Si parla tanto di bullismo minorile oggigiorno: ragazzini che schiaffeggiano i professori, altri che prendono di mira i propri compagni di classe, mancanza di rispetto per ogni regola e per l’autorità. Una generazione di bamboccioni viziati, convinti di poter fare quello che vogliono. Le colpe? Una società lassista certamente dove il ruolo dell’autorità da decenni è sbeffeggiato e irriso, e dei genitori in primis, incapaci di dire un no deciso ai propri figli. Innumerevoli negli ultimi decenni le teorie completamente astratte su come educarli, la più popolare, celebrata in film e trattati di pedagogia, che un buon padre e una buona madre devono essere innanzitutto amici dei figli. A parte che un vero amico si vede anche quando sa dire all’altro che sta sbagliando, Bryan Thornill, un papà americano dalle idee chiare, è decisamente contrario a questa pedagogia: “Insegnate ai vostri figli, non siate amici, siate dei genitori, questo è ciò di cui hanno bisogno i figli di questi tempi”. Ci vuole coraggio per dire ciò, e il signor Thornill l’ha dimostrato, a costo di apparire il sergente cattivo che punisce i suoi soldati.
Quando infatti ha saputo che il figlio di 10 anni, dopo essersi comportato da fastidioso bullo diverse volte sull’autobus che portava i ragazzini a scuola ed esserne stato cacciato dall’autista, ha subito pensato a come schiarire le idee al ragazzino. Ecco cosa ha detto nel video che ha postato online: “Buongiorno, fareste bene ad ascoltare il vostro “Dad 2018″ (il papà del 2018). Mio figlio si è finalmente cacciato nei guai talmente tanto da essere stato cacciarto dal bus scolastico per tre gironi per aver fatto il bullo con gli altri ragazzini. E’ una cosa che non tollero”. Cosa avrebbero fatto la maggior parte dei padri? Una inutile ramanzina che entra da un orecchio ed esce dall’altro e poi lo avrebbe accompagnato a scuola in macchina durante la settimana di sospensione. Lui invece ha fatto un’altra cosa: per una settimana l’ha mandato a scuola, distante circa un chilometro, di corsa, anche sotto alla pioggia, mentre lui lo seguiva in macchina filmandolo. Ha anche commentando scherzando che il figlio ha dimostrato un buon tempo nel correre per quella distanza e ha detto che da allora il ragazzino a scuola si comporta molto meglio: “Quello che ho fatto corrisponde al mio diritto di genitore” ha detto, mentre gli insegnanti lo hanno applaudito per la sua punizione. E ricordate: “‘Teach your kids, don’t be a friend, be a parent. That’s what children need these days”.