Le elezioni sono passate ma le aggressioni sull’asse neofascisti-antifascisti non si fermano per nulla: a Trento è stata fatta esplodere una bomba nella sede di CasaPound. Non ci sono feriti per fortuna ma molti danni all’ingresso del “Baluardo”, il centro degli attivisti di CP nel comune trentino. La notizia è stata data dall’Ansa e poi dalla stessa CasaPound trentina: «Un ordigno rudimentale è scoppiato la scorsa notte, intorno alle 4,30, all’entrata de “Lo spazio libero Baluardo”, sede di CasaPound a Trento, provocando danni alla serranda all’ingresso e alla porta a vetri». Gli agenti della Digos giunti sul posto, spiega Repubblica, hanno trovato dei resti dinamitardi con grossi petardi assemblati in modo rudimentale in un unico ordigno: alcuni vicini e residenti nella zona di Via Marighetto hanno chiamato le forze dell’ordine dopo essersi molto spaventati prima dell’alba, scendendo per strada per vedere cosa fosse successo. Degli ignoti che hanno messo la vile bomba artigianale hanno poi scritto sul muro dell’ingresso, «Unico voto utile, antifascismo sempre», una sorta di chiara rivendicazione.



LA REAZIONE DI CASAPOUND

Con un lungo comunicato su Facebook, è la stessa CasaPound Italia a condannare il gesto ignobile che per fortuna non ha generato feriti ma solo danni alle strutture: «Al termine di una campagna elettorale che ha visto un antifascismo isterico manifestare con contenuti minimi ma sempre maggior violenza, oggi l’epilogo compiuto dai figliocci di politici che in queste settimane hanno sproloquiato di antifascismo, chiedendo la chiusura di un movimento legalmente riconosciuto come il nostro e che, come al solito, sempre protetti e legittimati, hanno agito con il favore della notte facendo esplodere il secondo esplosivo contro i locali trentini delle tartarughe frecciate», spiega il responsabile di CP Trento, Filippo Castaldini. Per CasaPound si tratta di un ennesimo gesto di «chi non sa più proporre ed è incapace di confrontarsi»: si tratta della seconda bomba contro CasaPound Trento, la prima nel marzo 2014 dove con simili modalità venne divelto il muro e distrutto l’intero ingresso. Come ricorda oggi Repubblica, «Sempre nel 2014, a febbraio, vigilia del Giorno del ricordo delle vittime delle foibe, la sede era stata vandalizzata con una scritta a bomboletta e sporcata con cumuli di immondizia davanti alla porta d’ingresso». Ultimo commento di Castaldini nel duro post di replica all’aggressione subita dalle sede trentina non la manda certo a dire agli avversari antifascisti: «Un gesto che vorrebbe fermare le nostre attività – conclude Castaldini – ma che non otterrà il risultato sperato. Non abbandoneremo un solo campo di battaglia, un solo italiano, non arretreremo di un passo, la nostra forza viene da tutti quei cittadini che hanno riconosciuto in noi e nel nostro movimento, la possibilità di un riscatto per la nostra Nazione. Il nostro muro non cede».

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