Anche l’aspirante Presidente del Consiglio dei Ministri, Luigi Di Maio, ha rilasciato un commento su quanto avvenuto a Bardonecchia sui suoi profili social. ““Bene ha fatto la Farnesina a convocare l’ambasciatore francese. Quanto accaduto a Bardonecchia deve essere chiarito completamente in ogni suo aspetto.” Questo il testo del messaggio con il quale il capo politico del Movimento 5 Stelle ha chiesto chiarezza sui fatti di Bardonecchia, attirandosi anche qualche critica per la ridondanza del messaggio, per aver scritto “Bene ha fatto” e non “Ha fatto bene” e per aver postato contemporaneamente lo stesso messaggio su tutte le pagine social. Tanto che la pagina satirica “Socialisti Gaudenti” l’ha reso il Meme più diffuso della giornata di Pasqua con varie declinazioni e fantasiose attribuzioni: segno che la satira politica non riposa mai. (agg. di Fabio Belli)
Bene ha fatto la Farnesina a convocare l’ambasciatore francese. Quanto accaduto a #Bardonecchia deve essere chiarito completamente in ogni suo aspetto.
— Luigi Di Maio (@luigidimaio) 31 marzo 2018
PRESTO INCONTRO FRANCIA-ITALIA
Sembra diminuire la tensione fra l’Italia e la Francia, in seguito ai noti fatti avvenuti presso l’associazione Rainbow4Africa di Bardonecchia, una Ong che assiste i migranti che tentano di entrare in Francia dalle Alpi. Nelle ultime ore è uscito allo scoperto il ministro francese ai conti pubblici Gérald Darmanin, che ha commentato così la vicenda risalente a venerdì scorso: «Ho chiesto ai doganieri che non hanno fatto nulla di illegale, di sospendere il funzionamento del nostro accordo, in attesa di una mia visita al governo italiano. Se bisogna rivedere l’accordo, ovviamente lo faremo». Tende quindi la mano al governo italiano Darmanin, che poi, attraverso un tweet successivo, ha fatto sapere che «L’Italia è una nazione sorella». Situazione che potrebbe tornare alla normalità a breve, anche se un incontro, come del resto già anticipato dal ministro transalpino, sarà obbligatorio. Ricordiamo che venerdì scorso, cinque agenti armati sono entrati nell’associazione di cui sopra, e con atteggiamenti intimidatori hanno obbligato i volontari a sottoporre un migrante all’esame delle urine. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PROCURA APRE FASCICOLO
Non si placa la tensione fra Francia e Italia a seguito dell’irruzione degli agenti della dogana francese nella Ong di Bardonecchia. Per cercare di fare chiarezza sull’episodio, la Procura di Torino ha deciso di aprire un fascicolo, attualmente a carico di ignoti anche perché nessuno è a conoscenza delle generalità degli agenti di polizia transalpina che hanno appunto messo piede nell’associazione Rainbow4Africa, che ricordiamo, è un presidio che serve per dare assistenza ai molti migranti che cercano di superare il confine fra Italia e Francia delimitato dalle Alpi. I reati ipotizzati dal Procuratore sono quelli di abuso in atti di ufficio, violenza privata e violazione di domicilio. Non è da escludere che si possa aprire un fascicolo anche per il reato di perquisizione illegale. Ricordiamo brevemente cosa è accaduto: venerdì sera cinque agenti armati della polizia doganale transalpina hanno fatto irruzione nella Ong, obbligando un migrante a sottoporsi al test delle urine, con un atteggiamento intimidatorio. I volontari della stessa associazione hanno denunciato il fatto. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL COMMENTO DI MINNITI
«Considero grave quello che è avvenuto a Bardonecchia». Così Marco Minniti, ministro dell’Interno, commenta la vicenda del blitz della polizia francese ad un centro per migranti. La posizione del governo italiana è chiara dopo la convocazione dell’ambasciatore francese a Roma e la nota della Farnesina. «A un fatto grave c’è stata una risposta all’altezza da parte dell’Italia», ha dichiarato Minniti ai microfoni del Giornale. Intanto il Viminale valuta la possibilità di interrompere la cooperazione transfrontaliera con i francesi intera di dogane e controllo dei migranti in transito. La decisione non è stata ancora presa, ma vorrebbe dire niente più operazioni congiunte e niente ammissione di agenti armati che si spostano liberamente da un lato all’altro del confine. A irritare Minniti e il Dipartimento di pubblica sicurezza, oltre ai fatti accaduti, è stata la risposta dalla Francia. (agg. di Silvana Palazzo)
FARNESINA: “SAPEVANO DI NON POTERLO FARE”
La Francia sostiene che i suoi poliziotti potevano usare «il locale della stazione che è a loro disposizione» e fa riferimento a un accordo del 1990 sulla cooperazione transfrontaliera. Così risponde Parigi riguardo i controlli effettuati su un migrante da parte dei loro agenti nel locale di Bardonecchia usato dalla ong Rainbow4Africa. La versione fornita dal ministro francese dei Conti pubblici, Gérald Darmanin, però non convince né la Farnesina né il Viminale. La ritengono «non soddisfacente e inesatta» per un motivo: i francesi sapevano che quei locali dove è avvenuto il blitz non erano nelle loro disponibilità. Lo dimostra, come riportato dal Fatto Quotidiano, una mail di un funzionario della Dogana francese scritta il 13 marzo scorso a Rfi. In quella mail amenta proprio l’impossibilità da parte degli agenti francesi di potere usare la sala di Bardonecchia «perché occupata da altra gente». Il Viminale, come riportato dal quotidiano sopracitato, ora sta valutando la possibilità di sospendere le incursioni all’interno di tutto il territorio italiano da parte del personale delle forze di polizia e dei doganieri francesi. (agg. di Silvana Palazzo)
FARNESINA CONVOCA AMBASCIATORE FRANCESE: “RISPOSTE CHIARE”
Adesso è ufficiale: l’incidente internazionale derivato dall’irruzione della polizia di frontiera francese nel centro migranti di Bardonecchia è sfociato in un vero e proprio caso diplomatico sull’asse Italia-Francia. Ad intervenire, come riportato dall’Ansa, è stata direttamente la Farnesina, che ha convocato a Roma l’ambasciatore francese. Il ministero degli Esteri ha diramato una nota dai toni molto forti, a conferma che la versione di Parigi – che ha chiamato in causa un vecchio accordo del 1990 che renderebbe legittimo l’intervento francese sul territorio italiano – non solo non ha sedato le polemiche, ma ha di fatto alimentato ulteriormente l’irritazione di Roma. Questo il comunicato diramato dalla Farnesina:”Abbiamo chiesto spiegazioni al governo francese e all’Ambasciata di Francia a Roma, attendiamo a breve risposte chiare, prima di intraprendere qualsiasi eventuale azione”. (agg. di Dario D’Angelo)
PARIGI NON ARRETRA
Se qualcuno in Italia era convinto che dalla Francia dovessero arrivare delle scuse ufficiali dopo l’irruzione della polizia francese a Bardonecchia nel centro migranti controllato dall’Ong Rainbow4Africa si sbagliava di grosso. Parigi non arretra di un millimetro e le minacce di Matteo Salvini, che ha tuonato poche ore fa chiedendo l’allontanamento dei diplomatici francesi, evidentemente non fanno paura all’esecutivo di Emmanuel Macron, che ha difeso a spada tratta l’operato degli agenti della polizia di frontiera. La linea dell’Eliseo sulla questione arriva attraverso un comunicato del ministro francese dei conti pubblici, Gérald Darmanin, cui fanno capo i doganieri:”Al fine di evitare qualsiasi incidente in futuro, le autorità francesi sono a disposizione di quelle italiane per chiarire il quadro giuridico e operativo nel quale i doganieri francesi possono intervenire sul territorio italiano in virtù di un accordo (sugli uffici di controlli transfrontalieri) del 1990 in condizioni di rispetto della legge e delle persone“. Insomma, la Francia è convinta di aver agito legittimamente nel solco di un vecchio trattato. Roma risponderà? (agg. di Dario D’Angelo)
BARDONECCHIA, SALVINI:”ESPELLERE DIPLOMATICI FRANCESI!”
Il blitz della polizia francese nella sede su territorio italiano della ong “Rainbow4Africa”, dedita all’accoglienza di migranti, è diventato un caso politico e rischia di trasformarsi in un incidente diplomatico. Tra le reazioni politiche più dure c’è qualche di Matteo Salvini: «Altro che espellere i diplomatici russi, qui bisogna allontanare i diplomatici francesi! Con noi al governo l’Italia rialzerà la testa in Europa, da Macron e Merkel non abbiamo lezioni da prendere, e i nostri confini ce li controlleremo noi», ha dichiarato il leader della Lega. Sconcertato anche il segretario reggente del Pd Maurizio Martina: «I fatti di Bardonecchia sono gravi. Così di certo non si fa la nuova Europa», ha scritto su Twitter. L’ex premier Enrico Letta evidenza l’errore commesso dalla Francia: «Irruzione polizia francese a Bardonecchia ennesimo errore su questione migranti. Poi in Europa si stupiscono dell’esito elettorale in Italia!». (agg. di Silvana Palazzo)
CASO POLITICO: “COSÌ NON SI FA LA NUOVA EUROPA”
L’irruzione di alcuni militari francesi in un centro migranti a Bardonecchia rischia seriamente di trasformarsi in un caso politico oltre che in un incidente diplomatico. Ad intervenire è stato anche il reggente del Pd, Maurizio Martina, che su Twitter ha tuonato: “I fatti di Bardonecchia sono gravi. Così di certo non si fa la nuova Europa”. Ad intervenire sul medesimo social è anche l’ex premier Enrico Letta, che commenta: “Irruzione polizia francese a Bardonecchia ennesimo errore su questione migranti. Poi in Europa si stupiscono dell’esito elettorale in Italia!”. E c’è anche chi tira in ballo il governo, come nel caso di Pippo Civati per il quale l’esecutivo “ha il dovere di protestare. Si tratta di un’azione molto grave nei confronti di un Paese confinante. Ma soprattutto è un’intollerabile intimidazione verso chi offre assistenza ai migranti”, dice, prendendo le difese della Ong torinese. Caterina, una volontaria presente al momento dell’irruzione francese, ha commentato, interpellata dal Fatto Quotidiano: “Non sono una poliziotta, non mi interessa niente di come operano, ma trovo gravissimo che una persona venga fermata in questo modo”. (Agg. di Emanuela Longo)
INCIDENTE DIPLOMATICO, “NON SI PERMETTANO PIÙ”
Non si placa la tensione tra Italia e Francia dopo l’irruzione della polizia della dogana all’interno del centro migranti allestito nella saletta della stazione di Bardonecchia. Un’ingerenza bella e buona, quella operata dagli agenti transalpini, entrati armati all’interno dell’ambulatorio e autori di atti intimidatori ai danni di un profugo, costretto ad eseguire un test delle urine, dei medici, dei volontari e degli avvocati dell’Ong Rainbow4Africa che ormai da mesi si occupa dell’accoglienza dei migranti in una delle tratte più percorse per chi tenta di raggiungere clandestinamente la Francia. A tuonare, oltre ai partiti politici, è stato anche il sindaco di Bardonecchia, Francesco Avato:”Non avevano alcun diritto di introdursi lì dentro. Non si permettano mai più. Quella è una stanza gestita dal Comune con dei mediatori: i volontari di Raimbow4Africa, come altre realtà, collaborano con il progetto. L’accesso alla sala è possibile solo agli operatori autorizzati. È uno spazio calmo, neutro, dove si incontrano i migranti, si parla con loro, si spiegano i rischi del viaggio che hanno deciso di intraprendere e si cerca di convincerli a rimanere in Italia, dove possono trovare accoglienza”.
POLEMICHE POLITICHE
Rischia di trasformarsi in un incidente diplomatico sull’asse Italia-Francia l’irruzione della polizia della dogana transalpina nella stazione di Bardonecchia presso l’ONG Rainbow4Africa. Da sinistra a destra, tutti i partiti politici hanno letto l’iniziativa degli agenti francesi come un’ingerenza inaccettabile. Tuona Daniele Viotti, europarlamentare del Pd che, come riporta Repubblica ha dichiarato:”Il comportamento degli agenti francesi a Bardonecchia è stato gravissimo. L’Italia chiami Macron e gli ricordi che qui nessun agente straniero può venire a far valere la propria autorità. Siamo un Paese sovrano non una provincia della Francia. I campioni delle urine li prendano nei bagni francesi o ne segnalino la necessità alle nostre forze dell’ordine”. Dello stesso avviso la la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli:”Non siamo la toilette di Macron. Il comportamento degli agenti francesi a Bardonecchia è stato gravissimo. L’Italia chiami Macron e gli ricordi che qui nessun agente straniero può venire a far valere la propria autorità. Si tratta di una mancanza di rispetto inaudita verso l’Italia ed un precedente inammissibile”. (agg. di Dario D’Angelo)
LA RICOSTRUZIONE DELL’ONG
L’atteggiamento della polizia di dogana francese dopo il blitz compiuto nella saletta della saletta della stazione di Bardonecchia trasformata in centro migranti dai volontari della Ong torinese Rainbow4Africa non è affatto piaciuto a quest’ultima. Qui trovano accoglienza i migranti respinti dal territorio francese. Secondo quanto riferito da Il Fatto Quotidiano, gli agenti stavano accompagnando un migrante come accade spesso ma invece che fermarsi davanti alla stazione e lasciarlo entrare autonomamente, lo avrebbero accompagnato nei locali, costringendolo al test delle urine e intimidendo un medico, i mediatori culturali e i volontari dell’Asgi presenti. Solo in seguito all’intervento del personale del Commissariato, allertato dalla Ong, gli agenti francesi sono stati allontanati. La Ong tramite la pagina Facebook ha denunciato l’accaduto usando parole gravi: “Una grave ingerenza, inaccettabile, all’operato dell’Ong e delle istituzioni italiane”. A scagliarsi contro i militari francesi anche il sindaco Francesco Avato che si è detto amareggiato ed arrabbiato per l’accaduto che, è certo, non si ripeterà più. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“COMPORTAMENTO GRAVE E IRRISPETTOSO”
Alcuni agenti della dogana francese hanno fatto irruzione nelle scorse ore presso l’associazione Rainbow4Africa di Bardonecchia, un presidio che accoglie i migranti. Sono infatti molti i profughi che scelgono di attraversare le Alpi per attraversare la frontiera, e di conseguenza, in zona Val di Susa, è stato adibito un centro per dare assistenza a questa gente in fuga. A svelare l’accaduto è stata la stessa associazione, che ha commentato il fatto in maniera indignata: «Un presidio sanitario è luogo neutro, rispettato anche nei luoghi di guerra, un comportamento irrispettoso dei diritti umani nei confronti di un nigeriano». Gli agenti, una volta fatta irruzione, avrebbero costretto un migrante a sottoporsi al test delle urine. «Una grave ingerenza – sostiene l’associazione – nell’operato delle Ong e delle istituzioni italiane».
ATTEGGIAMENTO INTIMIDATORIO DELL’AGENTE
Già negli scorsi giorni una guida alpina era finita sotto inchiesta per aver aiutato una migrante incinta ad aver attraversato la frontiera, mentre un’altra ragazza in dolce attesa era stata respinta al confine, poi in seguito morta dopo aver partorito. La stazione di Bardonecchia accoglie moltissimi profughi, e da dicembre sono più di un migliaio quelli che sono stati assistiti da Rainbow4Africa. A infastidire l’Ong sarebbe stato l’atteggiamento dell’agente di polizia, che accompagnando il migrante, invece di lasciarlo davanti all’associazione, sarebbe entrato nel centro, obbligandolo ad un test delle urine, intimidendo però medico, mediatori culturali e volontari. In seguito gli agenti della polizia doganale sono stati allontanati dal commissariato: l’episodio rischia di diventare un caso diplomatico.