente i due avevano già programmato la loro fine, come è spesso da abitudine in questi casi di suicidio.